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12 settembre 2009 – Notturna al Terminillo

Incontro, come previsto, a mezzanotte dar maritozzaro, a Porta Portese.
Poldo, Spirit, Dennykey, Lanti, Ulysse.
Rituale caffè, qualche cornetto/maritozzo con panna e si parte; attraversare Roma a mezzanotte significa traffico, code, zig zag in mezzo alle auto: è così per Testaccio, Lungotevere, Corso Francia… oltrepassato il raccordo la situazione cambia radicalmente, non c’è più nessuno; Flaminia e a Prima Porta è un vero mortorio :S
Ci lasciamo la città alle spalle, la Flaminia scorre piacevolmente sotto le nostre ruote, il tempo è sereno con una bella mezza luna a farci compagnia.
Poco dopo Rignano lasciamo la Flaminia e prendiamo una amena strada campestre che, attraversando dolci colline, ci porta a passare il Tevere nella sua bella ansa; Nazzano, Torrita Tiberina, Mirteto Scalo e Poggio Mirteto. Prima sosta in piazza, parata a festa! Lanti, il solito Lanti, dichiara di aver necessità di rifornire la moto… prima di entrare in paese abbiamo passato due distributori enormi ed illuminati, li avrebbe visti pure Stevie Wonder! Nel controllare il livello fa per aprire il tappo ma questi si rifiuta… la serratura è manomessa in modo più che evidente e qualche nottolino resta fuori della sede, impedendo lo scatto finale del fermo. Dopo vari tentativi “gentili” si passa ad un trattamento tanto rapido quanto convincente e la serratura cede; ma senza rompere nulla, anzi, liberando il nottolino ora la serratura gira anche con la chiave, ma il tappo sarà da sostituire al più presto.
Lanti va a fare benzina, lo aspettiamo rimettendo a posto l’officina mobile, mai abbastanza laudata… Ripartiamo, salendo per Poggio Catino, attraversato il quale per ripidi tornanti ci immergiamo nella totale oscurità della montagna Sabina. Dopo un decisa curva a destra io e Spirit, i primi ad aprire la pista, ci troviamo davanti quattro bei cinghialetti che grufolano a bordo strada, che è poi il limitare del bosco… UHIIII UHIIII UHIIINNNN e sompaiono nella fitta vegetazione. Continuiamo a salire e ci fermiamo in un belvedere al valico ad ammirare il cielo, il quale oltre alla bella gobba pronunciata della luna ci offre la vista delle costellazioni invernali, Cassiopea ed Orione in primo piano, insieme ad uno splendido, splendente ed isolato Giove. Foto, solite cazzate e si riparte; Spirit si mette alla guida; fa parte della schiera dei veri motociclisti ed oltre a conoscere i percorsi sa quanto è oneroso stare davanti di notte, con la strada mai abbastanza illuminata e la visibilità condizionata dalle ombre fluttuanti prodotte dal faro della moto che segue, faro che spesso viene riflesso nelle pupille dai retrovisori, peggiornado ancor più la situazione. Arriviamo a Rieti, sosta benzina e qui ha luogo lo scisma: Spirit, un infreddolito Poldo e Lanti fanno capolinea e tornano a casa. Io e Danilo proseguiamo, ci aspetta la SR521 (degna di essere inserita nel percorso della nove passi) che ci porterà, con una serie ininterrotta di curve in salita, fino a Leonessa e da qui la SP10 fino al Terminillo.
La SP10 è costellata da una quantità incredibile di cacche di mucca… sono le mucche della Marcuzzi, nutrite con il Bifidus Actiregularis di Activia!
Arriviammo quindi al Terminillo e ci affacciamo su Rieti dall’anello di Campo Forogna: uno spettacolo! Fa freschino, oramai sono quasi le cinque ed in lontananza, oltre a lampi e tuoni, si vede ad oriente un tenue rosa schiarire le nuvole.
Scendiamo a Rieti, Danilo in testa… gli salta la mosca al naso e l’allegro trotterellare si trasforma in una sessione di prove cronometrate; io, mio malgrado e per non restare solo ed indifeso, sono costretto a stargli a ruota!
A Rieti troviamo il primo bar aperto, sono oramai le cinque e trenta, e ci sbafiamo un bel cappiccino con cornetto alla nutella. Il rientro verso Roma non ci lascia una storia eclatante, se non il piacere di aver percorso quel tratto di strada abitualmente trafficato in assoluta solitudine ed in compagnia.

In conclusione ho solo un appunto da fare: non è giusto che i più vecchi del gruppo siano lasciati soli, di notte, a tirare la carretta. A 46 e 45 anni avremmo bisogno di maggior tranquillità e minore impegno, specie in queste ore abitualmente e necessariamente dedicate al sonno…

