21-23 maggio 2009 – I Nove Passi

Finalmente e’ arrivato!
L’abbiamo aspettato con tanto entusiasmo, con mille messaggi sul forum, con il countdown iniziato 45 giorni prima della partenza, con intensa attivita’ organizzativa, con la preparazione delle moto e finalmente il momento tanto atteso e’ arrivato: si parte per la nove passi, edizione 2009.
La settimana antecedente la partenza eravamo tutti indaffarati a cambiare le gomme alle moto, a fare le manutenzioni ordinarie e straordinarie, a procurarci anche solo piccoli accessori per la moto e per noi stessi, per presentarsi al meglio a questo appuntamento.
Il trio dei siculi, Marmar, Papen e Cixio, ha regalato al gruppo una bellissima maglia commemorativa dell’evento, una ciascuno, nera e con un bel logo arancione, un tocco di mondanita’ a questo rude evento. Anche un adesivo!
Appuntamento il giovedi mattina alle sei al solito distributore sulla Flaminia, ma come al solito qualche ritardo non manca mai e questa volta ci sono incappato anche io!!! Saluti, presentazioni per coloro che pur facendo parte del gruppo non hanno mai avuto modo di incontrarsi e si parte per andare non troppo lontano: il bar Sassacci ci attende per una bella colazione. Espletata questa funzione vitale riprendiamo il cammino, alla volta del famoso “punto J”, luogo di incontro con Jack; nel primo tratto della Flaminia incontriamo un po’ di traffico, soprattutto di mezzi pesanti, ma poi filiamo via lisci e senza intoppi, tranne esserci divisi in due gruppi ad un incrocio, causa auto fra la testa e la coda del drappello. Quando siamo piu’ di 4 / 5 moto si sente la necessita’ di staffette e scopa per gestire correttamente la guida del gruppo; ma tranne questo episodio , dove comunque ci siamo riuniti subito, siamo rimasti sempre compatti per tutto il resto della nove passi.
Alla partenza da Roma eravamo: Papen, Marmar, Poldo, Freeblue, Jestercap, Lanti, Ste, Cixio, Dennykey ed io, Ulysse.
Guidiamo tranquilli, abbiamo comunque recuperato quel po’ di ritardo accumulato alla partenza e per la colazione; ce ne andiamo su per Acquasparta, Bevagna, passiamo sotto Assisi e quindi prendiamo l’ultimo tratto che ci conduce sotto Gubbio al famoso “punto J” dove ci incontriamo con Jack. Il discolo di Fabriano non ce l’ha fatta a stare fermo ad aspettare, cosi’ servono un paio di telefonate per ritrovarci; ovvia sosta al bar, consegna delle magliette a chi non le aveva ricevute e si riparte, con Jack a fare gli onori di casa e guidare il gruppo verso Apecchio ed il Passo di Bocca Serriola, ribattezzato da Denny in seguito in “Passo di Sedia Sediola”; qui, proprio sul valico, ci fermiamo a rifocillarci: comodamente stravaccati su panche e tavoli posti sotto all’ombra degli alberi, trangugiamo tutto cio’ che ci arriva dal bar: pane casareccio, prosciutto, salsiccette, formaggi, perfino un melone e delle pesche. Ce la prendiamo comoda, mentre qualcuno si riposa altri provvedono a configurare la mappatura delle centraline con il piccolissimo portatile di Freeblue… azz, che organizzazione!
