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9 novembre 2008 – Orvinio e Narni

Anche questa uscita e’ finita nell’album dei ricordi.
Le premesse sul forum, durante la settimana, non lasciavano intravedere una consistente partecipazione… dubbi ed incertezze fino all’ultimo, come e’ naturale possa capitare; ma domenica mattina ci siamo trovati in otto all’appuntamento: Danilo, Ste, Poldo, Murdok, Lanti, Barnaba, Jestercap ed Ulysse.
La riunione del gruppo e’ avvenuta presso l’area di servizio della Roma – L’Aquila, dopo il casello; arriviamo alla spicciolata, saluti, abbracci, pieno e l’immancabile caffe’; questa volta pero’ il caffe’ e’ supportato da una manciata di biscotti provenienti dal vecchio ed inimitabile forno di Trastevere, giusto per un rinforzino calorico.
Partiamo; percorriamo velocemente, ma sempre entro i limiti imposti dal codice, i venti chilometri di autostrada che ci separano da Vicovaro; c’e’ da dire che nessuno di noi ama l’autostrada ma venti chilometri li sopportiamo volentieri perche’ ci evitano il caos della Tiburtina fin dopo Tivoli, facendoci guadagnare tempo prezioso.
All’uscita dal casello Poldo ne approfitta per cambiare i guanti, sente freddo; sembra una stupidaggine, ma un elemento accessorio al quale si da poca importanza puo’ invece condizionare una intera giornata se e’ inadatto e quindi causa di fastidio. Fortunatamente qualcuno, uno a caso, ha un paio di guanti in piu’ stipati fra le pieghe della tuta da pioggia e cosi’ il problema e’ risolto alla svelta.
Ancora una volta e’ il nostro “arancione” ufficiale, il buon Jestercap , ad aprire la processione, con un buon ritmo, frizzante al punto giusto… una effervescenza naturale! Da Vicovaro saliamo verso Licenza, Percile, poi Orvinio ed infine Poggio Moiano; la strada è molto bella, come i paesi che attraversiamo ed i panorami che scorrono ai nostri lati. L’asfalto e’ bagnato ma non scivoloso; guidiamo tranquilli, comunque prudenti e senza strafare, non ci sono le condizioni adatte a lasciarsi andare un po’ di piu’ e sarebbe stupido rischiare. Ci troviamo sulla Salaria, arriviamo a Rieti e Jestercap produce un percorso che ci porta a lambirne i limiti periferici senza costringerci ad attraversare la citta’, una sorta di tiro ad effetto, di esterno sinistro, che ci fa arrivare esattamente dalla parte opposta alla quale siamo arrivati, velocemente.
Ora c’e’ nebbia, un attento Barnaba se ne era già accorto dalle alture di Orvinio, ma fortunatamente non e’ poi cosi’ fitta e dopo pochi chilometri, piu’ o meno all’altezza di Quattro Strade, cede alla prepotenza del sole.
Io e Dennykey ci alterniamo nel ruolo di scopa, in fondo alla colonna; davanti allungano un po’ e si forma un certo gap fra il gruppo di testa e la coda… Accidenti, sono andati in fuga, ci hanno sorpreso e beffato! Le condizioni dell’asfalto ora sono ottimali, qualche rara chiazza di bagnato ai lati e nulla piu’; sono ragazzi, lasciamoli divertire! Io me ne sto buono buono a fare il fanalino di coda, davanti a me, nell’ordine, Dennykey, Lanti e Ste.
Eccoli i due anziani del gruppo: Dennykey ed Ulysse ; facciamo proprio la parte dei vecchietti, buoni buoni in coda, come se fossimo in fila alla posta, per la pensione; quasi quasi mi viene da chinare il capo ed incrociare le mani dietro la schiena. Mentre sono preso da questi pensieri ecco che il piu’ giovane dei due, Denny, approfitta di una curva a sinistra, abbastanza decisa, per superare Lanti. E’ un classico del suo repertorio, oramai lo conosco! Se voleva andare semplicemente avanti avrebbe sorpassato sul dritto, non in staccata per poi far scatenare quel mostro che ha fra le cosce! La moto, che avete capito!!! Lo conosco, mi ha sbattuto il guanto in faccia e debbo reagire… Lui tira, tira ed io tiro, tiro… lui stacca, piega ed io pure, ma porcatrota in uscita di curva e’ impossibile restargli a ruota, penso mi ci vorrebbe un ombrello per agganciarmi al codone e farmi tirare!!!
Qualche chilometro a questa andatura e ci ricongiungiamo con la testa del gruppo; aspettiamo gli altri e dopo qualche fotina si riparte; la strada costeggia il lago di Piediluco, passiamo le Marmore e siamo a Terni; qualche semaforo e di nuovo liberi, la bella Flaminia Ternana ci conduce a Narni, fino al Cavallino, luogo prescelto per consumare il frugale pasto del motociclista. Parcheggiamo, due chiacchiere prima di entrare e Ste ci saluta per fare rientro a casa. Il pranzo e’ condito dalla solita marea di cazzate; a focalizzare l’attenzione e’ soprattutto un loquace Lanti che si lancia in filosofiche ed originali teorie su argomenti mooolto delicati: i modi per lasciare questo triste mondo, fa piu’ male l’alcool del fumo, le gomme, la moto, gestione delle corna e via di questo passo. Quasi tutti scelgono di non consumare un pasto completo, chi prende un primo ed un contorno e chi un secondo con contorno; quasi tutti, meno uno: il solito famelico Lanti che si sbafa primo, secondo, contorno e dolce!!! In piu’ gli ho insegnato come fare una pappetta molto nutriente con il parmigiano ed il sugo della pasta rimasto sul fondo del piatto, un additivo per il colesterolo… e’ sembrato alquanto soddisfatto di questa piccola leccornia!
Arriva il conto, onesto; abbiamo mangiato bene e la cameriera, come giustamente osserva Jestercap, e’ riuscita ad essere simpatica ma non invadente; paghiamo e subito dopo siamo di nuovo in moto; Dennykey ci conduce lungo la Flaminia Romana per fermarsi presso un altro ristorante e prendere un biglietto dello stesso… Da non crederci: abbiamo appena iniziato la digestione che già si pensa alla prossima pappata! Ripartiamo, di nuovo Dennykey in testa, e tranquillamente, via Flaminia, raggiungiamo il Sassacci. Sosta, caffe’, qualche chiacchiera e saluti: io prendo le vie interne, Faleria, Calcata, Mazzano ed Anguillara, per raggiungere velocemente casa.
Gli altri proseguono sulla Flaminia, che li condurrà fino a Roma.
Bella uscita, bel gruppo, inaspettato, e sole; gli ingredienti per essere soddisfatti c’erano tutti e li abbiamo sfruttati al meglio.
Ora non ci resta che aspettare la prossima uscita, godendoci nel frattempo il sapore lasciato da questa splendida giornata passata insieme, in amicizia, ancora una volta.

Alla prossima, dunque!