26 luglio 2009 – Orvinio e Caprarola

Uscita quasi estemporanea, senza pretese; un giro messo su all’ultimo minuto ma non per questo meno gratificante.
Ci vediamo alle otto e trenta sulla Tiburtina, minuto più minuto meno, al distributore dopo il raccordo: Poldo, Ste, Dennykey, Freeblue e Ulysse con Lucilla.
Partiamo che sono circa le otto e cinquanta; Danilo ci guida attraverso la palestra motociclistica di Lanti: Marcellina e San Polo dei Cavalieri, per evitare Tivoli. Brevissima sosta per ammirare dall’alto le cascatelle di Villa Gregoriana e si riparte immediatamente, alla volta del primo bar.
Espletate le formalità al bancone, con un Poldo generoso che va a sbattere, motu proprio, le ginocchia alla cassa, si riparte… Si riparte per modo di dire: giro di qualche isolato e siamo di nuovo davanti allo stesso bar! Poco male, cose che succedono a chi sta davanti, anche io non ne sono esente. Un fischio alla pecorara fa imboccare al caprone Denny la giusta direzione; dopo aver percorso lo splendido tracciato fino a San Polo, siamo di nuovo sulla Tiburtina. All’incrocio un gesto molto eloquente di Denny indica che è il mio turno; passo avanti ed in breve, dopo un tratto veramente piacevole della Tiburtina, siamo a Vicovaro. Da qui si sale verso Licenza e poi Orvinio, su una strada che è il locale Mugello.
Passato Orvinio si scende, attraversando Poggio Moiano dove dietro una curva quasi a novanta gradi c’è una simpaticissima, imbranata automobilista che sta facendo retromarcia bella attaccata al marciapiede, in modo da nascondersi meglio che può alla vista di chi sopraggiunge!
Arriviamo alla fine della discesa all’incrocio con la Salaria; Ste, che recentemente ci aveva quasi abituati ad essere con noi per tutto il giorno ed anche oltre, come alla nove passi, prende la strada di casa… Baci e abbracci, quindi, e ci lasciamo con la promessa di un bel giro ad Amatrice al suo rientro dalle ferie.
Noi proseguiamo; i fanciulli intanto si stanno divertendo scambiandosi le moto.
Abbiamo dato appuntamento a Daniela, Greta e Silvia alle tredici e trenta a Caprarola, ma una rapida occhiata all’orologio mi fa intuire che con tutto il tempo che abbiamo perso nelle fermate, complice il caldo che induce a sostare all’ombra più del necessario, non arriveremo mai all’orario fissato. Quindi come pianificato proseguiamo sulla Salaria ma anzichè prendere ad Ornano la deviazione per Montenero ed andare a percorrere un tragitto molto bello ma intricato che attraverso la Sabina ci avrebbe portato sulla Flaminia, arrivo fino alle porte di Rieti per poi salire per un più scorrevole ma comunque piacevolissimo e sinuoso percorso fino al Monte Tancia; da qui dovremmo passare Poggio Catino e dirigere verso Casperia, ma arrivati in paese troviamo la strada chiusa, forse per una festa di paese. Siamo costretti a deviare verso Poggio Mirteto, il che ci costerà una trentina di Km in più, ma andando avanti riconosco una stradina che anche se disconnessa in breve ci porta sulla Provinciale Sabina. I trenta Km li abbiamo risparmiati ma è comunque tardi e dato che evidentemente la giornata sembra essere caratterizzata dalle strade chiuse, a Torri in Sabina troviamo un blocco: strada chiusa fino alle venti causa corsa in discesa di carrettini di legno su cuscinetti a sfera. Ci fermiamo qualche minuto, giusto per vedere l’apertura della pit lane e la partenza dei primi piloti per il warm up…
E’ tardi, è veramente tardi: fatto un giro per riprendere la provinciale punto direttamente su Caprarola, evitando purtroppo il resto del giro: Gallese, Vignanello, Soriano, Cimina prima di arrivare a destinazione, quindi giunti ad incrociare la Flaminia a Borghetto passiamo per Fabrica e Carbognano ed arriviamo addirittura con quindici minuti di anticipo all’appuntamento. Non solo: saliamo attraverso il paese per raggiungere Palazzo Farnese mentre Daniela in auto ci precede di qualche decina di metri!!!.
Parcheggiamo, Danilo fa della sua auto un guardaroba per caschi e giacche e dopo esserci goduti questi quindici minuti di bonus giriamo l’angolo della piazza per entrare da Bella Gioia.
Ci sbafiamo una prima bordata di pici, ognuno assecondando i propri gusti: ai porcini, al ragù e pecorino, al pomodorosalsicciaepeperoncino. Intanto la tele della trattoria trasmette il british gp, la 125…
I pici sono talmente buoni che Freeblue propone una seconda bordata, cambiando ognuno il gusto precedente: lo assecondiamo io, Poldo ed una sorprendente Lucilla. Danilo decide per un più leggero Cingiale al sugo, Silvia prende delle patate al forno, ordinate pure da Free e consivise fra i commensali, Daniela sceglie un invitante sformato di patate con zucchine e formaggio… L’acqua scorre come alle cascatelle di Villa Gregoriana, ne facciamo fuori veramente tanta anche perchè il pur pochissimo vino che ci concediamo quando siamo in moto non è un granchè. Nel frattempo parte la 250 ma la vediamo poco perchè una semibabbiona del tavolo a fianco preferisce vedere Elisa di Rivaombrosa, restandone rapita ed isolandosi completamente dal resto della famiglia!!! Vabbè, noi intanto abbiamo da fare con i pici e le altre pietanze, ma appena saziato l’appetito, con buona pace della babbiona, siamo di nuovo sul gp.
Finisce anche la 250 e si avvicina il momento clou della motogp… cerchiamo di trastullarci ed allungare la permanenza al tavolo… caffè, dolce, gelato, altre carrettate di acqua, scambi di battute con Carlo, il proprietario della trattoria; siamo rimasti solo noi e gli chiediamo se possiamo restare a vedere la gara: oltre a dare l’assenso ci dice: “ahò, chiamateme quanno partono…” meglio di come previsto ed immediatamente disponiamo le sedie a semicerchio, io e Danilo seduti a cavallo ed impugnando la spalliera come se fosse un manubrio… non riesco a vedere al motogp in un altra posizione.
Intanto ordiniamo altra acqua e caffè e Poldo comunica a Carlo che se non vince Valentino noi non paghiamo il conto!
La gara va come va, il conto lo paghiamo anche se Vale è caduto ma ha comunque incrementato il suo vantaggio in classifica… ed il conto arriva: solo ventuno euro a testa!!!
Finito il gp finalmente usciamo; ci salutiamo, ognuno prende la propria strada di casa.
E’ stata una bella giornata, il giro è stato piacevole nonostante le deviazioni ed è stata anche una buona occasione per salutarci prima delle vacanze di alcuni.

