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27 novembre 2010 – Sabina e Tuscia

Come è consuetudine in questo periodo, il giro non registra una folta schiera di partecipanti; la paura di prendere la pioggia, nonostante il conforto del meteo, impegni, la voglia forse di restare al calduccio sotto le coperte invece di esporsi al freddo, una situazione di fondo che comunque non ci vede molto entusiasti… insomma, alla fine l’appuntamento è fra Freeblue ed Ulysse. Alla punta, però, troviamo anche Dennykey, che si propone per un giro ridotto.

Siamo sulla Salaria, la prima, inevitabile sosta è per la colazione, al nostro bar preferito a Monterotondo; riprendiamo la via dopo esserci un pò riscaldati al bar, proseguendo sulla Salaria che abbandoniamo all’altezza di Passo Corese, dove ci addentriamo nella Sabina fino a poco prima della stazione di Poggio Mirteto; qui lasciamo la SS313 dirigendo verso Torrita Tiberina, Nazzano, Civitella San Paolo; passiamo sotto Sant’Oreste ed infine sbuchiamo sulla Flaminia. Pochissimo traffico, quasi inesistente tranne ovviamente gli attraversamenti dei vari paese; tranquillamente arriviamo a Civita Castellana ed entriamo in paese, facendo sosta sulla bella piazza; altro caffè e qui il gruppetto si divide: Denny riprende la strada di casa, io e Andrea proseguiamo per Nepi. La strada è piacevole, scorrevole e con un manto stradale evidentemente rifatto da poco, il che ci consente, nonostante il fondo umido un pò scivoloso, di viaggiare in scorrevolezza. Passiamo Nepi e siamo sulla Cassia Cimina, che percorriamo in tutto il suo splendore fino a Viterbo. Usciamo da Viterbo abbastanza in fretta, ancora un pò di Cassia e deviazione sulla Martana, direzione Lago di Bolsena, Marta appunto. Qui ci concediamo una sosta al porticciolo; il lago è uno specchio, calmo e trasparente; scene rilassanti, con germani e paperame vario che fanno i loro giri nella piccola ansa; una coppia attempatella è alle prese con il cagnolino, che libero dal guinzaglio e visto altro suo simile poco distante, in compagnia di altra coppia, parte a razzo per raggiungerlo; il suo padrone, con educazione e modi pacati, lo richiama: “Lillo, Lilloooo, vieni qui, non disturbare” ma il cagnolino neanche lo degna di uno sguardo e lui insiste: “Lillooooo, Lilloooo, fai il bravo, vieni qui” e questa volta il cane accenna a tornare, con il padrone che, evidentemente soddisfatto, continua ad incitarlo: “bravo, bravo Lillo, qui, vieni”. Appena giunto ad un passo dal padrone, il cagnolino ci ripensa: finta, scarto e come una freccia scappa di nuovo; il padrone, sempre con i suoi modi gentili ed educati lo richiama ancora: “LIMORTACCITUA!!!!”.

Lasciamo anche il porticciolo di Marta e ci dirigiamo verso Tuscania; l’ora c’è, la fame anche, la voglia di riscaldarci in una locanda è più che lecita e dunque in breve raggiungiamo il nostro ristoro preferito. Per un pranzo con due primi, due secondi, due contorni, una bottiglia di acqua ed un quarto di vino paghiamo l’esorbitante cifra di 13 euro a testa… Dopo pranzo ci concediamo una passeggiata nel piccolo parco della Torre e poi ci dirigiamo definitivamente verso casa, passando per Tarquinia da dove prendiamo l’Aurelia; oggi abbiamo fatto un giro di raccordo fra 4 consolari: Salaria, Flaminia, Cassia ed Aurelia; i km percorsi, fra i due punti del raccordo Anulare, sono stati circa 270. Giro tranquillo, divertente, il sole comunque ci ha sempre accompagnato, come ci ha accompagnato il magone che mai ci abbandona in questo periodo, il pensiero del nostro amico in difficoltà…

Grazie a tutti, alla prossima.