Dopo il caffe’ di rito si riparte, sempre Jack in testa; scendiamo a Citta’ di Castello, passiamo Sansepolcro e subito dopo mi metto alla testa del gruppo, deviando per il valico di Viamaggio. Piccola sosta fotografica al valico e si riparte; proseguendo dopo il passo scendo a Pieve di Santo Stefano, veloce attraversamento e poi prendo al Tiberina, sempre con passo tranquillo ma deciso, puntiamo Ville di Montecoronaro; un cartello segnala che la strada e’ interrotta due chilometri piu’ avanti, ma dato che non ci sono transenne azzardiamo il passaggio ed infatti, anche se il fondo stradale e’ pessimo, riusciamo ad arrivare all’inizio del tratto che ci portera’ a salire al Passo di Monte Fumaiolo. La salita a Monte Fumaiolo e’ spettacolare: il percorso si snoda prima in un paessaggio lunare, percorrendo una dorsale di marna nuda e priva di vegetazione, roccia quasi bianca che in pieno sole abbaglia la vista; poi si torna a camminare fra boschetti dove la vista puo’ spaziare nella sottostante vallata del Tevere; arrivati a Balze inizia la ripida salita che porta al passo; qui ci fermiamo a lungo, concedendoci anche una escursione alla Fonte del Sacro Fiume; non tutti in verita’, perche’ evidentemente la levataccia e la stanchezza cominciano a farsi sentire…
Si riparte, dunque, per affrontare l’ultima parte del percorso: continuiamo il periplo del Macigno del Fumaiolo e scendiamo a Verghereto, dove riprendiamo la Tiberina in direzione Bagno di Romagna. La E45 e’ chiusa per lavori, bisognerebbe dire “nuovamente chiusa” in quanto questo tratto e’ peggio della Salerno – Reggio Calabria, quindi il traffico e’ stato deviato e la Tiberina e’ un delirio di auto e camion; fortunatamente viaggiamo in senso opposto alla fila ma comunque dobbiamo andare pianissimo perche’ alcuni tir occupano la gia’ stettissima sede stradale. Finalmente arriva il momento di prendere la deviazione che ci fara’ salire al mitico Passo dei Mandrioli: la strada sale velocemente e noi possiamo far ruggire i motori liberamente, sempre con molta molta prudenza; e’ divertente e spettacolare salire al passo, il paessaggio e’ magnifico, le Scalacce del Mandrioli sono molto suggestive e passato questo tratto ci infiliamo nella splendida foresta, fino a raggiungere il valico.
Altra sosta, l’ultima, e si scende lentamente verso Badia Prataglia, nostra destinazione. Qui si dovranno unire al gruppo anche Muscolino e Fonzie; mentre avanziamo lentamente in direzione della pensione ecco un TDM sopraggiungere in senso opposto: e’ proprio lui, Musco! Che tempismo, ad averlo voluto fare apposta non ci saremmo riusciti con tanta precisione!!!
Arriviamo quindi alla pensione “La Foresta”, sistemiamo le moto, scarichiamo le borse e prendiamo possesso delle camere; poco prima di cena arriva anche Fonzie, da Roma via E45… Quindi siamo a tavola tutti insieme, ben 13 persone e Papen si affretta ad apparecchiare per un virtuale quattordicesimo commensale…
Facciamo conoscenza ed amicizia con Andrea, il propietario della pensione; un ragazzo simpaticissimo e molto disponibile, che ci fa sentire come a casa nostra. La cena e’ ovviamente ottima ed abbondante, il vino scorre lento ma inesorabile… ora si puo’, le moto sono parcheggiate e ci possiamo lasciar andare.
Dopo cena usciamo all’aperto, la serata e’ splendida, il clima gentile e dopo qualche chiacchiera in giardino saliamo a vedere le moto, ma… sorpresa! Un enorme cinghiale sta razzolando fra le moto!!! Si tratta di Spenky, una splendida femmina che e’ diventata la mascotte del posto. Papen si procura subito una busta di pane e gli offre i tozzi raffermi uno ad uno, salvo darsi a gambone levate quando Spenky, agile e velocissima, si produce in un formidabile scatto in avanti…
Un paio di tiritere simili e poi decidiamo di andare a letto.

Al mattino ci attende un’altra sorpesa: Fonzie sta dormendo sul divano nell’atrio della pensione!!!
La “motozappa a manetta” di Lanti gli impediva di dormire e cosi’ si e’ arrangiato!
Prima di fare colazione provvediamo a controllare le moto e ad ingrassare le catene di trasmissione.
Quindi colazione bella abbondante alle otto ed in breve, si fa per dire, siamo pronti a partire. Ovviamente portiamo gia’ un po’ di ritardo, ma nulla di sconvolgente. Dunque: Muscolino prende la testa del gruppo e, passando per Camaldoli, raggiunge la Consuma dove prima del passo ci sono delle “incomprensioni” circa il modo di affrontare una curva ma fortunatamente tutto si risolve per il meglio; Musco, destreggiandosi poi con disinvoltura per le colline di Fiesole, ci conducendoce fino al Tempio della Velocita’, il circuito del Mugello. Fatte le foto di rito saliamo nuovamente in sella per affrontare Giogo di Scarperia, vero e proprio circuito pubblico!!! Solita sosta in cima al valico e nuovamente in sella, alla volta di Firenzuola, dove facciamo il pieno alle moto. Lasciato il distributore prendo la testa del gruppo e per una strada quanto solitaria quanto splendida sia da un punto di vista della guida quanto per la bellezza dei paesaggi attraversati, passiamo per Tirli fino ad arrivare a Palazzuolo sul Senio. Una serie ininterrotta di curve, in rapidissima successione il che non lascia spazi a rettilinei; incredibile!! A Palazzuolo ci concediamo una bella sosta, rinfrancati dalle prelibatezze di un bar/alimentari: soliti affettati locali e formaggi, innaffiati rigorosamente ed esclusivamente da acqua minerale D.O.C.