Come si dice in questi casi: alla prossima… E grazie a tutti per la splendida giornata!!!

7 giugno 2009 – Flaminia e Cimini

Per oggi avevamo programmato una uscita all’Amiata, ridotta poi, per impegni di qualcuno, ad un giro per i Cimini con eventuale circumnavigazione del lago di Bolsena; alla fine tutto è cambiato, anche a causa del tempo atmosferico non propriamente indicato.
Ci troviamo ad un’ora insolita per noi, le nove e trenta, all’invece solito distributore sulla Flaminia; in lista c’erano: Poldo, Ste, Dennykey, Freeblue, Lanti ed Ulysse; Lanti aveva comunicato sul forum sopraggiunti impegni e conseguente rinuncia, come pure Andrea. Invece lo vediamo arrivare all’appuntamento!
Ma le sorprese non sono finite, perchè anche Jestercap si presenta senza essersi ne messo in lista ne aver in qualche modo preannunciato la sua partecipazione. Questo è’ il bello del forum! Se tutti prendessero la sana abitudine di comunicare le proprie mosse con questo strumento, sarebbe davvero una gran bella cosa. Alla fine, al di là degli scritti discorsivi, è una agenda comune, a disposizione di tutti e la partecipazione di Jestercap, oggi, ne è la conferma.
Si parte, dunque, con questa formazione: Ste, Poldo, Dennykey, Lanti, Jestercap e Ulysse.
Flaminia al piccolo trotto e poi saliamo a Civita Castellana; caffè, prime gocce d’acqua e sosta sotto un balcone; poco dopo si riparte: Corchiano, Vignanello e Vallerano. Nuova sosta, perchè ora piove a scroscio. Ste e Lanti ne approfittano per fare benzina.
Riparati sotto un albero e sotto alcune cappottine di un chiosco, passiamo il tempo chiacchierando e cazzarando del più’ e del meno.
C’è anche un simpatico siparietto… Mentre siamo fermi un’auto si avvicina e dal finestrino un signore ci fà: “Sono un motociclista! C’avete quarche inconveniende? Tutto a posto?” Tutto a posto! Ed i ringraziamenti oltre che sentiti sono anche doverosi…
Spiove; si riparte ma senza togliere l’antipioggia; abbiamo deciso di non arrivare a Soriano, sopra i monti è tutto nero, così ci avviamo verso la Cimina. Dopo un paio di chilometri già pensavamo di averla scampata, ma un nuovo rovescio ci inonda. Il povero Lanti, causa negligenza nel non aver preso l’antipioggia, fa una bella doccia, al punto che, incrociata la Cassia, saluta e torna a casa.
Noi proseguiamo per Sutri, prendiamo la deviazione per Trevignano ed in breve siamo ad Anguillara. Il tempo ora è migliorato, ci fermiamo al solito chiosco per un panino mentre è la volta di Ste di salutare e prendere la via del ritorno.
Piacevole sosta; insalate, panini, patatine ed il tempo scorre in modo piacevole e veloce, sempre fra una chiacchiera semiseria e qualche immancabile cazzata!!!
Nel frattempo mi arriva un messaggio nientemeno che da Vetralla… Potenza dell’era della comunicazione! è ovviamente Fonzie: informa di avere ancora l’alternatore fuori uso ed è per questo che non è fra noi… Paghiamo, il resto va ad impinguare le grasse finanze dei Babbaluci: ora abbiamo ben cinque euro in cassa!!!
Ora che ci stiamo dividendo per rientrare a casa con Poldo, Jestercap e Denny da una parte ed io dall’altra, il sole ha diradato le nuvole e si manifesta in tutto il suo splendore; ovviamente ci sta prendendo per il culo, ma non creda di averci fatto un dispetto!
Per noi la giornata è stata comunque piacevolissima! Ci basta stare insieme e farci scorrere (oggi molto lentamente) la strada sotto le ruote… Ed un semplice chiosco è per noi migliore del miglior ristorante, se ci vede riuniti in allegra compagnia.

Alla prossima, Babbaluci!