2 ottobre 2010 – TOSCANA

Tempo di vacche magre, questo!

Siamo usciti in due, Dennykey ed Ulysse, causa impegni di lavoro, assenze, lontananze ad altri *casi* vari…

Appuntamento alle 9 al solito distributore sulla Flaminia, pntualissimi! Ho due proposte per Danilo: Umbria o Toscana e lui sceglie, dopo meditazione, per la Toscana. Partiamo e facciamo pochi chilometri di Flaminia, per poi deviare verso Sacrofano, Campagnano e prendere la Cassia. Ci fermiamo ad un bar per la colazione ed incontriamo un mio amico che abita da quelle parti: è in compagnia della moglie e ci offrono la colazione. Ha la moto, lo invitiamo ad iscriversi al forume dopo un pò di chiacchiere ripartiamo. Prima di arrivare alla Cassia vediamo i vigili che fanno segnali: un automobilista è andato dritto in una curva, attraversando completamente la strada e finendo contro il guard rail della corsia opposta… Terrore, se una moto fosse sopraggunta un quel frangente, pur andando a due all’ora, non avrebbe avuto scampo! Speriamo sia stato per un malore del conducente e non a causa di alcool, sonno o eccessiva velocità su un fondo molto scivoloso… La vigilessa però era un incanto, le faccio il saluto militare in segno di rispetto e riconoscimenoto della sua funzione di topona pubblica!!! Percorriamo la Cassia, deviamo per la Cimina e poi di nuovo Cassia; arriviamo alle porte di Siena in un baleno, non c’è nessuno per strada, moto men che mai, nell’intero giro ne incontriamo veramente poche. Guidiamo rilassati, senza correre e ci godiamo il panorame, che è stupendo: castelli, case e ville rustiche o importanti, colline, crete… Un pò di nebbia, ma a piccoli banchi. Prima di Siena lasciamo la Cassia e ci inoltriamo per docli colline verso Massa Marittima; ho in mente di pranzare in un posticino che vorrei far conoscere a Danilo ed in seguito a tutti i Babbaluci ed arriviamo sul posto, a pochi km da Radicondoli, in perfetto orario: le 13 e 15. Peccato, però, che la trattoria sia chiusa; la cucina è in funzione, ma dicono che sono in corso preparativi per la domenica, per un grande banchetto… Riprendiamo le moto e, senza affanno, iniziamo il percorso di rientro, essendo Radicondoli il nostro capolinea; siamo ovviamente decisi a fermarci al primo posto che ci ispiri fiducia; faccio strada, sorvolo qualche agriturismo e poi, entrando in un agglomerato di quattro case quattro, vedo un barpizzeriatrattoria che fa bella mostra di se lungo la strada; mi fermo, Denny va a controllare e torna con un responso positivo. Parcheggiamo ed entriamo. Il locale è un pò fumoso, fumo di cucina, ma è accolgiente e confortevole; è più un aosteria che una trattoria. Ordianiamo, assistiti da una giovane e formosa ragazza: tortelloni per due, di proporzioni enormi, un arrosto di tacchino, una fettina in padella, fagioli in insalata per due, un quartino di rosso che non finiremo perchè veramente tosto, acqua, un caffè ed un tiramisù. Il conto è di 16 euro a testa, usciamo più che soddisfatti. Ci concediamo ancora qualche minuto di ozio seduti fuori del locale, lungo la strada, e poi decidiamo di partire. Da qui a casa, almeno alla mia, ci sono poco più che 200 km, Denny questa volta ne dovrà fare di più… 70 di quei 200 li percorriamo sui strate immerse nella vegetazione, che quanco di apre lascia spaziare la vista su panorami stupendi, paesini con le case strette strette sulla sommità delle colline, qualche castello di altri tempi. E’ così fino a Grosseto, poi c’è un drittone di qualche km e finalmente siamo sull’Aurelia.

