23-27 maggio 2011 – I Nove Passi

Report a cura di DennyKey.

Tutto congiurava contro la buona riuscita di questa edizione…in primo luogo le assenze e le mancate partecipazioni di Ulysse, Marmar, Jack, Papen, Poldo, Jestercap….lo strappo muscolare procuratomi al bowling e la moto di Murdok che proprio non ne voleva sapere di andare e che fino all’ultimo è stata sotto i ferri, in rianimazione…quella latente nostalgia per una persona cara che non c’è più. Si è veramente rischiato di non farne più nulla. Ma poi, piano piano, si sono fatti strada nella nostra mente i bei ricordi delle passate edizioni….le facce, le risate, le strade, i paesaggi e le motivazioni comuni o personali. Tutto questo ha smosso quella molla di orgoglio e incoscienza che ci accomuna, impedendoci di rinunciare al nostro evento annuale, imponendoci di partire, comunque.
E finalmente partiamo!
Meeting alle ore 9,30!! alla prima area di servizio della Roma-Civitavecchia, dove arrivo con un quarto d’ora di anticipo, subito raggiunto da Freeblue. Dovremmo essere in tre, dato che Murdok non ha ancora ritirato la moto, una Yamaha, da un meccanico della Triumph!!! ed è, chiaramente ed inesorabilmente, ancora guasta. Un classico esempio di “incauto affidamento”. Manca MrSergio….dov’è….dove non è….dove dovrebbe essere, non c’è!!! Il nostro ci attende prima della barriera di uscita dell’autobahn, a Civitavecchia Nord!!! Ci chiediamo dove si sarebbe fatto trovare, se la nostra meta fossero state le Alpi…ipotizziamo Brunico. Lo recuperiamo e ci concediamo il primo caffè, in un’area di servizio. Mi perdo tra i balocchi di Hello Kitty furbescamente esposti in bella vista e la nostalgia già mi assale. La allontano con un pieno di benzina e una cicca fumata in compagnia. Ma tornerà, lo so che tornerà. Finalmente riuniti e rifocillati, percorriamo gli ultimi km di autostrada e Aurelia fino a Montalto di Castro e lasciamo le direttrici trafficate per conosciuti, ma sempre gradevoli, percorsi nella Maremma “a nord di Roma” (ndr). Profumi di letame e carcasse di poiane in decomposizione ci assalgono ad intermittenza. Nel torpore causato dagli effluvi, ripenso al giro fatto con Sergione / Ulysse due sabati prima e, al culmine del dispiacere per la sua assenza, mi appare, lì davanti, nella sua pienezza, ma in trasparenza, arroccato sul manubrio che implora pietà saggiando la potenza di quelle sapienti mani.
La 9p è così…riattiva dei circuiti emotivi e relazionali che già sento di averne fatta una scorpacciata. E siamo solo all’inizio!!! Le ruote corrono veloci sull’asfalto asciugato da un sole finalmente risoluto; il motore sibila felice la sua gioia di essere vivo. Il ritmo tenuto da Andrea, Sergio e Double Tom alternati è buono e rapidamente passiamo Manciano e altri paesi tra i quali Scansano, dove ci stringiamo la mano, sedendo su un divano!!! Che stronzata!!! Ormai l’ho scritta!!!
E’ ormai chiaro che Sergino è uno di noi. Sembra quasi che lo sia stato sempre, tanto è l’affiatamento tra di noi. Forse mancava proprio lui. Forse ci è stato mandato da un’entità divina, a compensazione o per premio, chissà. Secondo me ce lo siamo meritato. Pe..ccccaaato che abbia una GS.