21-23 maggio 2009 – I Nove Passi

Finalmente e’ arrivato!
L’abbiamo aspettato con tanto entusiasmo, con mille messaggi sul forum, con il countdown iniziato 45 giorni prima della partenza, con intensa attivita’ organizzativa, con la preparazione delle moto e finalmente il momento tanto atteso e’ arrivato: si parte per la nove passi, edizione 2009.
La settimana antecedente la partenza eravamo tutti indaffarati a cambiare le gomme alle moto, a fare le manutenzioni ordinarie e straordinarie, a procurarci anche solo piccoli accessori per la moto e per noi stessi, per presentarsi al meglio a questo appuntamento.
Il trio dei siculi, Marmar, Papen e Cixio, ha regalato al gruppo una bellissima maglia commemorativa dell’evento, una ciascuno, nera e con un bel logo arancione, un tocco di mondanita’ a questo rude evento. Anche un adesivo!
Appuntamento il giovedi mattina alle sei al solito distributore sulla Flaminia, ma come al solito qualche ritardo non manca mai e questa volta ci sono incappato anche io!!! Saluti, presentazioni per coloro che pur facendo parte del gruppo non hanno mai avuto modo di incontrarsi e si parte per andare non troppo lontano: il bar Sassacci ci attende per una bella colazione. Espletata questa funzione vitale riprendiamo il cammino, alla volta del famoso “punto J”, luogo di incontro con Jack; nel primo tratto della Flaminia incontriamo un po’ di traffico, soprattutto di mezzi pesanti, ma poi filiamo via lisci e senza intoppi, tranne esserci divisi in due gruppi ad un incrocio, causa auto fra la testa e la coda del drappello. Quando siamo piu’ di 4 / 5 moto si sente la necessita’ di staffette e scopa per gestire correttamente la guida del gruppo; ma tranne questo episodio , dove comunque ci siamo riuniti subito, siamo rimasti sempre compatti per tutto il resto della nove passi.
Alla partenza da Roma eravamo: Papen, Marmar, Poldo, Freeblue, Jestercap, Lanti, Ste, Cixio, Dennykey ed io, Ulysse.
Guidiamo tranquilli, abbiamo comunque recuperato quel po’ di ritardo accumulato alla partenza e per la colazione; ce ne andiamo su per Acquasparta, Bevagna, passiamo sotto Assisi e quindi prendiamo l’ultimo tratto che ci conduce sotto Gubbio al famoso “punto J” dove ci incontriamo con Jack. Il discolo di Fabriano non ce l’ha fatta a stare fermo ad aspettare, cosi’ servono un paio di telefonate per ritrovarci; ovvia sosta al bar, consegna delle magliette a chi non le aveva ricevute e si riparte, con Jack a fare gli onori di casa e guidare il gruppo verso Apecchio ed il Passo di Bocca Serriola, ribattezzato da Denny in seguito in “Passo di Sedia Sediola”; qui, proprio sul valico, ci fermiamo a rifocillarci: comodamente stravaccati su panche e tavoli posti sotto all’ombra degli alberi, trangugiamo tutto cio’ che ci arriva dal bar: pane casareccio, prosciutto, salsiccette, formaggi, perfino un melone e delle pesche. Ce la prendiamo comoda, mentre qualcuno si riposa altri provvedono a configurare la mappatura delle centraline con il piccolissimo portatile di Freeblue… azz, che organizzazione!
Dopo il caffe’ di rito si riparte, sempre Jack in testa; scendiamo a Citta’ di Castello, passiamo Sansepolcro e subito dopo mi metto alla testa del gruppo, deviando per il valico di Viamaggio. Piccola sosta fotografica al valico e si riparte; proseguendo dopo il passo scendo a Pieve di Santo Stefano, veloce attraversamento e poi prendo al Tiberina, sempre con passo tranquillo ma deciso, puntiamo Ville di Montecoronaro; un cartello segnala che la strada e’ interrotta due chilometri piu’ avanti, ma dato che non ci sono transenne azzardiamo il passaggio ed infatti, anche se il fondo stradale e’ pessimo, riusciamo ad arrivare all’inizio del tratto che ci portera’ a salire al Passo di Monte Fumaiolo. La salita a Monte Fumaiolo e’ spettacolare: il percorso si snoda prima in un paessaggio lunare, percorrendo una dorsale di marna nuda e priva di vegetazione, roccia quasi bianca che in pieno sole abbaglia la vista; poi si torna a camminare fra boschetti dove la vista puo’ spaziare nella sottostante vallata del Tevere; arrivati a Balze inizia la ripida salita che porta al passo; qui ci fermiamo a lungo, concedendoci anche una escursione alla Fonte del Sacro Fiume; non tutti in verita’, perche’ evidentemente la levataccia e la stanchezza cominciano a farsi sentire…
Si riparte, dunque, per affrontare l’ultima parte del percorso: continuiamo il periplo del Macigno del Fumaiolo e scendiamo a Verghereto, dove riprendiamo la Tiberina in direzione Bagno di Romagna. La E45 e’ chiusa per lavori, bisognerebbe dire “nuovamente chiusa” in quanto questo tratto e’ peggio della Salerno – Reggio Calabria, quindi il traffico e’ stato deviato e la Tiberina e’ un delirio di auto e camion; fortunatamente viaggiamo in senso opposto alla fila ma comunque dobbiamo andare pianissimo perche’ alcuni tir occupano la gia’ stettissima sede stradale. Finalmente arriva il momento di prendere la deviazione che ci fara’ salire al mitico Passo dei Mandrioli: la strada sale velocemente e noi possiamo far ruggire i motori liberamente, sempre con molta molta prudenza; e’ divertente e spettacolare salire al passo, il paessaggio e’ magnifico, le Scalacce del Mandrioli sono molto suggestive e passato questo tratto ci infiliamo nella splendida foresta, fino a raggiungere il valico.
Altra sosta, l’ultima, e si scende lentamente verso Badia Prataglia, nostra destinazione. Qui si dovranno unire al gruppo anche Muscolino e Fonzie; mentre avanziamo lentamente in direzione della pensione ecco un TDM sopraggiungere in senso opposto: e’ proprio lui, Musco! Che tempismo, ad averlo voluto fare apposta non ci saremmo riusciti con tanta precisione!!!
Arriviamo quindi alla pensione “La Foresta”, sistemiamo le moto, scarichiamo le borse e prendiamo possesso delle camere; poco prima di cena arriva anche Fonzie, da Roma via E45… Quindi siamo a tavola tutti insieme, ben 13 persone e Papen si affretta ad apparecchiare per un virtuale quattordicesimo commensale…
Facciamo conoscenza ed amicizia con Andrea, il propietario della pensione; un ragazzo simpaticissimo e molto disponibile, che ci fa sentire come a casa nostra. La cena e’ ovviamente ottima ed abbondante, il vino scorre lento ma inesorabile… ora si puo’, le moto sono parcheggiate e ci possiamo lasciar andare.
Dopo cena usciamo all’aperto, la serata e’ splendida, il clima gentile e dopo qualche chiacchiera in giardino saliamo a vedere le moto, ma… sorpresa! Un enorme cinghiale sta razzolando fra le moto!!! Si tratta di Spenky, una splendida femmina che e’ diventata la mascotte del posto. Papen si procura subito una busta di pane e gli offre i tozzi raffermi uno ad uno, salvo darsi a gambone levate quando Spenky, agile e velocissima, si produce in un formidabile scatto in avanti…
Un paio di tiritere simili e poi decidiamo di andare a letto.