Sosta rifornimento, due telefonate, due chiacchiere e si riparte. Ci salutiamo sulla Civitavecchia – Roma, uscita Cerveteri: io imbocco la rampa di uscita e Danilo prosegue per Roma; siamo veramente soddisfatti, ripeteremo questa gita con tutti i Babbaluci alla prossima stagione bella, ora ci apprestiamo apassare l’inverno, sempre con le ruote in movimento, si spera.

Alla prossima!

31 luglio-1 agosto 2010 – Majella

Questo giro ha avuto una lunga gestazione sul forum, dovuta ad indecisioni ed impedimenti di alcuni dei partecipanti, costretti alla fine alla rinuncia per motivi diversi. Ma l’attività di preparazione è andata avanti, come al solito. Io mi sono occupato dei percorsi, Yamanero di tenere i contatti con il rifugio a beneficio di coloro che avevano scelto questa sistemazione.

Le danze si aprono il sabato mattina, ma sarebbe corretto dire il venerdi pomeriggio, perchè Gipx e Yamanero si fanno un trasferimento Napoli – Roma sotto una pioggia torrenziale. Sabato mattina inizio il giro di raccolta: prima a Portuense a prelevare Gipx; poi, insieme, alla Garbatella a prendere Yamanero e Patrizia; alla Garbatella c’è anche Andrea, visto che siamo rimasti noi cinque a partire da Roma era inutile confermare la punta sulla Salaria. C’è necessità di una colazione e quale migliore occasione per far conoscere ai nostri amici Scugnizzi “er maritozzaro de Testaccio”? Espletata questa formalità attraversiamo la città per andare a prendere la Salaria ma troviamo via Tor di Quinto chiusa per lavori; poco male, saliamo su Corso Francia, un pò di Cassia, piccolo tratto di raccordo ed usciamo, finalmente, sulla Salaria. Non ci alletta il pensiero di percorrere la Salaria fino a Rieti in questo primo giorno di grande esodo, così arrivati a Passo Corese tagliamo per Poggio Mirteto, Poggio Catino, Monte Tancia ed infine scendiamo su Rieti. Piccolo ed indolore attraversamento per andare a prendere la Ternana e poi lasciamo anche questa, salendo per Apoleggia e la mitica 521. A Monte Tancia avevamo fatto ponte radio con Marmar che informava sulla rotta di Papen, proveniente dalle Marche: è partito sotto l’acquazzone ma noi finora abbiamo viaggiato sotto un sole splendido e così confermiamo l’appuntamento sotto Leonessa; rendezvous riuscito alla perfezione! Dopo i saluti saliamo nuovamente in sella e ci fermiamo a Posta per un caffè, Papen ne ha bisogno. Poi tutta una tirata fino ad Amatrice. I nostri amici partenopei possono così assaggiare un’altra famosa specialità, l’amatriciana in versione sia rossa che bianca. Solito siparietto per il conto, sempre economicissimo, e piacevole intermezzo con la più coatta, ma simpatica, delle cameriere… Aveva apostrofato in malo modo Yamanero perchè quest’ultimo non gradiva il vino. “ahò, hai letto come se chiama?* lo apostrofa lei; e Paolo: si, *passerina*. Di nuovo lei: “embè, nun me di che nun te piace la passerina?!?