26 ottobre 2008 – Porano

Bel giro e bella gente!
Ottobre ci regala una bella giornata di sole, il che rende la gita fuori porta ancora piu’ piacevole. Alle 8 e 20 sono davanti al garage di Papen ed insieme ci rechiamo all’appuntamento, al solito benzinaio sulla Flaminia. Alla spicciolata arrivano tutti gli altri, oggi siamo in otto, il che non e’ male per una uscita non programmata:
Papen, Dennykey, Ste, Mariopio, Jestercap, Antonio, Luigi, Ulysse.
Si parte, prima sosta inevitabilmente al Sassacci; Papen tira fuori una scatola frutta martorana arrivata direttamente dalla Sicilia, un buon caffettino, l’incontro con il mitico pischello e la sua Yamahina che “de targa e’ cinguanda”, due foto e siamo di nuovo in sella.
Seguiamo la Flaminia, tutti dietro a Jestercap; la giornata e’ primaverile e ci sono parecchie moto in circolazione. Passiamo per Amelia, la strada e’ piacevole quanto i panorami; purtroppo un imbecillotto a bordo di una 125 pensa che si tratti di una gara e si infila in mezzo creando un po’ di panico; dato che persevera nella sua stupidita’, bisogna usare un altro linguaggio per fargli capire che oltre ad essere fastidioso, e parecchio, e’ anche pericoloso…
Poseguiamo ed in tutta tranquillita’ arriviamo sotto Todi; avevo pensato di raggiungere Orvieto passando un po’ piu’ a nord, ma Alberto propone il percorso classico che costeggia il lago di Corbara. Proprio nei pressi del lago ci concediamo un’altra sosta, siamo vicini alla meta ed abbiamo tempo per un aperitivo.
Siamo comodamente stravaccati a parlare quando si ode una vocina dire: “vogliamo andare a mangiare?”; nessuno gli da peso ed allora Ste ripete in maniera piu’ energica: “arzamo le chiappe??”. Agli ordini!
Ripartiamo, quindi, e sempre guidando tranquilli e rilassati in breve arriviamo a Porano. Il borgo e’ piacevole, caratteristico e ben tenuto. Percorriamo a piedi qualche ripida viuzza ed arriviamo finalmente al “Boccone del Prete”.
Sul pranzo sarebbe da stendere un velo pietoso: una serie infinita di antipasti, tanti, ma proprio tanti tanti, che da soli erano gia’ un pranzo piu’ che abbondante; i primi li abbiamo presi per pura gola, mentre l’abbacchio con le patate ha posto il timbro etichettando il gruppo come veri debosciati!!! Qualcuno, del quale non faccio il nome per decenza, ha trovato pure posto per il dolce!!!
Usciti dall’osteria dobbiamo necessariamente riprendere fiato e ci ferminamo sulle panchine ad ammirare il panorama, che include anche una vista del Duomo di Orvieto.
Ste e Dennykey ripartono per un rientro veloce via autostrada; il resto del gruppo invece rientra attraverso un percorso piu’ guidato: Castiglione in Teverina, Bomarzo, Bagnaia… Ulteriore scissione del gruppo: Ulysse prende per vie interne, scendendo verso Vico, Ronciglione e poi via verso la costa; gli altri vanno a prendere la Cassia Bis.
Il giro e’ stato molto divertente, la compagnia ottima; Papen usciva in moto con noi per la prima volta ed anche Mariopio, neo iscritto, ha finalmente potuto fare la sua prima uscita con i Babbaluci. Abbiamo poi avuto la compagnia di Antonio e Luigi, anche se non iscritti al nostro gruppo ma speriamo lo facciano presto.
A tutti un ringraziamento per aver consentito lo svolgimento di una piacevolissima giornata, aiutata anche dal clima veramente primaverile; un rammaico per i nostri amici che non hanno potuto partecipare ed ovviamente l’invito a tutti per la prossima uscita.

12 ottobre 2008 – Tuscia

Giornata da classica ottobrata romana, con sole e temperatura mite.
Nonostante questo abbiamo effettuato un giro ridotto rispetto al nostro chilometraggio standard, per poter rientrare presto a casa causa impegni vari.
Ci incontriamo alle 9 sulla Salaria, ovviamente al piazzale della BMW: Dennykey, Lanti, Jestercap, Barnaba ed io, Ulysse. La giornata e’ stupenda e vedo passare moto in continuazione; il luogo e’ sfruttato come punto di incontro anche da altri gruppi di motociclisti. Tutti puntuali, partiamo alla volta del primo bar, che e’ poi il “BAR FORTUNA” davanti alla traversa del Grillo.
Altre moto ferme, anche da fuoristrada. Dopo la colazione offerta da Dennykey si riparte, imboccando proprio la Traversa del Grillo. Un itinerario di massima lo abbiamo, ma preferiamo effettuare un percorso “interattivo” e decidere ad ogni incrocio quale direzione prendere. Saliamo su per la Tiberina, poi deviazione per Nazzano e di nuovo sulla Tiberina, fino ad incrociare la Flaminia, che percorriamo fino al mitico “BAR SASSACCI”.
Questo tratto di Flaminia, ben conosciuto e molto frequentato dai motociclisti, ci offre l’opportunita’ di collaudare le nuove Diablo Rosso di Denny: le gomme si comportano bene e lui ancor di piu’… Deve aver dimenticato di essere diventato papa’ da due settimane e ruota la manopola del gas senza esitazione, ma sempre usando il cervello come e’ suo e nostro costume.
Al Sassacci assistiamo ad una scenetta dal sapore antico, tenerissima: parcheggiamo le moto (il piazzale era pieno) vicino ad un gruppo di conquantini, non i soliti scooter ma motociclettine Aprilia e Yamaha con tanto di deltabox. Non sfugge allo sguardo attento una nota dissonante: una motina si rivela essere un 125 Yamaha sotto mentite spoglie… Ecco uscire i giovanissimi proprietari dal bar: minuti, graziosi e ruspanti. Quello che doveva essere il capetto del gruppo si avvicina alla Yamahina e noi lo apostrofiamo: ” a regazzi’, quant’e’ de cilindrata?”. E lui, candido: “de targa cinganda”. Beata giovinezza. A me hanno fatto tanta tenerezza, riportandomi parecchio indietro negli anni: i pochi soldi spesi tutti in miscela, i giubbotti rimediati in cui ci stavi dentro tre volte; caschi improponibili, scarti dei piu’ grandi, spesso senza visiera; guanti inesistenti di di tipo assolutamente non adatto. Ma ho visto in quei ragazzini la stessa passione irrefrenabile; speriamo che sappiano coltivarla al meglio e crescere nelmodo giusto, glie lo augurodi cuore.
A questo punto Denny ci abbandona e torna verso casa, mentre noi passiamo il bivio di Civita Castellana e prendiamo per Gallese; la strada poi ci porta a Corchiano, Vignanello e Canepina. Come tante formichine una teoria ininterrotta di persone sta raccogleindo castagne a bordo strada, in modo sconsiderato e pericoloso; ci sono anche auto parcheggiate in malo modo e noi di conseguenza adattiamo il nostro passo alla situazione.
Prima di scendere al lago di Vico (curiosamente chiamato Lago di Vicolo su Google Map) facciamo una breve sosta per fissare i supporti della carena della moto di Barnaba, che si erano molto allentati provocando un fastidioso ciotolamento della carena. Ripartiamo, ancora sole e bella strada; itinerario classico, percorso mille volte, ma sempre piacevole e d’altronde in giri cosi’ brevi non e’ che ci possiamo inventare chissa’ che.
A Manziana ci salutiamo: io, Ulysse, prendo per il bosco di Manziana, Sasso e scendo sull’Aurelia a due passi da casa; Jestercap, Barnaba e Lanti proseguono sulla Braccianese in direzione Roma.
Giro corto, prima della 14 sono a casa, ma soddisfacente; bella compagnia e rammarico per i compagni motociclisti rimasti a casa, chi acciaccato e chi impegnato.
Ci rivedremo tutti insieme, ovviamente…
Alla prossima!