Al mattino ci attende un’altra sorpesa: Fonzie sta dormendo sul divano nell’atrio della pensione!!!
La “motozappa a manetta” di Lanti gli impediva di dormire e cosi’ si e’ arrangiato!
Prima di fare colazione provvediamo a controllare le moto e ad ingrassare le catene di trasmissione.
Quindi colazione bella abbondante alle otto ed in breve, si fa per dire, siamo pronti a partire. Ovviamente portiamo gia’ un po’ di ritardo, ma nulla di sconvolgente. Dunque: Muscolino prende la testa del gruppo e, passando per Camaldoli, raggiunge la Consuma dove prima del passo ci sono delle “incomprensioni” circa il modo di affrontare una curva ma fortunatamente tutto si risolve per il meglio; Musco, destreggiandosi poi con disinvoltura per le colline di Fiesole, ci conducendoce fino al Tempio della Velocita’, il circuito del Mugello. Fatte le foto di rito saliamo nuovamente in sella per affrontare Giogo di Scarperia, vero e proprio circuito pubblico!!! Solita sosta in cima al valico e nuovamente in sella, alla volta di Firenzuola, dove facciamo il pieno alle moto. Lasciato il distributore prendo la testa del gruppo e per una strada quanto solitaria quanto splendida sia da un punto di vista della guida quanto per la bellezza dei paesaggi attraversati, passiamo per Tirli fino ad arrivare a Palazzuolo sul Senio. Una serie ininterrotta di curve, in rapidissima successione il che non lascia spazi a rettilinei; incredibile!! A Palazzuolo ci concediamo una bella sosta, rinfrancati dalle prelibatezze di un bar/alimentari: soliti affettati locali e formaggi, innaffiati rigorosamente ed esclusivamente da acqua minerale D.O.C.
Ripartiamo, ancora una volta; a ritmo allegro e senza soste ci facciamo: Passo della Sambuca, Prato all’Albero, Passo della Colla di Casaglia, Marradi, Passo dell’Eremo, Passo del Peschiera ed infine arriviamo in cima al Passo del Muraglione! Che tirata!!! Le gomme filano come se fossero mozzarelle e le catene di trasmissione sono roventi… Altra sosta foto, dove abbiamo un raro incontro: una nonnetta bella anzianotta sale su per il Muraglione con una Guzzi Lodola degli anni 50!!!
Che lo dico a fare? Di nuovo in sella, questa volta ad aprire le danze e’ Freeblue che ci conduce fino all’inizio della salita a Croce ai Mori; una volta superato il passaggio a livello ognuno sale con il proprio passo e ci ritroviamo come consuetudine al cartello del valico. Abbiamo fatto tanta strada, ma non e’ ancora finita… E’ finita pero’ per Muscolino, che mestamente e con dispiacere riprende la strada di casa, salutando la compagnia dei Babbaluci. Ciao Musco, grazie di tutto e alla prossima!!!
Riprendo il comando delle operazioni, discendiamo il valico ovviamente proseguendo lungo la via intrapresa ed in breve ci troviamo al bivio dove prendiamo la salita per Passo la Calla. Qui e’ uno spettacolo guidare: le curve sono tutte in salita ed e’ impegnativo procedere con passo veloce, oltretutto non siamo freschissimi quindi occorre raddoppiare l’attenzione. Ci troviamo in cima, assieme ad un forte vento. Al ristoro Fonzie importuna simpaticamente l’avvenente locandiera, la quale non sembra dispiaciuta… Foto di gruppo, anche con la locandiera, scambio di e-mail e si riparte. Arriviamo a Santa Sofia, dopo aver passato l’Impianto di Potabilizzazione; superata Santa Sofia facciamo di nuovo il pieno e tramite il Passo del Carnaio ci dirigiamo verso il Mandrioli, che scavalchiamo nuovamente per arrivare a Badia Prataglia. Posteggiamo le moto in perfetto orario, sono le 07:00; per giungere puntuali, la mattina alle 10 e 30 ho operato un taglio al percorso, eliminando il Passo di Col di Canda e la visita al Sasso di San Zenobi; eravamo fuori della tabella di marcia e mi ero reso conto che forzare il ritmo non sarebbe bastato; meglio tagliare una 50ina di chilometri che fare tardi o essere costretti a saltare le parti piu’ belle del giro. Alla fine e’ risultata una mossa vincente.
Solite operazioni di rimessaggio, doccia e poi ci troviamo in giardino per l’aperitivo: semplicemente tre pizze tonde (!!!) e due bottiglie di prosecco (!!!), che considerando due astemi su 12 persone non e’ male…
Poi c’e’ la cena; che abbiamo mangiato? Vista la stanchezza e le pizze appena trangugiate ci accontentiamo di tagliatelle al cinghiale, arista di maiale, non ricordo quali contorni, una montagna di patatine fritte e, tanto per gradire, delle bistecche di chianina da far paura… quella di Jestercap pesava addirittura un chilo e duecento grammi e piu’ o meno erano tutte della stessa taglia; alcuni hanno preferito disertare le fiorentine, ma credo si siano sicuramente pentiti! Usciamo di nuovo all’aperto, in giardino; soliti frizzi e lazzi, solita vagonata di cazzate, con un Lanti battagliero ed arrembante, poi andiamo a far visita alla fidanzata di Papen, la cinghialessa Stenky… Dopo si rientra per concederci il meritato riposo, con Fonzie che si fa ospitare da Papen suscitando le ire di Stenky!!!
Ci svegliamo in anticipo rispetto all’orario della colazione, che e’ alle otto, e provvediamo alla solita manutenzione spicciola delle moto; dopo colazione carichiamo le borse e partiamo. Mi dirigo lentamente su per il Mandrioli ma ai primi tornanti prendo la deviazione che, passando per una ridente valle, ci portera’ a Chiusi della Verna; qui, passando per il Valico dello Spino, arriviamo a Pieve Santo Stefano, dove Ste e Dennykey ci salutano per rientrare in fretta a casa, via E45. Ripartiamo, Jack passa in testa ed arriviamo a Cagli, dove ci aspettano Pallina ed Hystryx. Dopo i saluti ci dirigiamo tutti insieme alla volta delle Grotte di Genga, passando per il Furlo. Ci rifocilliamo all’ombra degli alberi; l’approvvigionamento delle materie prime avviene presso i chioschi che affollano il piazzale; qualcuno ne approfitta per riposarsi. Poi finalmente si riparte, la stanchezza c’e’ tutta; poco prima si era sentito urlare Poldo da dentro il casco: “Aho’, ma che c’avete le cotiche ar culo?! Nun ve fermate mai!!!”…
Arriviamo fino a Pieve Bovigliana, dove visitiamo la misera dimora di Papen; ci aspetta ora l’ultimo faticoso tratto per arrivare a casa: scendiamo per la Val Nerina fra i vari missili terra-terra che sfrecciano in ogni direzione; Ducati ed R1 la fanno da padroni, ma pattuglie dei carabinieri sono in agguato, seminascoste, e vediamo che non sono troppo tolleranti con gli “intutati”.
Dopo aver lasciato l’Eremo di Papen anche Freeblue ci aveva salutato, per andare a Perugia; ora ci separiamo di nuovo: io e Fonzie ci dirigiamo verso Vetralla prendendo la superstrada da Orte, il resto se ne va per l’autostrada alla volta di Roma, i piu’, e Torvajanica, Marmar. Il solo Lanti se ne esce con una delle sue solite perfomance estemporanee: “se fate la Cassia vengo con voi a fare un altro po’ di curvette.” … A Lanti, noi facciamo quella strada per arrivare prima possibile a casa, se vieni pure te arriviamo alle 10!!!
E a casa ci arriviamo abbastanza presto, nonostante Fonzie abbia noie con l’alternatore a pochissimi chilometri da Vetralla; ma siamo Babbaluci: anche se lentamente, arriviamo sempre!!!