*. Mangiamo, da far schifo direi, e dopo aver scattato qualche foto dal belvedere sui monti della Laga, ripartiamo alla volta di Campotosto. Anche qui, al solito distributore, bel varietà con la signora che gestisce la pompa. Io avevo chiesto il permesso di entrare nel magazzino per fotografare una vecchissima sega a nastro (80 anni…), seguito poi da Gipx e Andrea. “ve piaceno le seghe?” ci fa lei, ed io: “Si, da quando eravamo piccoli”. Di nuovo lei: “però bisogna stacce attenti, perchè ponno fa male” Chiudo io: “Eh si, dicheno che ce se diventa ciechi”. Via, di nuovo, per la foto al cartello del Passo delle Capannelle, dove abbiamo un momento di nostalgia constatando che l’adesivo delle Iene è ancora li, a far bella mostrad i se sulla targa del passo. Foto di rito e si riparte, dopo un attimo di esitazione, in quanto la strada che ci porterà alla base della funivia del Gran Sasso ospita un bel cartello che recita: strada chiusa per frana. Ci guardiamo, io e Andrea, e vale il discorso di sempre: proviamo! Ma mentre ci accingiamo a salire un ciclista solitario e ben educato imbocca proprio quella strada, allora lo raggiungo e gli chiedo notizie: “c’è qualche strettoia, qualche sasso e pietrisco, si passa però”. Bene, per noi è suffciente, si va. Percorriamo a velocità ridotta quel tratto di strada, arriviamo a Fonte Cerreto, saliamo per Campo Imperatore, ed abbiamo l’emozione di veder volteggiare a fianco a noi una splendida poiana, tanto che ci fermiamo ad ammirare il suo particolare volo. Il commento quasi unanime: “ed ora chi glie lo dice a Danilo?” Proviamo a chiamarlo ma i telefoni già sono fuori campo. Arriviamo a Fonte Vetica ed un meteo dispettoso ci regala l’ultimo chilometro sotto un’acquazzone incredibile… non si vede nulla, abbiamo un muro grigio davanti a noi; fortuna che siamo arrivati oramai, e solo poche centinaia di metri prima avvistiamo il rifugio e ci fiondiamo nel piazzale, scendiamo e ci portiamo al riparo. Io e Andrea, in verità, avevamo optato per il pernotto in tenda ed aspettiamo la fine del diluvio per decidere per il si o per il no, ma tutti insistono nel volerci al rifugio; i posti ci sono in quanto abbiamo avuto due defezioni, e cediamo, spinti anche dalla poca voglia di montare le tende sul bagnato. Sistemiamo le cose, doccia e cambio d’abito con indumenti più confortevoli. Poi la cena, che è meglio tacere per decenza, così come è meglio tacere i discorsi fatti a tavola. Siu ride, tantissimo, si mangia si beve, anche vino visto che non dobbiamo guidare; ci tracanniamo anche degli strani miscugli a base di vov, rhum, caffè e panna, buoni però! Arriva così il momento di andare a dormire, non senza aver visto sorgere econ una rapidità sorprendente, una bella luna, luminosissima, nel cielo oramai sereno e stellato. Yamanero e Patrizia si sono sistemati in una camera da quattro posti a loro uso esclusivo, mentre io, Papen, Free e Gipx ci sistemiamo in una camera con un matrimoniale -Free e Papen- e due letti a castello -io sotto e Gipx sopra-. Chi ci conosce, chi è dei nostri può immaginare il cameratismo estremo di quella situazione.

Il mattino dopo la sveglia è per le 7 e 30, ma prima delle 6 sono già fuori per fotografare l’alba; mi raggiunge Papen, poco dopo; poi saliamo in camera, facciamo i bagagli, colazione, conto e si riparte, per una nuova giornata in moto.