Ripartiamo, ancora una volta; a ritmo allegro e senza soste ci facciamo: Passo della Sambuca, Prato all’Albero, Passo della Colla di Casaglia, Marradi, Passo dell’Eremo, Passo del Peschiera ed infine arriviamo in cima al Passo del Muraglione! Che tirata!!! Le gomme filano come se fossero mozzarelle e le catene di trasmissione sono roventi… Altra sosta foto, dove abbiamo un raro incontro: una nonnetta bella anzianotta sale su per il Muraglione con una Guzzi Lodola degli anni 50!!!
Che lo dico a fare? Di nuovo in sella, questa volta ad aprire le danze e’ Freeblue che ci conduce fino all’inizio della salita a Croce ai Mori; una volta superato il passaggio a livello ognuno sale con il proprio passo e ci ritroviamo come consuetudine al cartello del valico. Abbiamo fatto tanta strada, ma non e’ ancora finita… E’ finita pero’ per Muscolino, che mestamente e con dispiacere riprende la strada di casa, salutando la compagnia dei Babbaluci. Ciao Musco, grazie di tutto e alla prossima!!!
Riprendo il comando delle operazioni, discendiamo il valico ovviamente proseguendo lungo la via intrapresa ed in breve ci troviamo al bivio dove prendiamo la salita per Passo la Calla. Qui e’ uno spettacolo guidare: le curve sono tutte in salita ed e’ impegnativo procedere con passo veloce, oltretutto non siamo freschissimi quindi occorre raddoppiare l’attenzione. Ci troviamo in cima, assieme ad un forte vento. Al ristoro Fonzie importuna simpaticamente l’avvenente locandiera, la quale non sembra dispiaciuta… Foto di gruppo, anche con la locandiera, scambio di e-mail e si riparte. Arriviamo a Santa Sofia, dopo aver passato l’Impianto di Potabilizzazione; superata Santa Sofia facciamo di nuovo il pieno e tramite il Passo del Carnaio ci dirigiamo verso il Mandrioli, che scavalchiamo nuovamente per arrivare a Badia Prataglia. Posteggiamo le moto in perfetto orario, sono le 07:00; per giungere puntuali, la mattina alle 10 e 30 ho operato un taglio al percorso, eliminando il Passo di Col di Canda e la visita al Sasso di San Zenobi; eravamo fuori della tabella di marcia e mi ero reso conto che forzare il ritmo non sarebbe bastato; meglio tagliare una 50ina di chilometri che fare tardi o essere costretti a saltare le parti piu’ belle del giro. Alla fine e’ risultata una mossa vincente.
Solite operazioni di rimessaggio, doccia e poi ci troviamo in giardino per l’aperitivo: semplicemente tre pizze tonde (!!!) e due bottiglie di prosecco (!!!), che considerando due astemi su 12 persone non e’ male…
Poi c’e’ la cena; che abbiamo mangiato? Vista la stanchezza e le pizze appena trangugiate ci accontentiamo di tagliatelle al cinghiale, arista di maiale, non ricordo quali contorni, una montagna di patatine fritte e, tanto per gradire, delle bistecche di chianina da far paura… quella di Jestercap pesava addirittura un chilo e duecento grammi e piu’ o meno erano tutte della stessa taglia; alcuni hanno preferito disertare le fiorentine, ma credo si siano sicuramente pentiti! Usciamo di nuovo all’aperto, in giardino; soliti frizzi e lazzi, solita vagonata di cazzate, con un Lanti battagliero ed arrembante, poi andiamo a far visita alla fidanzata di Papen, la cinghialessa Stenky… Dopo si rientra per concederci il meritato riposo, con Fonzie che si fa ospitare da Papen suscitando le ire di Stenky!!!