Che altro dire? I commenti sul forum sono inequivocabili: la Nove Passi di quest’anno ha fatto storia a se, migliore riuscita era difficile da immaginare! Avevo paura che avendola troppo desiderata e gonfiata prima di partire, alla fine potesse portare qualche delusione, ma l’entusiasmo dei partecipanti e l’organizzazione in Babbaluci Style hanno prodotto un risultato eccellente. Oltre 1.200 Km percorsi in tre giorni, ci siamo avviati da Roma con il gruppo composto da 10 moto, siamo arrivati a 11 prima di arrivare a destinazione; la sera ed il giorno del grande giro eravamo 13 Babbaluci su 13 moto, poi ridiventati 10 ed infine di nuovo 12 con l’aqggiunta dei “Paolis”; tutto e’ andato per il meglio; e’ stato un giro duro sia per il chilometraggio, che su quelle strade si puo’ tranquillamente definire non elevato ma esagerato, sia per la difficolta’ dell’itinerario dove la voglia di sentir ruggire i motori andava conciliata con la difficolta’ oggettiva dei percorsi, non facili; ci sono stati dei tratti in cui la sequenza di curve sembrava non finire mai!!! E lo spettacolo dei posti attraversati ha fatto da splendida cornice a quella che definirei “la madre di tutti i percorsi”. Il resto lo hanno fatto i Babbaluci, ognuno con il proprio apporto umano e personale che ha permesso di trascorrere tre giorni in allegria ed amicizia, come oramai siamo abituati.
Le parole di Ktinos, pronunciate in altra occasione, sono sempre attuali: “…era un viaggo per motociclisti veri ed era molto ben organizzato. Detto fra di noi tra i migliori possibili. Perfetto e’ solo Dio!”
E concluderei con la citazione di una citazione di Jack: “siamo una squadra fortissimi”.

W i Babbaluci… e W il Passo di Sedia Sediola!

Grazie a tutti, alla prossima!!!