E’ domenica, dunque… pian piano scendiamo dal rifugio, attraversiamo la piana e saliamo suilla strada per Castel del Monte; splendido percorso e salendo mi fermo ad un belvedere naturale che offre una vista unica ed emozionante sul Monte Camicia, il Prena ed il Corno Grande; foto e via. Sosta a Castel del Monte per caffè e telefonate varie. Un ragazzo, da un balcone, informa Yamanero che *non ha tacche*: che c’hai? vodafon? Allora devi annà al muretto, dall’altra parte della piazza…” Funziona! Chiamiamo anche Danilo, che si sta mettendo in viaggio con Daniela, Ste ed Elisabetta, e ci diamo appuntamento dalle parti di Pescasseroli – Opi. Riprendiamo il cammino, ma questa volta mi fermo solo dietro suppliche da dentro al casco da parte di Yamanero, dopo aver comunque trascorso un 250 Km a passo Garibaldino. Sosta brevissima, strade fantastiche a parte qualche frana che ci aveva costretto ad improvvisare, ed arriviamo ad Alfedena; benzina, aggiustiamo l’appuntamento con Danilo e gli altri e ci incontriamo al bivio sotto Opi, fra la strada che porta a Pescasseroli e quella che sale a Forca d’Acero. Breve conciliabolo, un malinteso con Andrea e Silvia e di corsa a Pescasseroli; è tardi e rischiamo di saltare il pranzo. Danilo trova una trattoria che si rivelerà buonissima e dunque ci sbafiamo un bel pranzetto. E dopo il lauto pasto il gruppo si divide, con gli Scugnizzi verso Napoli e noi tutti a valicare il Passo del Diavolo e a prendere l’autostrada per Roma. Già a 30 Km da Roma c’è un traffico tremendo; nopi ci siamo salutati poco prima all’autogrill e dunque, per nulla ttratto dal bordello che troverò sicuramente al casello, prendo la bretella e me ne vado ad uscire a Roma sud, proprio sul raccordo. Una mezz’oretta di delirio e sono a casa. Dimenticavo: nella Maiella abbiamo avvistato la seconda poiana, sarà difficile farlo digerire a Dennykey.

 

Grazie a tutti, alla prossima.

25 luglio 2010 – ZAV DAY Cimini

Bellissima giornata, trascorsa in ottima compagnia; intendevamo festeggiare il ritorno in sella delle donne del gruppo, in particolare Daniela.

I partecipanti:

  • Ulysse e Lucilla
  • Mukka
  • Poldo
  • Free
  • Ducatina con il suo monster
  • Fonzie e Paola
  • Dennykey e Daniela

 

Ci vediamo con il primo gruppetto sull’Aurelia, subito dopo il raccordo, più o meno puntuali. Il tempo di leggere un messaggio di Jean, impossibilitato a lasciare casa, o meglio il bagno di casa, e partiamo. Facciamo solo 3 Km di Aurelia, già intasata per il traffico di auto dirette al mare e, come previsto, deviamo per Casale in Selce, Boccea e Santa Maria in Galeria, immettendoci così sulla Braccianese all’altezza di Osteria Nuova. Da qui proseguiamo per Manziana, Oriolo e Barbarano, arrivando a Cura di Vetralla alle 9 e 55, in perfetto orario per l’appuntamento con Fonzie e Paola, che è alle 10. Il tempo di parcheggiare ed ecco che si materializzano anche loro. Caffè, due chiacchiere e si riparte, direzione Marta, sul lago di Bolsena. Qui abbiamo appuntamento con Danilo e Daniela, provenienti da Grosseto. Troviamo un posticino tranquillo in riva al lago, con un bel muretto che divide il marciapiede dall’acqua e che possiamo usare come un salotto. Chi va al bar, chi chiacchiera ma è Poldo a tenere banco… Ci avventuriamo in discorsi un pò spigolosi e audaci, la cui narrazione è meglio non immortalare nello scritto!!