4-5 ottobre 2008 – Ciociaria e Maiella

Dovevamo essere di piu’, molti di piu’ per la seconda edizione del famoso “Gay Pride”, come battezzato lo scorso anno da Jestercap.
Era anche la prima uscita importante dopo le ferie, i lieti eventi, gli impegni di lavoro ed altro, che hanno diradato le nostre attivita’ motociclistiche.
Il meteo che ha messo molta ansia, qualcuno zoppo, un altro convalescente, qualcuno con la febbre, qualcun altro con la paura di prenderla, alla fine siamo partiti da Roma in quattro: Poldo, Freeblue, Ste ed Ulysse, con Ste che ha partecipato solo sabato.
Ci vediamo sulla Anagnina; pochi km per arrivare al distributore ed al primo bar per le operazioni di rito e poi, a passo non troppo spedito, ci avviamo verso Colleferro.
Il tempo e’ imbrogliato ma non piove; le prime gocce cominciano a cadere a quattro Km da Carpineto ma arriviamo al solito bar senza inzupparci; dopo il caffe’, proprio mentre stiamo per indossare gli antipioggia, arrivano due simpaticissimi Carabinieri che chiedono i documenti a tutti. La pioggia ora e’ battente, siamo tutti sotto la tettoia del bar e finito il controllo continuiamo a parlottare per un po’ con i due Carabinieri, poi riprendiamo la marcia. La pioggia cessa quasi subito, la Carpinetana e’ bagnata e scivolosa ma noi non abbiamo fretta e ci godiamo una passeggiata in pieno relax; giunti a Maenza, per evitare l’inutile giro per Priverno e la superstrada fino a Fondi, imposto una rotta a “due quarte a sud di est” per tagliare il percorso passando per Castro dei Volsci… ecco, ci siamo, dopo il primo tratto in aperta campagna attraversiamo la superstrada, prendo a destra… cazzarola, il nuovo percorso, dopo un altro tratto campagnolo, ci riporta sulla superstrada ma in direzione opposta! Ho sbagliato, quale disonore, adesso me ne diranno di tutti i colori e chissa’ per quanto dovro’ pagare lo scotto di questo errore gravissimo! Mi preparo psicologicamente a subire la gogna, ma gli amici sono piu’ che buoni, tranne Poldo con una sua malefica frecciatina: “stavorta te sei sbajato, eh?!”. Va bene, poco male, in fin dei conti i simpatici tutori dell’ordine ci hanno fatto perdere molto piu’ tempo e noi con un toboga riusciamo a riprendere la retta via e ad arrivare a Sora in orario per il pranzo. Gia’, Sora, o meglio il Grottino! Non abbiamo preannunciato il nostro arrivo, ma veniamo comunque accolti calorosamente da Melissa & co. Il pranzo non lo descrivo per decenza, e neanche il conto, perche’ a raccontare quanto tanto e bene abbiamo mangiato e quanto pochissimo abbiamo speso, si corre il rischio di essere presi per bugiardi.
Si sono fatte oramai le tre e mezza del pomeriggio; Ste vorrebbe proseguire con noi fino ad Opi e poi salire per il Passo del Diavolo per andare a prendere la A24 a Pescina; ma e’ tardi e decide di tornare indietro. Comprendiamo i suoi impegni ma ci dispiace veramente vederlo andare via…
Noi invece di tempo ne abbiamo e ne approfittiamo per passare a Posta Fibreno; il luogo e’ sempre affascinante, ed il maltempo gli dona un’atmosfera particolare. Dopo la sosta ci inerpichiamo su per una stradina tanto stretta quanto ripida, con tornanti da prima ridotta, ma che in un attimo ci porta ad incrociare la strada per Forca d’Acero; ricomincia a piovere, di nuovo indossiamo gli antipioggia e via. La salita al passo e’ molto bagnata, l’asfalto pero’ consente una buona aderenza; ci fermiamo poco prima della forca per ammirare il panorama, mentre sta venendo giu’ il nevischio, ma una volta svalicato il passo non piove piu’ ed arriviamo ad Opi in perfetto orario e neanche tanto bagnati.
Al campeggio prendiamo possesso della roulotte e dopo esseci sistemati ci facciamo un aperitivo a base di patatine, birra e coca; la sera altra cena da paura, con fettuccine fatte a mano condite con sugo di cinghiale e funghi. A seguire cicoria, broccoletti e patate, vino rosso e via cosi’.
La notte fa molto freddo, ma nella roulotte si sta benissimo; il cielo e’ stellato ed e’ una buona premessa per una domenica senza pioggia. Al mattino ci svegliamo in una atmosfera completamente diversa; le cime delle montagne intorno a noi sono illuminate dal sole nascente ed il cielo e’ limpido; dobbiamo mettere le moto al sole, perche’ durante la notte si e’ formata sulle stesse una coltre di ghiaccio!!!
Andando verso i bagni ci imbattiamo in un cinghiale enorme, che cerca di sfondare la rete di recinzione con il muso… forse incazzato perche’ nel sugo della sera prima c’era un suo parente.
Colazione, conto (una miseria!), ci prepariamo, sistemiamo le borse e ripartiamo; abbiamo improvvisato un itinerario di massima, il tempo e’ a dir poco splendido e ci avviamo baldanzosi.
Alfedena, Castel di Sangro, poi su ad infilarci nel Parco della Majella, con i suoi spettacolari borghi e panorami e con una serie infinita di curve, tornanti, salite e discese; arriviamo fino al laghetto di Sant’Angelo, dove iniziamo il rientro verso casa; tagliamo il parco diagonalmente, l’idea e’ di andare ad intercettare la parte alta della SS5 ad una decina di km da Cheti, percorrerla fino a Tagliacozzo o Mandela e da qui prendere l’ultimo tratto della A24 per Roma. Tutto procede secondo tabella; prima di Popoli, sono le 13 e 30, Poldo avvista la locanda del Postiglione: la fame c’e’, l’ora e’ quella giusta, il punto di ristoro c’e’ quindi in pochi secondi siamo con le gambe sotto al tavolo; che noia, ancora una volta pappardelle ai funghi porcini (e tartufo), scamorze e prosciutto, Poldo decide per un misto salumi/formaggio, niente vino, caffe’ e si riparte.
Sono davanti, procedo a velocita’ ammessa dal codice, la strada e’ bella ed il tempo pure; non e’ neanche tardi… Ad un certo punto vedo un cartello ed il nome del paesino indicato mi riporta indietro nel tempo: li ci sono gia’ passato, ricordo panorami splendidi e strade che un motociclista non potrebbe desiderare di meglio; senza indugi e senza comunicare nulla ai due compagni prendo per il nuovo percorso: due ore abbondanti dove ci si dimentica dell’esistenza dei rettilinei; solo curve, tornanti, saliscendi a ripetizione; il tutto in assoluta assenza di traffico e fra panorami mozzafiato… ci troviamo su un tratto di strada obbligata, non ci sono deviazioni e mi concedo un allungo; poi, giustamente, mi fermo ad aspettare Andrea e Paolo, approfittando di un punto panoramico; arrivano, e Paolo supplica: “basta curve, per favore prendiamo l’autostrada!”.
Bene, in una trentina di Km raggiungiamo il casello piu’ vicino e ci infiliamo sulla A24; in una oretta di marcia siamo al casello di Roma, saluti, baci e abbracci… Siamo soddisfatti, belle giornate nonostante il meteo non favorevole di sabato, percorsi interessanti, panorami bellissimi, compagnia sempre squisita, due giorni in amicizia e divertimento… Cosa possono chiedere di piu’ degli svalvolati in moto? Peccato per chi non c’era, veramente; siamo dispiaciuti per loro.
Forse questa era l’ultima occasione per effettuare uscite di questo tipo, fra non molto dovremo impostarci su “modalita’ inverno” ed accorciare i percorsi, relegandoli a quote piu’ basse.