Caldo e Volterra ci attendono dopo una sosta per il pranzo a Chiusdino; un antipasto e un primo gustati in allegria. I nostri “pranzi” si limiteranno a questo, peraltro piuttosto veloce, in quanto decideremo sempre per un panino, roba da una mezz’oretta o poco più. Proseguiamo per Pisa e vorrei farci una scappata, ma il tempo fugge e vogliamo giungere presto in albergo, per acclimatarci, rilassarci e capire un po’ quale sarà lo svolgimento dei prossimi giorni di viaggio. Nei pressi di Massa, Double Tom (più avanti DT), ci gratifica con un paio di simpatici doppi giri di rotatoria, per poi puntare deciso dentro un centro commerciale. Non dovendo fare spese, decliniamo l’offerta. Per fortuna gli ANTICHI, buoni cartelli stradali, sono ancora lì a rassicurarci e a dirigerci verso la meta. La Versilia ci accoglie in questo inizio di stagione tranquillo. Gli stabilimenti sono in gran parte chiusi o in manutenzione e non si nota un gran movimento. La vista del mare è impossibile, oscurata da tutti quei locali, ristoranti, pizzerie, bar, sicuramente stracolmi durante la stagione estiva, ma che lasciano un pesante segno sul litorale, tutto l’anno. Per i miei personalissimi gusti, non farei una vacanza qui. Giungiamo all’hotel Roma; il nostro primo giorno di viaggio si conclude qui, coccolati dal personale gentilissimo ed amichevole, rinfrancati da una buona doccia e da una cena a base di pesce, annaffiata da un vermentino locale all’altezza della situazione. Fioccano le scommesse su Jean. Verrà? Il picchetto lo dà 1/1. Scelgo di giocarmi una merendina del Mulino Bianco sulla sua debacle, ma per fortuna verrò defraudato di tale tesoro il giorno dopo, in quanto, stanco ma ancora umano, Jean appare! La moto, però, va male. Singhiozza, a volte piange e si chiude in un cupo mutismo. Sarà depressa? Proviamo a smanettare con il Co e, nei giorni successivi, le installeremo la Power Commander di Freeblue, con un’operazione a cuore aperto non priva di rischi che per fortuna qualche risultato lo apporta. Tentiamo infine una iniezione di STP direttamente in vena, ma questa non migliora ulteriormente la situazione. Per lui, non sarà facile guidare, in queste condizioni. Così come non lo sarà per me, unico con una moto quasi sportiva, costretto a destreggiarmi su mulattiere brecciolinate, sassose, bucate, franose, puzzolenti e larghe 2 metri max. Tornare la sera in hotel con due pugnali malesi conficcati nei muscoli delle spalle, non è piacevole. In più le mie gomme non sono freschissime e tengono solo sull’asfalto liscio. Ma tutto questo, non mi fa rimpiangere di esserci, anzi. Aumenta ancora di più la sfida, la voglia di cercare un limite fisico che, per ora, appare non vicinissimo. Sarà pure che una qualche esperienza l’ho accumulata e allora regolo la mia andatura in base al percorso, lasciando andare le moto più adatte, prendendomi la rivincita quando si ritorna sull’asfalto. Devo dire che i due ragazzi, Andrea e Sergino, lì davanti, vanno bene, anzi, considerato che devono fare i conti anche con DT, vanno benissimo. Solo due o tre volte ci perdiamo, anche perchè non posso lasciare Jean alle prese con una moto che si pianta salendo un tornante!!! E’ imbufalito e ha ragione.
E’ appena il secondo giorno e già siamo in ritardo. Partiamo per il giro più corto, favorendo Jean che ha sulle spalle quasi 400 Km di autostrada e una sveglia “maschia”. L’itinerario prevede una visita a tre delle cinque terre e un aperitivo a Porto Venere. Bilancio: una terra vista come dalla luna e becco asciutto. Non importa. Fa caldo. Alle 18.00 ci sono quasi 30 gradi, mentre a Roma piove. Ringrazio chi di dovere per averci concesso il bel tempo e penso che, se potessi, passerei la serata davanti alla TV a guardare Spongebob con Greta e Daniela.