Ci svegliamo in anticipo rispetto all’orario della colazione, che e’ alle otto, e provvediamo alla solita manutenzione spicciola delle moto; dopo colazione carichiamo le borse e partiamo. Mi dirigo lentamente su per il Mandrioli ma ai primi tornanti prendo la deviazione che, passando per una ridente valle, ci portera’ a Chiusi della Verna; qui, passando per il Valico dello Spino, arriviamo a Pieve Santo Stefano, dove Ste e Dennykey ci salutano per rientrare in fretta a casa, via E45. Ripartiamo, Jack passa in testa ed arriviamo a Cagli, dove ci aspettano Pallina ed Hystryx. Dopo i saluti ci dirigiamo tutti insieme alla volta delle Grotte di Genga, passando per il Furlo. Ci rifocilliamo all’ombra degli alberi; l’approvvigionamento delle materie prime avviene presso i chioschi che affollano il piazzale; qualcuno ne approfitta per riposarsi. Poi finalmente si riparte, la stanchezza c’e’ tutta; poco prima si era sentito urlare Poldo da dentro il casco: “Aho’, ma che c’avete le cotiche ar culo?! Nun ve fermate mai!!!”…
Arriviamo fino a Pieve Bovigliana, dove visitiamo la misera dimora di Papen; ci aspetta ora l’ultimo faticoso tratto per arrivare a casa: scendiamo per la Val Nerina fra i vari missili terra-terra che sfrecciano in ogni direzione; Ducati ed R1 la fanno da padroni, ma pattuglie dei carabinieri sono in agguato, seminascoste, e vediamo che non sono troppo tolleranti con gli “intutati”.
Dopo aver lasciato l’Eremo di Papen anche Freeblue ci aveva salutato, per andare a Perugia; ora ci separiamo di nuovo: io e Fonzie ci dirigiamo verso Vetralla prendendo la superstrada da Orte, il resto se ne va per l’autostrada alla volta di Roma, i piu’, e Torvajanica, Marmar. Il solo Lanti se ne esce con una delle sue solite perfomance estemporanee: “se fate la Cassia vengo con voi a fare un altro po’ di curvette.” … A Lanti, noi facciamo quella strada per arrivare prima possibile a casa, se vieni pure te arriviamo alle 10!!!
E a casa ci arriviamo abbastanza presto, nonostante Fonzie abbia noie con l’alternatore a pochissimi chilometri da Vetralla; ma siamo Babbaluci: anche se lentamente, arriviamo sempre!!!

Che altro dire? I commenti sul forum sono inequivocabili: la Nove Passi di quest’anno ha fatto storia a se, migliore riuscita era difficile da immaginare! Avevo paura che avendola troppo desiderata e gonfiata prima di partire, alla fine potesse portare qualche delusione, ma l’entusiasmo dei partecipanti e l’organizzazione in Babbaluci Style hanno prodotto un risultato eccellente. Oltre 1.200 Km percorsi in tre giorni, ci siamo avviati da Roma con il gruppo composto da 10 moto, siamo arrivati a 11 prima di arrivare a destinazione; la sera ed il giorno del grande giro eravamo 13 Babbaluci su 13 moto, poi ridiventati 10 ed infine di nuovo 12 con l’aqggiunta dei “Paolis”; tutto e’ andato per il meglio; e’ stato un giro duro sia per il chilometraggio, che su quelle strade si puo’ tranquillamente definire non elevato ma esagerato, sia per la difficolta’ dell’itinerario dove la voglia di sentir ruggire i motori andava conciliata con la difficolta’ oggettiva dei percorsi, non facili; ci sono stati dei tratti in cui la sequenza di curve sembrava non finire mai!!! E lo spettacolo dei posti attraversati ha fatto da splendida cornice a quella che definirei “la madre di tutti i percorsi”. Il resto lo hanno fatto i Babbaluci, ognuno con il proprio apporto umano e personale che ha permesso di trascorrere tre giorni in allegria ed amicizia, come oramai siamo abituati.
Le parole di Ktinos, pronunciate in altra occasione, sono sempre attuali: “…era un viaggo per motociclisti veri ed era molto ben organizzato. Detto fra di noi tra i migliori possibili. Perfetto e’ solo Dio!”
E concluderei con la citazione di una citazione di Jack: “siamo una squadra fortissimi”.

W i Babbaluci… e W il Passo di Sedia Sediola!

Grazie a tutti, alla prossima!!!