Alla prossima!

20 luglio 2008 – Marta e Tuscania

Bella domenica!
All’inizio non sembrava potesse accadere, date le mestruazioni di qualche maschietto.
La presenza delle “femmine” ci fa optare per un giro soft, che ci consenta di fare una passeggiata senza esagerare con i Km e con l’impegno nella guida.
Ci vediamo alle 9 e 30, o poco piu’: Ulysse, Lucilla, Lanti, Ste, Murdok, Ilaria, Poldo e Gabriellina. Percorriamo Casal in Selce e poi, passando per Santa Maria in Galeria, arriviamo ad Anguillara. Colazione, pagata da Gabriellina in quanto sembra fosse stata la causa del ritardo… Ci rimettiamo in sella, senza fretta, e dopo aver fatto un mezzo giro del lago arriviamo a Sutri, poi Ronciglione, poi su per la Cimina, ed infine Marta.
Ci rilassiamo in riva al Lago, qualche foto, passeggiatina, poi Ste e Lanti prendono la strada di casa e noi, dopo un aperitivo, inforchiamo di nuovo le moto per raggiungere Tuscania, dove ci aspetta una magnifica osteria per un frugale pranzo.
Consumato il pasto ci andiamo a distendere sulla fresca erbetta della torre, ammirando il paesaggio; Poldo lancia l’iniziativa di andare a visitare la basilica di San Pietro.
Cosa che facciamo non senza aver gustato prima un gran bel gelato…
La basilica ci fa fare un tuffo nel passato, un ambiente molto suggestivo!
Il ritorno e’ una bella passeggiata fino a Cura di Vetralla, dove tentiamo invano di chiamare Fonzie… Ci salutiamo, ognuno prende la strada di casa propria, la giornata e’ stata splendida sotto tutti i punti di vista, nonostante alcuni siano gia’ in ferie ed altri gia’ impegnati, i Babbaluci riescono comunque a formare bei gruppetti.

Alla prossima!

6 luglio 2008 – Ciociaria

Ma che bella giornata!
Oramai e’ consuetudine iniziare cosi’ i resoconti delle nostre uscite, tanto che potremmo adottare come sigla la celeberrima ed omonima canzone di Ugolino…
Ci vediamo alle otto, quasi tutti puntuali, all’Osteria del Curato: DennyKey, Lanti, Massimiliamo e Tonino, amici di Denny; Ste, Poldo, Freeblue, Ducatina, Murdok, Ulysse e Lucilla.
Azz! 10 moto, 11 persone, un record anche quando eravamo nel vecchio gruppo, assai piu’ numeroso. Partiamo, percorrendo prima la Anagnina, quindi la via Latina, fino a Colleferro e poi, ovviamente, su per la Carpinetana. Proprio a Carpineto diamo modo ad Andrea di pagare la colazione, ci teneva cosi’ tanto… Di nuovo in sella, per il tratto piu’ spettacolare della SP 609; piccola sosta fotografica al bivio di Maenza e si prosegue per Fondi; qui abbiamo appuntamento con un gruppo di Scugnizzi: Gipx, Emiliano, Ivan, Husul e Syaia.
Naturalmente l’incontro avviene davanti alla tabaccheria di Giggio-Logan! E’ sempre un gran piacere rivedere gli amici, specie quelli piu’ lontani; l’unico rammarico e’ che Giggio, data la sua attivita’, e’ costretto a passare piu’ tempo fra pipe e bocchini che sulla moto! Ma verra’ anche il suo turno.
Dopo le operazioni di baratto fra giacche, cupolini, qualcuno che chiede magliette etc, ci rimettiamo in sella; ora siamo ben 14 moto e 16 persone, davvero un bel gruppo!
Direzione Itri, strada piacevole, abbastanza veloce e poco trafficata. Saliamo di quota, per una bella passeggiata sull’Appennino; Dopo 40 Km ci fermiamo ad aspettare la coda del gruppo e per un ristoro, dato il gran caldo; Syaia non ce la fa, soffre troppo il caldo e Husul decide di riprendere la strada di casa; peccato, ma la sicurezza viene prima di tutto!
Ripartiamo, 13 moto; guidando ho l’abitudine di controllare costantemente i retrovisori per avere cognizione di cosa succede dietro, alla colonna di moto che seguono e questa volta lo faccio con maggiore frequenza perche’ mi ritrovo ad ammirare la postura e la pulizia di guida di Emilio: pennella le curve senza esitazione, senza mai sbagliare; si vede che e’ un motociclista esperto, niente fronzoli e molta sostanza, tanto che mi viene da pensare: forse e’ anche lui un endurista!!!
Arriviamo senza indugi, ed in perfetto orario, alla trattoria dove avevamo prenotato il pranzo.
E’ la prima volta che veniamo qui, su consiglio della nostra amica Melissa: lei ha partorito da qualche giorno ed il Grottino e’ chiuso. Siamo ovviamente strafelici per lei ma per noi e’ stata una tragedia!!! Fortunatamente la bravissima ed altruista Melissa ci ha consigliato per il meglio: abbiamo mangiato bene, un buon servizio ed un prezzo piu’ che onesto, solo 15 euros a casco!
Ma il verdetto e’ stato unanime: IL GROTTINO PER TUTTA LA VITA!
Lanti ci abbandona a meta’ pranzo, non senza aver fatto sparire ricottine, mozzarelline, fritti, cannelloni e fettuccine con la voracita’ di un caimano!
Basta; si riparte, direzione Veroli; prendo la solita scorciatoia che a me piace tanto ma a Poldo un po’ meno; Ivan si diverte sul fondo sconnesso, forse anche Emilio; il percorso e’ a traffico zero, immerso nel verde e mentre si guida si puo’ ammirare la pianura e sentire il profuno della ricca vegetazione; ad un tratto si sbuca, letteralmente, sotto Veroli, dove arriviamo con una serie di tornanti da prima ridotta. Il prossimo way point e’ Guarcino, per poi proseguire con un lungo tratto, veramente divertente, fino agli Altipiani di Arcinazzo.
Sosta ristoro (bar pessimo, non aveva neanche le granite) e commiato degli Scugnizzi, che riprendono la via di casa. Anche noi prendiamo per Subiaco e poi dopo un breve passaggio sulla Tiburtina, gia’ trafficata, entriamo sulla A24. Al casello c’e’ la solita fila, peraltro disordinata ed e’ difficile anche raggiungere il varco telepass; che imbecilli questi automobilisti della domenica! Sul GRA il solito delirio di auto, con altri imbecilli (ma forse sono gli stessi) che fanno slalom fra le corsie come se fossero impegnati in una serie di chicane…
Si rientra a casa, ci siamo salutati al casello di ingresso in A24 ed abbiamo aspettato per un po’ Denny, Free e Ducatina; probabilmente hanno tirato dritto sulla Tiburtina.
Bella giornata, compagnia giusta alla quale ormai non si puo’ rinunciare, bella passeggiata in Ciociaria, anche se su percorsi gia’ battuti, ma l’importante e’ vivere tutto questo insieme, in armonia e magari con la possibilita’ di fare nuove, interessanti conoscenze, proprio come oggi.