Abbiamo anche il tempo per una enigmatica escursione di Jean; al casello passa dritto sotto il telepass, non ci aspetta e, avendo messo sotto sopra DT, sbaglia direzione e prosegue verso Parma, seguito da Sergino che dopo un po’ lo molla. Io mi tengo sempre stretto all’ultimo che in questo caso è Andrea con un problema al telepass e insieme, dopo esserci accorti di essere soli, ci spiaggiamo in un’area di servizio dell’autostrada. N’d cz stanno quei due??? Che ne so! So spariti! Io nun je la faccio più, nun se po fa così, a sapello prima….hahaha!!! Stik. Andiamo in albergo. C’hanno DT (bella tranquillità, penso!!), prima o poi arriveranno anche loro in hotel. Sergino arriva e ci pesca sulla rampa del garage mentre stiamo, anzi Andrea sta, riparando la mia gomma anteriore che ho forato tre curve prima. Jean? Non era con te? No!!! Ha proseguito verso Bologna-Parma!!! L’ho seguito per un po’, poi ho preso un’uscita e sono tornato indietro. Telefoniamo a Jean: no è che so stanco, o i chilometri so tanti, so andato verso Parma, a 40 chilometri mi sono accorto che le montagne erano troooooppo vicine e so tornato indietro..mo arivo!!! “Arivo”! Si fa presto a dire “Arivo”! Stalliamo le moto, doccia, chiacchere con la famiglia e tra noi, altre telefonate a Jean che non risponde, io che come una mamma sarda, lo attendo in strada, trepidante col fazzoletto annodato in testa, ogni tanto sento il rumore di un motore, ma niente, non è Jean!!! Dopo almeno un’ora e mezza dal nostro arrivo, una figura resa evanescente dal tramonto porpora, si materializza al semaforo del lungomare. Procede come un nero singhiozzo ribelle e ribolle di rabbia, ma finalmente, con quasi due ore di ritardo, Jean arriva!!! A regà! Me volevo fa ‘n panino cor preciutto!!! Meno male che non è andato a Norcia, pensiamo, felici di aver scongiurato tale infausto bonus. Meriterebbe un sonoro scapaccione, ma guadagnerà una Power Commander, gentilmente offerta da Freeblueeee!!! A proposito…..Andrea è bravissimo!!! M’ha riparato la gomma come un gommista!!! Con quelle zampette sa fare di tutto!!! Ha imparato tanto e ha pure quella qualità che è dono naturale: la manualità!!! Ogni tanto si esercitava autonomamente anche sotto le coperte, mi sembra di ricordare, le volte che siamo stati compagni di stanza. Jean, quest’anno, è il mio compagno di stanza. Anche lui, come Sergio, è un tipo che parla poco. Io meno. Entrambi evitiamo di esercitarci come fa Andrea e praticamente, dopo due minuti di TV, accesa solo perchè esiste, dormiamo. Durante la notte, Jean mi fa un upload di una massiccia dose di nevrosi e, non avendo sotto mano il numero dell’analista, resto “carico” fino all’alba, completamente insonne. Lui si sveglia nelle mie stesse condizioni, avendo fatto “ai mezzi” con me dei suoi problemi mentali. Forse dovrei sostituirgli il dentifricio con un’amalgama al Tavor……Ah! Non vi ho detto che siamo usciti, la prima sera, per andare a fare una passeggiata. Come ho già detto, la stagione non è iniziata e si vede. Uno dei luoghi più rinomati per la movida notturna estiva, è invece tranquillo e sonnecchiante. Pochi avventori nei pochissimi locali aperti. Un’atmosfera più da fine che da inizio estate. Sarà che siamo stanchi, sarà che non troviamo di meglio da fare, che ormai sono le 23,30…ninne!!! La sera in cui anche Jean è con noi, più o meno finiamo la serata allo stesso modo. Prima di partire si favoleggiava di mirabolanti passeggiate in bicicletta dopo cena, con gare di velocità a premi…..vi vorrei far vedere le nostre facce la sera!!!! Io con due calamari marci al posto delle occhiaie e Jean che si rammenda la spina dorsale. Gli altri due sono più freschi. Beh! Uno c’ha l’età e l’altro la GS!! Che traghetto è questa moto!!! Sull’asfalto sembra navigare, tanta è la morbidezza e la sensazione di stabilità che sembra trasmettere. Mi pare abbastanza chiaro dal modo rilassato di condurla che ha Sergio; sicuramente non è una moto sportiva e non consente pieghe accentuate, ma è equilibrata e buona per tutti i terreni. Non l’ho ancora provata, anche perchè non me la sono sentita di affidare la mia a Sergio, con le gomme in quelle condizioni. La proverò con grande piacere quando potrò prestargli la mia, in sicurezza. Al momento in cui scrivo anche Marmar ne ha comprata una, quindi l’occasione non mancherà. Mi aspetto una conferma sulle straordinarie doti che sembra possedere questa moto che sono poi quelle che io, per il mio stile di guida, non tengo in particolare considerazione. Sembra comunque che i proprietari della TDM siano come fatalmente attratti da un buco nero…..dal quale emergono con 50 kg di latta in più, ma in compenso alleggeriti di diverse migliaia di euro. Credo che la diaspora delle TDM si fermi qui…no dimenticavo Istrice che ha preso il GS 800. La domanda è: perchè? Booooh!!! Beh, penso io, non importa la moto che hai, importa che la porti in giro con noi!!! Anche perchè, quello che conta, veramente, sono gli amici che ritrovi quando si tolgono il casco. E sono le brutte facce di Andrea, Jean e Sergio, quelle che vedo e mi dico: che culo che hai a conoscerli!!! Hahaha!!! Scheeerzooo!!!