15 marzo 2009 – Jenne, Sora, Carpineto

Era ora!
Dopo questo lungo periodo in cui tutte le uscite sono state caratterizzate da freddo, pioggia e perfino dalla neve, finalmente una uscita con il sole. E che uscita.
Una bella formazione di babbaluci si presenta alle nove, più o meno, all’appuntamento sull’Anagnina: Freeblue, Ste, Jack, Poldo, Lanti, Dennykey e Ulysse. Solito briefing a base di cazzate e si parte; contrariamente al mio solito ed allo spirito di gruppo sono costretto a fare una cosa che odio: rifornimento subito dopo la partenza! Fatti indipendenti dalla mia volontà, il distributore che non riconosce il bancomat ed altro ancora, mi hanno impedito di rifornire la moto prima della partenza. Meno male che sono in buona compagnia, anche Lanti era nelle stesse condizioni. Quindi, imboccata la Tuscolana, troviamo un distributore poco prima di Frascati e facciamo il pieno.
Freeblue guida il gruppo; passiamo Frascati, Monte Porzio e Monte Compatri fino ad andare ad incrociare la Casilina e quindi deviare per Capranica Prenestina; percorso piacevolissimo, guidiamo in relax godendoci il sole; sosta caffè ed altra dose di cazzate, tanto per non perdere l’abitudine; due simpaticissimi carabinieri ci richiamano all’ordine in quanto abbiamo parcheggiato le moto in piazza e questo non si può fare; salutiamo e ripartiamo, destinazione Gerano e poi Subiaco.
Ma strada facendo mi ricordo che a breve incroceremo il bivio per Rocca Santo Stefano… Un’ottima ragione per un fuori programma; passo in testa e senza indugio prendo quindi la nuova direzione: 8 Km in salita con curve e tornanti mooolto divertenti; arriviamo dentro il paese, vado per prendere una stradina che ci avrebbe ricondotto più in basso ma… finisce ora dentro un cortile di una casa!!! Poco male, prendiamo la parallela, scendiamo comunque e ripercorriamo in senso opposto tornanti e curve, ma solo per due o tre Km, perchè poi mi immetto in una stradina, ma proprio ina ina, che in breve ci porta a Subiaco, facendoci riguadagnare, con gli interessi, la deviazione effettuata.
Attraversiamo Subiaco con i motori al minimo, ed ecco finalmente il bivio per Jenne: ognun per se e Dio per tutti!
Si sale in ordine sparso, ognuno scegliendo l’andatura più consona per se stesso, fino a ritrovarci al belvedere. Foto, scambio di convenevoli con alcuni motociclisti sopraggiunti poco dopo, Lanti ricomincia a lamentare le solite vibrazioni… Basta, si riparte, Andrea nuovamente in testa al drappello.
La discesa da Jenne verso gli Altopiani è meno tortuosa, ma è un susseguirsi ininterotto di curve, mancano solo i tornanti decisi e ripidi della salita appena fatta; sole, curve, i motori che cantano allegri, il piccolo serpentello che scivola sinuoso sull’asfalto, a copiarne curve e dossi… questo è un piacere difficile da descrivere!
Ebbri, in questo stato di grazia, per saliscendi e strade meno impegnative ma pur sempre piacevoli ed immerse nella natura, arriviamo a Sora, precisamente al Grottino; 4 minuti di penalità… avevo prenotato per le 13 e 30 e sono le 13 e 34!
Il pranzo è una storia a parte, il Grottino non smentisce al sua fama e facciamo veramente fatica a mangiare tutto ciò che ci viene proposto. C’è anche un simpatico intermezzo, uno scherzo ai danni del famelico Lanti: io sono seduto a capotavola, incastrato fra l’angolo del muro, Andra ed un altro tavolo; quindi invio un sms a Denny, che è dalla parte opposta. Danilo legge, rapida occhiata di intesa e parte, direzione cucina, per avvertire le oramai nostre amiche di portare a Lanti una minuscola porzione di primo. Finiamo di ingurgitare gli antipasti ed ecco finalmente i tonnarelli allo scoglio; le due ragazze distribuiscono i piatti a destra e a manca, con un Lanti ansioso che si sbraccia per agguantarne uno, ma niente da fare. Se ne vanno e lui rimane senza primo, insieme a Denny che però aveva ordinato un’altra cosa. Ritorna la cameriera, da il piatto a Lanti che subito aggrotta le ciglia vedendo la misera forchettata di tonnarelli… cerca di mollare il piatto a Danilo, che giustamente rifiuta avendo ordinato gli spaghetti alle vongole. Lanti è preso dallo sconforto, è pallido, la faccia preoccupatissima; si rivolge alla cameriera, che era rimasta li da noi, dicendo:
“ma è tutto qui? e il resto?”
“il resto di che? Quella è rimasta!”
e se ne va, nuovamente, ritornando poi con gli spaghetti di Danilo… Mamma mia, Lanti si guarda intorno, incredulo: noi con delle porzioni da paura e lui con quella miseria! Finalmente arriva il piatto vero, e per confortarlo dallo scherzo subito gli hanno preparato una porzione disumana!!!
Usciamo, c’è ancora il sole, a velocità da digestione procediamo verso Isola Liri e Pico, tagliando poi per Pastena.
Ci fermiamo al distributore, punto in cui Jack ci saluta per riprendere al strada di casa. Abbiamo molto apprezzato la sua compagnia in questa uscita, che per lui è stata di 700 Km!!! Ci sdebiteremo senz’altro andando a fare una escursione nelle Marche, a breve. Complimenti anche per la sua nuova, fiammante motocicletta!!! Noi riprendiamo il percorso: saliamo per la Carpinetana, arrivati a Montelanico è oramai buio; proseguiamo ma arrivato a Colleferro Andrea ci saluta e noi prendiamo l’autostrada per smaltire velocemente i pochi Km che ci restano per arrivare a Roma.

Una giornata speciale, sia per la presenza di Jack che per essere stata la prima uscita con temperatura mite e senza acqua da qualche mese che sicuramente ha inaugurato la stagione primavera/estate 2009.
Alla prossima, dunque!