Alla prossima!

15-16 giugno 2008 – I Nove Passi

Le cose più riuscite, più entusiasmanti nascono sempre da un lampo del cervello, da un pensiero folle che si tramuta in realtà grazie all’apporto positivo degli amici, all’abitudine che oramai abbiamo nel credere fortemente in quello che possiamo fare, all’entusiasmo contagioso del gruppo.
E così e’ successo anche questa volta: un messaggio di saluto a Rino, l’invito a parteciare alla 10 Colli Bolognesi che lui, Piero e Nutella hanno organizzato; perche’ no?! Rino, porto qualche amico? Ovvia la risposta…
Pero’ Bologna non e’ dietro l’angolo, partire da Roma, fare la 10 Colli e rientrare in giornata significherebbe scoraggiare i più a partecipare; allora penso a due giorni fuori e nella mente si scarica improvvisa tutta l’energia del fulmine, un lampo accecante: da Bologna a Roma avendo un giorno a disposizione ci si arriva facendo prima una bella sgroppata sui passi dell’Appennino Tosco Romagnolo… Propongo, proposta accettata!
Dopo giorni di disquisizione sull’orario della partenza arriva lui, il solito Mediano e Pessimo Elemento, Dennykey: ma perchè svegliarci alle quattro per partire alle cinque del mattino? Non dormiamo affatto e partiamo alle due! E come fai a dire di no? Ci vediamo dunque alle due e mezza dar Maritozzaro, a Porta Portese, dove Lanti va a sbattere le ginocchia addosso alla cassa per assolvere all’antico e scarosanto rito che vede l’ultimo pagare la colazione. Ce la prendiamo comoda, il tempo non manca; alle tre e venti siamo sull’autostrada, Andrea ad aprire la fila e tutti gli altri dietro. A proposito, il gruppo era composto da (in rigoroso ordine alfabetico, tanto sono sempre l’ultimo finche’ non si iscrivera’ uno Zozzone!!!):
Dennykey
Freeblue
Lanti
Murdok
Poldo
Ulysse
Sosta all’ autogrill per un caffettino e, per i fumatori, l’immancabile sigaretta a seguire… Si viaggia a 100/120 in tutta sicurezza, rallentando quando incappiamo in qualche banco di nebbia. Arriviamo all’appuntamento di Sasso Marconi in perfetto orario, ci sono già gli organizzatori del giro: accoglienza calorosa, saluti, si conoscono facce nuove e si rivedono con piacere persone già conosciute. Dopo aver fatto il pieno si parte: saremo una trentina di moto e forse piu’; i colli bolognesi sono veramente piacevoli da girare in moto e l’organizzazione e’ perfetta, con tanto di sosta ristoro … Superato il ponte di legno decidiamo di tagliare il percorso ed aspettare il resto della truppa al ristorante, in quanto qualcuno comincia ad avvertire un po’ di sonno e stanchezza; consapevoli che noi dopo avremo un’altra sgroppata saggiamente prendiamo un po’ di fiato.
Al pranzo Lanti si esibisce in tutta la sua potenza, fa sparire i tortelloni come fosse Silvan!!! Salutiamo la compagnia alle tre e mezza, alle quattro siamo nuovamente in moto: intravedo sguardi stanchi da sotto i caschi, ma il gruppo procede compatto; questa volta sono io ad aprire le danze, guidando a non più di 80/90 all’ora e non nascondo di esser un po’ preoccupato: la strada che andremo ad affrontare fra poco non e’ uno scherzo, invita a guidare allegrotti e con la nottata, tutti quei km già sulle spalle e l’inesperienza di Lanti spero nessuno si faccia prendere dalla foga superando la soglia di sicurezza.
Lasciamo alle spalle anche Pianoro Vecchio e cominciamo a salire sulla mitica SP65 della Futa e qui per noi inizia “la madre di tutte le escursioni in moto”: Loiano, Monghidoro, passo della Raticosa, breve sosta e poi ancora passo della Futa.
Siamo rinvigoriti e pieni di energia, come per miracolo tutta la stanchezza è svanita, siamo al settimo cielo e ci godiamo il percorso curva dopo curva; tutti entusiasti, ma soprattutto Poldo! Lo vedo ridere dentro il casco come se gli stessero raccontando le barzellette, è commovente… Non è finita, ci buttiamo in picchiata su Scarperia e poi di nuovo su, su, fino al passo della Colla.
Pernottiamo proprio qui, in cima al passo, alla Locanda della Colla; un simpaticissimo e molto disponibile Romano ci accoglie e ci fa sistemare le bestie per la notte.
Breve relax, doccia veloce e poi tutti a cena.
Già… la cena, che cena! Oltre a quello che ci eravamo mangiati a pranzo rusciamo a buttar giù bruschette varie, tagliatelle con porcini, pasta acqua e farina con taaaanto peperoncino, fiorentine, tagliate, filetti… eccheccà, siete senza fondo! Due dita, ma proprio due dita (qua i fiaschi li chiamano dita) di rosso corposo, un sempre loquace e quanto mai filosofo Poldo allietano la serata, fino al momento di andare tutti a nanna.
Gli accoppiamenti nelle stanze sono stati estratti a sorte dopo pranzo e su tutti spicca un improponibile duetto Lanti-Poldo!!! Mammamia!
Al mattino dopo, sette e mezza puntuali, sveglia e colazione; siamo nel pieno di una nuvola, piove! Decidiamo di affrontare il percorso come previsto riservandoci di applicare eventuali varianti (già predisposte) in base alle condizioni meteo, ma non ce ne sarà bisogno in quanto il resto della giornata trascorrerà con un tempo nuvoloso ma “senza che Giove Pluvio ponesse in pratica la sua passeggera minaccia” (cit. audace colpo dei soliti ignoti).
Questi momenti sono indescrivibili: la bellezza “motociclistica” delle strade, l’ambito paesaggistico in cui si snodano, i paesini, la natura incontaminata, km e km senza vedere una casa, l’incontro ravvicinato con un rapace, una poiana di dimensioni notevoli… Sembra di essere a Frittole! Siamo i soli su queste strade, rari incontri, le moto incrociate in tutto il percorso saranno state cinque o sei. La soddisfazione di vedere Lanti progredire metro dopo metro, curva dopo curva… maciniamo avidamente la strada, e senza accorgercene arriviamo alle due di pomeriggio; durante le brevi soste per le foto, o agli incroci per individuare la direzione giusta, mi giungono alle orecchie delle flebili vocine “fame… mangiare…”; non raccolgo, faccio finta di nulla perchè so che fermarci ora ci farebbe perdere tempo e luce preziosissimi, e la rilassatezza indotta anche da un solo panino intaccherebbe la nostra già non eccellente freschezza. Veramente una osteria di campagna era molto invitante, ma fortunatamente era chiusa! Proseguiamo, abbiamo affrontato fino ad ora passo del Muraglione, Valico di Croce ai Mori, passo di Mandrioli, passo dell’Eremo e passo della Peschiera, ci manca solo l’ultimo, il valico dello Spino… Magia, vediamo trasformarsi il quasi viottolo che si stava srotolando dolcemente fra le colline in una specie di Mugello; curve in quarta piena, compressioni, staccate con la ruota dietro che saltella nervosamente… Abbiamo dato fondo a tutto il repertorio di guida! Dopo il valico scendiamo a Pieve Santo Stefano, sono oramai passate anche le tre di pomeriggio; qui è tutto chiuso, lentamente attraversiamo il paese con gli sguardi attenti per scovare almeno una pizzeria ma nulla, così saliamo sulla E45 (Lanti, Lantiiii, da questa parte…) e ci fermiamo al primo autogrill per un paio di straguadagnati panini.
Rifornimento e si riparte, per l’ultima tratta che stancamente e senza nessuna emozione motociclistica ci porterà a casa; pero’ avremo tutto il tempo per assaporare ancora, ognuno nell’intimità del proprio casco, questi due giorni in cui la moto e le strade, pur nella rispettiva magnificenza, sono state solo un catalizzatore che ha permesso a singoli elementi di formare un insieme omogeneo: il gruppo di amici che si muoveva in sintonia, non solo motociclistica, sulle creste dell’Appennino. Cercavamo la soddisfazione di una due giorni tosta, che ti fa sentire motociclista vero, che se ne frega della fatica e della metereologia; abbiamo avuto anche e soprattutto la gioia di ritrovarci ancora una volta in Amicizia!
Grazie a tutti!