Poco dopo arrivano Danilo e Daniela, saluti, altre chiacchiere, il tempo di farli riposare un pochino e si riparte: di nuovo la Martana, poi la Cassia fino a Viterbo e ci inerpichiamo su per la Canepinese, fino ad arrivare a Soriano nel Cimino. Parcheggiamo sparpagliati, in paese c’è una festa con relativo mercatino ed è difficile trovare posto per le sette moto… Qualche giretto a piedi, durante il quale riesco a trovare un parcheggio ottimale e a discutere con un imbecille che per cercare di entrare fra un’Ape e la BMW di Mukka per poco non la butta a terra! Poi si va tutti al ristorante prenotato. Il posto è carino, ma il nostro metro di paragone basato sul Grottino boccia inesorabilmente il locale. A dire il vero non si è mangiato male, tranne che i tonnarelli allo scoglio, nostro grave errore ordinarli in una trattoria sui monti… Ed ancora una volta la tecnica degli assaggini ha deluso, meglio *il piatto personale* come dice Fonzie… Infatti quando abbiamo chiesto i contorni, al cameriere che proponeva dei vassoi da dividere, Fonzie ha puntualizzato: a me me fai un piatto mio, se non ti dispiace, e ci fai scrivere *vetralla boys*…

Si fa una certa ora, usciamo dal ristorante, Danilo e Daniela riprendono la via per Grosseto, salutando la compagnia, e noi ci inerpichiamo sulla divertente strada che porta alla faggeta, sulla vetta del Monte Cimino. PArcheggiamo nell’ampio piazzale e poi entriamo nella radura dove c’è il Sasso NAticarello, per cercare di farlo smuovere. Coinvolgiamo anche il ragazzo di una coppia arrivata poco dopo… Alla fine siamo riusciti a far ondeggiare il macigno, seppur di pochissimo, ma c’è voluto tutto il *peso* della mia esperienza!

Poco dopo Adrea, Silvia, Poldo e Mukka ci lasciano, mentre io, Lucilla, Mario e Paola ci addentriamo nella stupenda Faggeta. Una mexzz’oretta ed anche noi riprendiamo la strada di casa; all’incrocio fra la Canepinese e la Cassia Cimina Mario prende per Viterbo mentre noi scendiamo fino a Ronciglione, poi percorriamo lo splendido tratto che ci conduce a Manziana e da qui, attraverso il bosco, fino a Sasso e finalmente casa.

Il percorso è stato piacevole, la compagnia anche. 240 i km percorsi, tempo ottimo, ristorante un pò meno ma peggio per lui… Il billancio della giornata è stato positivo, come sempre, perchè quando siamo in compagnia basta questo per far si che la giornata sia memorabile.

Alla prossima!

3 luglio 2010 – Castelluccio di Norcia

Report by Dennykey

Bella giornata di sole, amici e moto. Iniziata in anticipo dal punto colazione e snocciolatasi piacevolmente e senza fretta. Anche senza TOMTOM, a dire il vero. Eravamo solo io e Sergio. Sarebbe stato difficile perdersi. Soste…..due??? In una di queste, sottraevo la moto a Sergio, proprietario in pectore della freschissima e pluriaccessoriata TDM900 di Fabio. Bellissima! E che motore! L’ho strapazzata un pò di seconda, raggiungendo il fondoscala che, non ricordavo, arriva velocemente e con una buonissima spinta….ma stavo scomodissimo!!! L’altezza dell’imbottitura della sella e il manubrio, entrambi non di serie e tarati per Fabio, mt 1.90 sul livello del mare, mi hanno reso la vita a bordo non proprio confortevole. Il manubrio mi scappava dalle mani e dopo un pò mi tremavano le mani e mi faceva male la schiena e i dorsali che non ho, in realtà, ma che fanno male lo stesso!!! :hahaha: :hahaha: :hahaha: A parte questo particolare, condiviso da Sergio che rimedierà presto, l’assetto della moto è moooolto diverso dalle altre TDM che ho mai provato. La cura Nardini ha funzionato, eccome. Finalmente un avantreno che non affonda così facilmente in frenata. Abituato come sono ad una forcella “granitica”, sarebbe ancora un pelino da indurire, ma la moto è anche alta…..E se tu hai guidato la moto di Sergio………Sergio ha guidato la mia……gliel’ho affidata con la doverosa raccomandazione e presa visione della ruota anteriore ormai piramidale, spiegandogli: “appoggia un pò, di più a destra”. Risultato: dopo quattro, dico quattro curve, non l’ho più visto!!! Io avevo il mio bel da fare per stringere stò manubrio in crisi allergica da me e quello?!?!? Si permette di schizzare a velocità curvatura CON LA MIA MOTO!!! :arg: :arg: :arg: Ingurgitato un amarissimo bolo di fiele e rassegnato a soffrire dell’antipatia immeritata da parte della Sua moto nei miei confronti, ho provato anche a raggiungerlo..macchè!!! ad un certo punto, ho pensato: “Porc!!!Quello ha preso un dritto ed è finito in una roggia!!!”…Ma quale roggia!!! Qualche altra curva ed eccolo lì, in una semi paiazzuola, già sceso dalla moto e tranquillo. Telefona a MM e io guardo la gomma per vedere dove era arrivato a piegare. Ha piegato. I ricciolini sono lì a testimoniarlo. Mi dice testuale: “Camminicchia”! L’animaccia tua!, penso. Ma con affetto

