10 marzo 2012 – Montecchio

Che marzo sia pazzarello si sa da sempre.
Che dopo il freddo e le nevicate di qualche settimana fa uscisse una giornata di sole da tarda primavera era impensabile.
L’uscita di marzo, quella in calendario, è così stata ancora più bella di quello che potevamo sperare; gli ingredienti per una ottima riuscita comunque c’erano tutti: la solita materia prima composta da cinque Babbaluci in gran spolvero; le moto tutte a puntino; cazzate a non finire grazie al mai domo MrSergio -seppur preda di un terribile ed orribile raffreddore- ed infine un percorso divertente, caratterizzato da panorami diversi ed a tratti rilassanti.
Ci incontriamo alle 9 alla solita area di servizio sul Gra: Murdok, Freeblue, Ulysse, MrSergio ed il suo amico Gianni. Dopo la colazione ed il rifornimento per alcuni si parte, la nostra destinazione è Montecchio ma ci arriveremo, come nostro solito, facendo dei giri in giro. Cassia, ma per poco, poi deviamo per Calcata dove sostiamo a fare qualche foto senza però entrare in paese; proseguiamo, altra sosta alla stazione di Pian Paradiso e poi, seguendo un itineario per noi insolito, arriviamo a Soriano nel Ciminino.
Senza por tempo in mezzo puntiamo su Bomarzo e poi tiriamo su, su , su fino al lago di Corbara; in mezzo solo una sosta per un caffè.
La strada è pulita, sale e scende fra dolci colline in un susseguirsi di curve abbastanza serrate; il sole rende calda la giornata e si guidare è un gran divertimento; ogni tanto, via radio, arrivano da parte di MrSergio starnuti e colpi di tosse… Comunque conduce il gruppo senza troppi problemi, a parte qualche deviazione fuori programma che non sappiamo se addebitare al raffreddore, al suo Garmin o alla sua condizione base 🙂
Ancora un pò di curve ed avvistiamo il lago di Corbara; la strada lo costeggia per un pò, ovvero: la strada seguirà le sponde ancora per un lungo tratto prima di arrivare a Todi ma noi deviamo per raggiungere Montecchio; siamo in perfetto orario, arriviamo in paese molto prima delle 13.
Parcheggiamo le moto in uso spiazzo pochissimo più avanti del punto di ristoro previsto da MrSergio ed il parcheggio, in un’ansa dello stretto vicolo, è tutto da inventare.
Due passi a piedi per il borgo, bello, e poi entriamo decisi nella taverna; c’è poca gente, è ancora presto ed il simpatico proprietario ci mette a disposizione una panca per appoggiare caschi, zaini, giacche e tutto quello che ci siamo tolti di dosso. Pranzo squisito, fatto di assaggini di questo e di quello ma molto sostanzioso, pure troppo. Il posto è ottimo ma a dire il vero sto un pò soffrendo pensando al sole che abbiamo lasciato fuori… Non so se lo lascio a vedere ma ad un certo punto Freeblue me lo chiede in modo esplicito: stai a soffrì, eh?! 🙂
Comunque sia si sta bene, il locale è suggestivo, forse una vecchia cantina; il cibo è ottimo e la compagnia pure. Meno male, però, che siamo entrati presto e così, altrettanto presto, possiamo finalmente rimetterci in sella; ci aspetta la Amerina. Fa ancora caldo, sono quasi le 16 quando incrociamo le prime moto della giornata; un paio di gruppetti in senso contrario al nostro, ognuno composto da poche moto; lamps, manina e via così, con Freeblue alla guida del gruppo; facciamo una sosta rifornimento per Jean e ripartiamo subito; arriviamo alle porte di Roma, con la Flaminia, verso le 17 e dopo aver percorso 290 km.
Che dire… lungo il giro, a tratti, ho fiutato l’odore dell’erba; ho sentito il calore del sole quasi per tutto il giorno, sole che ogni tanto faceva scintillare le cromature delle moto dei miei amici. Tutti segnali di una primavera oramai imminente che mi facevano percorrere mentalmente gli itinerari che arriveranno con la bella stagione, sempre più lunghi, sempre più in quota, sempre più divertenti. Ho guidato sempre in coda, tranne in un paio di tratti per disimpegnarci velocemente dai labirinti creati dai capricci del Garmin di MrSergio; mi sono goduto l’andare degli amici, così diversi fra loro nel modo di stare in sella, nel modo di guidare, ma tutti così sciolti e sicuri; uno spettacolo!
Ringrazio loro per avermi regalato l’ennesima bella giornata vissuta fra moto, natura ed amicizia.

Alla prossima, Babbaluci!