17 maggio 2008 – Abruzzo e Ciociaria

Per questa uscita abbiamo fatto un po’ di casino nel forum…
Era prevista per la domenica ma poi, soprattutto per le previsioni meteo non certo invitanti, abbiamo optato per sabato; purtroppo nel caos dei messaggi abbiamo perso quello di Andrea in cui diceva che poteva solo domenica; Alberto invece vedendo il titolo “domenica 18” non ha neanche letto tutti i messaggi perche’ libero solo sabato.
Ci siamo incontrati, Poldo, Dennykey ed Ulysse, all’area di servizio sulla Roma – L’Aquila alle otto ed un quarto, puntuali.
Facciamo il pieno e rinunciamo al bar ed ai bagni, sovraffollati causa gita scolastica; poco male, percorriamo pochi Km di autostrada ed usciamo a Vicovaro; il casellante, interpellato da Poldo, ci indica un bar a 500mt in direzione opposta alla nostra.
Colazione, consultazione mappa, di nuovo niente bagno a causa di una signora che passa e ripassa lo straccio; ci rimettiamo in sella e partiamo. La seconda sosta la facciamo a Pescina, dopo aver attraversato Avezzano e parte della piana del Fucino; soddisfatti, ci rimettiamo in marcia salendo per il Passo del Diavolo.
Prima di arrivare al passo io, Ulysse, ho un piccolo problema al freno posteriore: il materiale frenante di una delle due pasticche si stacca dal supporto e andando a frenare all’ingresso di un tornante mi ritrovo lungo… con quel pessimo elemento di Dennykey che ne approfitta per sorpassarmi all’interno!!! Proseguiro’ il giro senza freno posteriore.
Ci fermiamo per la foto sotto il cartello del passo e dalla casa di fronte veniamo notati da un simpaticissimo personaggio, che ci viene incontro sia per salutarci sia per informarsi se e’ tutto a posto! Scambiamo due chiacchiere e subito diventa nostro amicone… Domenico! Sta tirando su un agriturismo, la promessa e’ di andarlo a trovare al piu’ presto, con un paio di bottiglie.
Arriviamo a Pescasseroli, poi al bivio sotto Opi; dovremmo andare per Alfedena e proseguire per Isernia, ma la strada e’ chiusa per il Giro d’Italia. Senza perderci d’animo prendiamo dalla parte opposta e saliamo per Forca d’Acero; sosta sul valico e discesa verso Sora.
A Sora, che ve lo dico a fa’, pranzo pantagruelico al mitico Grottino, non senza un preliminare aperitivo seduti al bar; il pranzo ci mette in fuorigioco, recuperiamo con un caffe’.
Studiamo il percorso per il rientro: per stradine, ma proprio ine ine, al limite dello sterrato saliamo su per i colli ed arriviamo a Veroli. Percorso millecurve e paesaggio incantevole.
Si prosegue per la 155, passando per Acuto e Fiuggi, e poi ultimo breve tratto di Roma – Napoli fino al raccordo, dove ognuno prende la propria strada di casa.
Giornata piena, il rientro e’ al calar del sole; ci resta la solita, grande soddisfazione di aver passato una bella giornata in compagnia; l’unico dispiacere e’ per gli assenti, per alcuni dei quali abbiamo un po’ di rimorso per aver inquinato il forum facendogli perdere la bussola e l’uscita…
Alla prossima.

21-27 aprile 2008 – Grecia

Iniziò quasi per gioco… Una frase buttata lì.
Ma poi prese corpo; un elenco di probabili partecipanti si trasformò in gruppo concreto, con pochissime defezioni dalla lista iniziale. E’ stato un bel lavoro di organizzazione: Atene era tappa fissa e scontata, dato che andavamo per incontrare in nostri amici Ellenici; più serviva un’altro sito per dare movimento al viaggio, per cercare di vedere più cose possibili, senza doverci trasferire tutti i giorni di albergo in albergo. Da tenere anche in considerazione che parecchi dei partecipanti non erano mai stati in Grecia e quindi era doveroso conciliare percorsi in moto, panorami e visite ai siti classici. Consultando la carta e soprattutto memore dei precedenti viaggi in terra Ellenica puntai il dito sulle Meteore: storia, percorsi montani, ambiente particolarissimo… così mi misi alla ricerca di una base logistica individuata poi, con l’avallo del nostro amico Ktinos di TDM HELLAS, nella splendida locanda Batalojannis , a Kastraki.
Posto incantevole, economico a livelli imbarazzanti, cortesia, disponibilità… Il mitico Wolf Greco, proprietario della locanda e membro anche lui di TDM HELLAS, e la splendida moglie non ci hanno fatto mancare nulla, ci hanno trattato come se fossimo cugini venuti da lontano: impagabili!
La locanda è proprio sotto le Meteore, in felicissima posizione panoramica; l’incantevole villaggio di Kastraki è anche l’ultimo agglomerato urbano prima della salita che conduce ai monasteri.

21 aprile, lunedi.
Il viaggio di andata è stato abbastanza monotono e privo di emozioni particolari, se escludiamo l’incontro con il Gruppo Trinacria: Cristiana, Maria, Marco e Francesco, che tramite traghetto aveva raggiunto Napoli. Da Roma eravamo partiti io, Ulysse, Roberta, Marco, Danilo, Andrea e Wolf. La riunione è avvenuta sull’autostrada, presso un’area di servizio fra i due caselli di Avellino; piccola sosta, saluti, caffè e si riparte. A Brindisi dovevamo esserci per le 17, orario comunicato dalla compagnia di navigazione; arriviamo anche prima, Andrea effettua il check alla biglietteria, ci resta tempo per andare in centro a procurarci i panini per la sera e qualcosa per la colazione del giorno dopo. Ci imbarchiamo; antipatici e scorbutici gli addetti all’imbarco, che neanche provvedono ad assicurare le moto, così dobbiamo fare da soli; menomale che non ci perdiamo d’animo! A bordo avevamo prenotato le poltrone, dato che l’arrivo era previsto per le tre di notte; chi le ha utilizzate non è riuscito a dormire causa bambini allo stato brado e ambiente impregnato da una gradevolissima puzza di piedi. Dopo aver avidamente trangugiato i panini io, Danilo ed Andrea ci sbrachiamo su delle comodissime poltrone a poppa, all’aperto. Si stava benissimo e, complice birrozze offerte da Danilo, ci facciamo anche una bella dormita.