Vi voglio bene, lo sapete. A tal proposito, voglio piacevolmente sottolineare il comportamento alla guida di tutti i piloti. Veramente corretto. Non c’è mai stato un episodio in cui qualcuno ha messo in pericolo se stesso o gli altri, come si conviene ad un gruppo ben affiatato e sensibile a questi argomenti. Buonista!!! La verità è che mi è mancato il retrotreno di Ulysse. Quando me lo vedo davanti, mi istiga, è più forte di me, non ce la faccio a fare il bravo. Comincia coi zig e zag, fa le curve a dire: passa, se sei bbono!! Si gonfia e non mi fa vedere la strada, mi tira i sassetti sulla visiera, non si ferma per la pausa sigaretta. Lo odio!!! Ma mi freno. La sicurezza è un bene troppo prezioso per sacrificarla bla bla bla… Ci divertiamo con queste moto, vero ragazzi? Io tanto. Mi piace quando incrocio le traiettorie con quello davanti, quando vedo e mi faccio vedere negli specchietti, quando la strada si aggroviglia in un tornante, quando una serie di curve appare visibile lontano, serpeggiante e assolata o immersa nella fresca oscurità degli alberi che ti fa sentire la differenza di temperatura in modo netto. Anche alcune gallerie che abbiamo percorso quest’anno ci hanno regalato questa sensazione inebriante. Quella che ricordo più vividamente sfocia sulle cave di marmo. Ad un lato un bassorilievo, raffigura un operaio cavatore con il martello pneumatico. Un omaggio al duro lavoro della cava. Immaginate il fragore delle cariche di esplosivo che rimbomba per tutta la vallata e la ferita aperta della montagna, così generosa con l’uomo. Ogni tanto qualche sacrificio lo ha chiesto, ma ha dato molto di più. Ci fermiamo, un attimo, per le nostre foto e chiacchere, anche in questo punto, dopo aver goduto di un bellissimo laghetto di montagna, anche se artificiale. Le foto che vedrete renderanno miglior giustizia delle mie parole.

Mi sto dilungando? A questo punto, nel quale inizio a scrivere la quarta pagina di word, credo proprio di si. Questo non voleva essere e non è stato un resoconto dettagliato, ma un viaggio interiore che poi è la parte più inesplorata di noi stessi. Forse, con tutto il “materiale” che ho potuto collezionare con voi, potrei scrivere un libro, ma non interesserebbe a nessuno. E comunque non adesso, per vostra fortuna. I giorni seguenti li tralascio, per decenza. Ho dei flash di strade, ponti, paesaggi, caffè, sigarette e riflessi di sole sul plexiglass del cupolino, confusi in un caleidoscopio di colori che prima o poi prenderà forma, con l’aiuto degli altri e comunque ne parleremo a voce. Degni di nota sono stati i laghi e le belle foreste, i prati di montagna fioriti e le stupende montagne che fanno da cornice a questa splendida parte d’Italia. Mi scuso per i volontari errori di ortografia e grammatica che a volte servono per rendere un’idea.
Voglio infine ringraziare Ulysse per gli itinerari studiati con minuziosa attenzione, i miei pazienti compagni di viaggio e dispiacermi ancora per coloro che non hanno partecipato. Voglio inoltre ringraziare una parte di me a cui tengo molto: la mia moto.

DennyKey