15 febbraio 2009 – Amatrice

Che giornata!
Ad averlo effettuato in primavera/estate questo giro, al di la del piacere di essere ancora insieme, non avrebbe avuto nulla di particolare… poco più di 250 Km, con itinerario che sicuramente, a parte un tratto iniziale, non regalava nulla sul piano della novità; ed invece le condizioni climatiche alla fine lo hanno reso un giro da “pelo sullo stomaco”, per dirla alla Jestercap.
Ci vediamo sulla Salaria, solito posto, alle nove e trenta; un pò più tardi rispetto alle nostre abitudini, per cercare di partire con un minimo di sole e trovare strada asciutta man mano che procediamo. Siamo in otto: Poldo, Freeblue, Ste, Jedan, Lanti, Dennykey, Jestercap ed Ulysse. La piazzola è invasa da Africa Twin, sicuramente un gruppo organizzato.
Partiamo, primo tratto di Salaria a velocità non superiore ai 60/70 all’ora, anche per dar modo a Jestercap di raggiungerci dopo il rifornimento; ed infatti è di nuovo fra noi poco prima del semaforo all’incrocio di Passo Corese. Lasciamo la Salaria e raggiungiamo Poggio Mirteto; la strada è buona, asciutta, ed il ritmo sale: il tratto di Ponte Sfondato è molto piacevole, con le sue curve in sali scendi, e lo facciamo scorrere sotto le ruote rapidamente. A Poggio Mirteto c’è il mercato in piazza, siamo costretti a parcheggiare sul marciapiedi, anche in modo disordimato; fortuna che è largo e non ostruiamo il passaggio; chiediamo anche il permesso (de chè?! ormai avevamo parcheggiato!) a due vigili, che acconsentono. Caffè alla torrefazione, molto buono, ma il bar è praticamente quattro metri quadri e ci entriamo a fatica.
Si riparte, saliamo per Poggio Catino; breve sosta per chiamare un amico, che non c’è, e poi di nuovo in sella, destinazione Monte Tancia ; qualche foto, incontro con tre enduristi che escono dalla macchia… che nostalgia, quel percorso lo avrò effettuato non sò quante volte ed immagino quanto i tre avranno goduto su quelle mulattiere! Vabbè, ripartiamo, senza aver ancora deciso quale sarà la nostra destinazione; intanto arriviamo a Rieti, poi vedremo.
Briefing a Rieti, dunque… Jedan, il sabato, aveva chiamato i Carabinieri di Amatrice per avere informazioni sulla strada per Campotosto e le notizie erano state positive: strada pulita! Quindi si decide per Amatrice e, Jedan in testa, imbocchiamo la Salaria.
Alle gole del Velino qualcuno, allentando i freni inibitori serrati dallo status di neo papà, dà una manata di gas che neanche in agosto con l’asfalto e le gomme bollenti!!! Poi dobbiamo ricomporci in una guida molto accorta e prudente: salendo verso Posta la neve si fa sempre più presente ai bordi della strada e c’è sempre il timore che qualche pozza possa essere gelata, specie in galleria; poco dopo Posta il paesaggio cambia radicalmente, la coltre di neve copre tutto tranne il nastro di asfalto che invece è coperto di sale. Esclusi gli enduristi, non incontriamo altri motociclisti da Poggio Mirteto in poi; come dice Jedan “nella bella stagione è troppo facile, sono buoni tutti…”
Piccola sosta foto , prima di lasciare la Salaria ed entrare ad Amatrice; Jestercap torna anche indietro perchè aveva notato uno scorcio interessante da immortalare. L’ingresso ad Amatrice è spettacolare… il lago di Scandarello è coperto da lastroni di ghiaccio, la strada molto meno pulita e procediamo con cautela. Appena iniziano le prime case la neve ed il ghiaccio occupano anche il manto stradale e ripartire in salita richiede cautela, molta.
Raggiungiamo il ristorante Roma per la solita scorpacciata; Lanti si produce nella sua solita performance, più per sorprendente avidità che per quantità, ma tutti diamo fondo senza fatica alle tre porzioni di amatriciana a testa, due rosse ed una bianca. A corredo affettati vari, insalata ed un pò di rosso.
Solito e divertente teatrino per il conto… stavolta il nostro amico è sobrio ma a conti fatti una porzione di amatriciana ci costa appena tre euro!
Ci sbrighiamo a ripartire, durante il pranzo veniva giù del nevischio; non vorremmo restare bloccati e neanche rischiare di trovare ghiaccio sulla via del rientro. Purtroppo dobbiamo fare uno stop non previsto, causa carnevalata a Posta; vabbè, ce la caviamo con poco e ben preso siamo di nuovo in marcia. Lanti passa sconsideratamente alla testa del gruppo e ci regala un altro dei suoi momenti magici: di punto in bianco esce dalla Salaria e prende la deviazione per Rieti!!!
Ma dove ci porti?
Che ne sò, avevo paura di andare a Terni…
Ma c’era il cartello che indicava Roma!
Ma diceva pure Terni…

Poco male, due risate e si riparte, ma per fortuna che c’era subito la rampa per risalire sulla Salaria altrimenti sarebbe strato molto meno divertente.
Da qui in poi il rientro, almeno per me, ha poca storia: saluto la compagnia e prendo velocemente la strada di casa; gli altri proseguono insieme e dalle foto vedo che hanno trovato anche un altro divertente intermezzo.
Una bella uscita. La presenza della neve, così tanta e così vicina, ci ha regalato un percorso diverso, particolare e spettacolare. L’essere gli unici motociclisti che giravano su quelle strade ci ha dato delle conferme: le rotelle non ci sono tutte e quelle che ci sono non sono neanche tutte al proprio posto; l’amicizia oramai si consolida sempre più ed è sempre un piacere stare insieme.

Dunque aspettiamo frementi la prossima uscita!