22 aprile, martedi.
Sbarchiamo ad Igoumenitsa in piena notte; Danilo, il Pessimo Elemento, tira fuori fette di pane ed un barattolo di nutella; come api sui fiori gli ronziamo intorno e prendiamo ciascuno la propria razione di nettare; un buon caffè e lentamente ci mettiamo in marcia, destinazione Kastraki. Autostrada, ma solo una quarantina di Km, perchè è interrotta e più di una volta siamo costretti ad uscire e rientrare dopo un percorso alternativo ; dato che oramai le tenebre si stanno diradando possiamo anche ripiegare sull’itinerario previsto inizialmente, sicuramente più appagante. Detto fatto: Joannina, Metsovo, il passo Ketara, 1690 mt… Qui c’è una gustosa performance di Cristiana, la quale vedendoci tornare indietro per fare le foto sotto al cartello ci dice: ma non le possiamo fare al prossimo 1690? Strada incantevole, panorama ancor di più; finalmente lo scenario si apre sulle Meteore. Primo piacevole rifornimento greco… ci arrabbiamo confrontando il costo del carburante!!!
Arriviamo alla locanda; incontro, presentazioni; subito in camera per una salutare quanto necessaria doccia e ci ritroviamo tutti, o quasi dato che Wolf aveva le paturnie per aver saltato la poppata all’orario previsto, a tavola; mangiata pantagruelica e poi di nuovo in moto per salire ai monasteri, che possiamo vedere solo da fuori in quanto già chiusi. Però il posto è affascinante, suggestivo; facciamo foto a raffica, qualche altro giretto in moto ed arriviamo a sera. Finalmente conosciamo Wolf Greco! Nel frattempo mi telefona Ktinos annunciando il suo arrivo per la sera successiva, in compagnia di Niknik. Intanto la moglie di Wolf greco, appreso che il giorno dopo saremmo stati in giro in moto e non avremmo pranzato alla locanda, si preoccupa di farci avere dei panini. All’anima dei panini!!! In quelle mezze pagnotte c’era un pranzo completo…

23 aprile, mercoledi.
Al mattino organizziamo la visita ad un monastero, veramente interessante, dove le gentili donzelle debbono indossare una gonna per rispettare la religione Ortodossa; conosciamo anche un simpaticissimo poliziotto motociclista, orgoglioso di parlare l’italiano. Dopo la visita ci avventuriamo in un percorso montano: strada millecurve, saliscendi, alta quota, ruscelli, montagne, villaggi… Veramente non potevamo aspettarci di più. Numerose le soste effettuate per le foto, panorami e gli scorci spettacolari si susseguono senza soluzione di continuità; in una di queste soste, suggerita dalla presenza di una suggestiva chiesa incastonata nella montagna, facciamo fuori i panini. Veramente avevamo passato posti migliori per il picnic, ma quello era l’orario giusto!
Proseguiamo, il giro ci riserva ancora una piacevole sorpresa: un ponte pedonale in pietra, su un grazioso ruscello, alle pendici di una montagna… Altra sosta, aperitivo in un bar proprio accanto al ponte, con servizio all’aperto; un piacevole relax, registriamo anche un video messaggio per la futura primogenita di Daniela e Danilo… Mentre registriamo la mia speranza è che non riprenda dal padre! 🙂
Affrontiamo l’ultimo tratto che, attraversando Trikala e Kalambaka, ci riporta all’ovile.
Sazi? Nooo! Raggiunta la locanda io, Marmar e Jack ripartiamo alla volta dei monasteri, per alcuni scatti al tramonto… Ci imbattiamo in un TDM greco, che scambiamo per Ktinos; Marmar che cerca di fermarlo, quello che scappa impaurito… Io lo raggiungo e dopo un deciso sorpasso, su un tornante, desiste dalla fuga; rallenta e ci manda… Abbbiamo realizzato che non era Ktinos!
Rientriamo. Insieme a noi arriva il vero Ktinos. Ci ritroviamo a tavola, tanto per cambiare, e poco dopo arriva anche Niknik. Serata piacevole, tiriamo veramente fino a notte fonda.

24 aprile, giovedi.
La mattina carichiamo i bagagli, con Andrea paghiamo il conto non senza un reale imbarazzo… Troppo poco! Partiamo alla volta di Atene, guidati e scortati da Ktinos e Niknik; al gruppo si unisce anche Wolf greco, fino a Kalambaka. Dopo Trikala prendiamo l’autostrada! Dù palle, ma tant’è! Sosta alle Termopili, dove oltre al marmoreo pipino della statua di Leonida non c’e’ altro… Piu’ piacevole è la sosta in un paesino in riva al mare, dove ci rifocilliamo a dovere, anche troppo. Dopo il caffè’, in uno strano bar di tendenza, riprendiamo il tragitto: senza spunti degni di nota, altra sosta più o meno inutile a pochi km da Atene. Finalmente arriviamo in albergo: qui alloggiamo al Pireo, il porto di Atene. La zona non è che sia piazza di Spagna ma l’hotel è molto accogliente e sfoggia una struttura degna di un cinque stelle italiano; il rapporto qualità prezzo è notevole!
In un piacevole momento di rilassatezza mi esibisco in una performance teatrale, prendendo le fattezze della maschera della tragedia greca: bastano un lenzuolo, dei rami provenienti da una finta pianta trovata in camera e la mia faccia!!
La sera ricca cena con gli amici di TDM HELLAS: un localino fra la trattoria e l’osteria, dove gustiamo piatti superlativi; in Grecia è la Pasqua Ortodossa e loro non mangiano carne, e nei luoghi pubblici non la servono o se lo fanno lo fanno malvolentieri. Per tutti noi, o quasi e il quasi è sempre Wolf, non e’ un problema, anzi! Pesce, fritti vegetali, feta, formaggi vari, insalata greca… quantità industriali di leccornie passano su quella allegra tavolata. Dopo la cena bel giro in moto, fino ad un belvedere dove possiamo ammirare e fotografare Atene notturna, compresa l’Acropoli. Arriviamo in albergo tardissimo, ma questi sono i ritmi di un viaggio e ne siamo contenti.

25 aprile, venerdi.
A dispetto della nottataccia ci ritroviamo abbastanza presto. In compagnia di Averel raggiungiamo il bar di Kostas, proprio nel quartiere della Plaka, sotto l’Acropoli. Lasciamo le moto in un vicolo di fronte; caschi ed altro invece trovano posto su un tavolo del bar messo a disposizione da Kostas.
A piedi arriviamo all’ Acropoli, sempre in compagnia dell’impagabile Averel. Bel giro, foto a raffica, ci disperdiamo anche, a gruppetti, per poi ritrovarci al cancello principale. Da qui, sempre a piedi, raggiungiamo il mercato di Monastiraki… In se per se non ha nulla di particolare rispetto ai mille alri mercatini di mille altre città, non fosse per la disposizione alle pendici dell’Acropoli; è comunque un quartiere vecchio, variopinto, offre molti spunti per degli scatti validi e tutto sommato la passeggiata è piacevole. L’Acropoli aveva aperto i battenti alle dodici, essendo festivo; la visita, le foto, la passeggiata al mercato e comunque il budello strapieno da giorni non ci hanno fatto sentire i languori della fame; così ci ritroviamo alle sedici, in pieno mercato, in un locale suggerito da Averel; fra l’altro è ancora affollato ed abbiamo difficoltà a trovare posto, segno che non siamo i soli a voler sfruttare ogni secondo di queste bellissime e lunghe giornate. Per tutti, o quasi 🙂  abbondanza di cibo, nuovamente e senza vergogna… Lasciato il locale ritorniamo a gironzolare per la Plaka, fino ad arrivare nuovamente da Kostas e riprenderci moto e caschi. Oramai è sera, rientriamo in albergo che già sarebbe ora di cena, ma saggiamente abbiamo appuntamento con la truppa greca alle ventidue e nessuno, o quasi 🙁 lo trova strano. In fin dei conti abbiamo pranzato alle sedici, loro sono anche impegnati con le famiglie: non dobbiamo dimenticare che gli abbiamo scombinato la Pasqua, considerata la maggior festività religiosa. Alcuni di loro arriveranno addirittura a cena iniziata!
Ritorniamo alla Plaka, nuovamente le moto vengono impastoiate davanti al bar di Kostas; a piedi nuovamente raggiungiamo Monastiraki… Giuro, ho provato vergogna: abbiamo impoverito le riserve alimentari della Grecia! Altra cena a base di innumerevoli piatti diversi, una vera delizia! Questa volta non ci facciamo fregare ed il conto lo paghiamo noi! Ecchecà!!!
Rientriamo alle tre di notte. L’indomani, purtroppo, ci aspetta il ritorno ad Igoumenitsa…

26 aprile, sabato.
Pagato il conto, con vero piacere vista la inusuale sobrietà dello stesso, carichiamo le moto e partiamo… tutti, o quasi … ma arriviamo appena dietro l’angolo, per una colazione! La giornata e’ lunga, dobbiamo percorrere seicento e passa chilometri. Il traghetto parte alle due di notte quindi non ce la sentiamo di effettuare un mero trasferimento senza concederci altre soddisfazioni che solo un viaggio può dare. Quindi appena una sessantina di chilometri di autostrada, giusto per uscire da Atene; che spettacolo: la casellante ci saluta tutti agitando la mano e mandando baci!!! Ci dirigiamo nuovamente verso i monti; la giornata sotto il profilo meteo non è un granchè, ma almeno non piove, così arriviamo a Delphi nel miglior modo possibile, gustandoci il paesaggio e la guida rilassata. Delphi è in montagna, per arrivare attraversiamo un grazioso paesino, meta turistica invernale, sulla sommità di un valico. La visita al sito archeologico è affascinante, dissacrata dalla solita raffica di cazzate.
Riprendiamo le moto, scendiamo verso la costa; al primo paesino sul mare ci concediamo l’ultimo pranzo in terra Ellenica; soddisfatte le necessita’ (!!!) alimentari siamo di nuovo sulle instancabili moto. Seguendo la costa arriviamo fino al ponte che attraversa il golfo che ci separa da Patrasso; non è la nostra direzione, dobbiamo andare esattamente dalla parte opposta, ma chi ci vieta di percorre il ponte andata e ritorno solo per il gusto di farlo? Ovviamente altre foto vengono salvate sulle capaci schede. A malavoglia riprendiamo il percorso verso Igoumenitsa; arriviamo di nuovo sulla costa, c’è da aggirare una baia; abbiamo diverse possibilità, ma c’è ancora tempo e di comune accordo decidiamo di circumnavigare da sud. La strada è bella, sale sulla ripida costa ed anche se sta facendo buio ci godiamo il panorama, compreso un bell’incidente stradale! Quello che pensavamo fosse un ponte sullo stretto è invece un tunnel sottomarino! Chiediamo indicazioni ad un ragazzo che gentilmente ci guida con la sua auto fino all’ultimo incrocio; la strada era comunque giusta e Andrea si rivela un’ottima guida. Oramai sono calate le tenebre, usciti dalla galleria siamo in modalità notturna. Andrea ci guida con maestria fra le montagne, fino a raggiungere Igoumenitsa; sono le ventitre e trenta, il traghetto parte alle due e trenta quindi siamo in perfetto orario; peccato che troviamo tutto chiuso e non possiamo rifocillarci… E’ una settimana che digiuniamo!!! Bivacchiamo al bar, chiuso ma accessibile; Andrea provvede al check; ci imbarchiamo; questa volta un addetto al garage gentilmente provvede ad assicurare le moto. Siamo stanchi morti, appena un dessert al bar della nave e subito in cuccetta, questa volta per un sonno tranquillo, comodo e ristoratore.

27 aprile, domenica.
Scendiamo a prendere le moto nel garage della nave e ci accoglie uno spettacolo imprevisto: i marinai stanno arrostendo abbacchi e souvlaki a tutto spiano, in bracieri di fortuna ma che si rilevano tutt’altro che improvvisati! Oggi è il loro giorno di festa ed ovviamente, come ogni buon marinaio che si rispetti, loro festeggiano a qualunque latitudine-longitudine si trovino, in navigazione o no! Sbarchiamo, ci dirigiamo verso il centro di Brindisi, bella colazione e con un pò di malinconia imbocchiamo l’autostrada. Francesco e Maria partono a razzo, destinazione Costiera per un supplemento di goduria prima di riprendere il traghetto per Palermo. Danilo, Andrea, Marco, Cristiana, Marco Minghiaggecch, Sergio e Roberta mestamente ma con gran soddisfazione guidano rilassati sull’autostrada; Minghiaggecch devia verso la natia terra, noi proseguiamo verso Napoli; ci fermiamo alla stessa aera di servizio dove ci eravamo incontrati all’andata, dalla parte opposta, per dare un senso compiuto e di continuità a questo viaggio; poi, fra le lacrime, Marco e Cristiana si dirigono verso Napoli; il distacco è traumatico, cerco sdrammatizzare regalando a Marco la corona di alloro della maschera greca. Come recita una famosa canzone siamo rimasti in tre; tre moto e quattro persone… Arriviamo insieme alle porte di Roma, ci salutiamo!

E’ finita, ma ci sentiamo veramente appagati…
Viaggio, non vacanza! E quanta differenza ci può essere fra le due cose! Abbiamo visto una Grecia inusuale, l’altra Grecia, fatta di montagne, villaggi, località poco frequentate; abbiamo incontrato gente splendida, molto disponibile.
Gli amici di TDM Hellas sono stati di una cortesia e di una disponibilità unica, speriamo solo di poter avere la possibilità di ricambiare l’ospitalità con la quale ci hanno accolto.
Nuovi amici si sono aggiunti alla lista, come Francesco e Maria; ulteriori conferme sono venute dal gruppo oramai consolidato; il piacere di avere Marco Minghiaggecch con noi per una intera settimana; e gli altri: Danilo, Andrea, Sergio, Roberta, Marco e Cristiana. Un gruppo che ha affrontato un viaggio faticoso nel migliore dei modi, un’intesa umana e motociclistica che si raggiunge solo dopo anni di frequentazione. Le tre donne in moto, che hanno insegnato a tutti come si possa stare ore ed ore su una sella senza fare un fiato, senza un lamento; che non hanno mai ritardato di un solo minuto, che mai hanno concesso tempo ad inutili frivolezze; ma soprattutto niente isterismi, che in viaggi del genere si manifestano nei più deboli e meno preparati.
2.800 i Km percorsi, una media di 400 km al giorno per 7 giorni.
Tutto questo è stato il nostro viaggio in Grecia!

Ktinos ha esternato un pensiero che resterà scolpito nel tempo:
“Il viaggio in Grecia era un viaggio per motociclisti veri ed era molto ben organizzato.
Detto fra di noi tra i migliori possibili.
Perfetto e’ solo Dio …”
Come dice Danilo: “Si poteva fare e l’abbiamo fatto! Hellas 2008, io c’ero!”

Noi c’eravamo!