Dopo aver ripreso possesso delle rispettive cavalcature, ci apprestiamo a valicare Forca Canapine e finalmente si apre ai nostri occhi lo splendido scenario naturale della piana di Castelluccio. L’aria è fresca e leggera, lo sguardo si distende nella natura fiorita e antiche montagne fanno da palcoscenico per questo spettacolo incomparabile. Noi siamo lì, alla terrazza, a comtemplare un momento che non ha prezzo. Ma è solo un attimo. Il cervello gastrico è già in attività e ci spinge verso il paese, a cercare rifocillo. Dobbiamo attendere. Altri cavalieri e dame devono raggiungerci. Eccoli. Jack, da me visto, salutato a camicia bianca e braccia da capostazione, non mi vede, o fà finta….prosegue, l’infingardo…ma poi ritorna ed ecco anche gli altri. Ci sono Jack e Paola, Paola ed Histrix e …………..ci ho provato ma non me lo ricordo…erano due, simpatici, comunque.   Saluti, smack smack, Jack complimenti e si và a pranzo, praticamente alle nostre spalle, ristorante Sibilla. Voto 6+ di incoraggiamento. Ho smesso di dare voti alti ai ristoranti, semplicemente perchè sopravvivo ai loro pranzi.
Bordate di battute irripetibili e piccoli momenti di ulteriore conoscenza con i Babbaluci lontani-non-troppo che mi piacerebbe frequentare di più. Ma il chilometro è tiranno, si sà!
Ritorniamo percorrendo la Salaria con il rischio di prendere qualche goccia che in montagna non prendiamo. Ci aspetta invece a un niente da casa, un muro d’acqua inevitabile. Un attimo e sono da buttare. Risentirò la sera a cena dello stravizio pluviale, godendomi un mal di schiena epico, moltiplicato da Greta che ha fatto di tutto per restare orfana di padre, ma ho resistito!!!
Bene.

Grazie a tutti per la splendida giornata e….alla prossima!

24-27 maggio 2010 – I Nove Passi

Maggio, come oramai nella tradizione dei Babbaluci, ci ha portato una nuova edizione della Nove Passi.
Sara’ che siamo diventati bravi ad organizzarci, sara’ l’entusiasmo, sara’ quel che sara’ ma oramai questo evento e’ ogni anno piu’ interessante e divertente. Dovevamo essere di piu’ ma i soliti problemi della vita hanno costretto alcuni a dover rinunciare alla tanto attesa partenza; a tutti loro diamo ovviamente appuntamento al prossimo anno. Non siamo un gruppo che tende a fare numero, non siamo tanto favorevoli ai grossi serpentoni di moto… quando i Babbaluci si muovono, si muove un gruppo di amici e se manca qualcuno all’appello non mancano semplicemente un membro del club ed una moto, manca un amico vero e la cosa non puo’ che farci dispiacere.

24 maggio, lunedi.
Partenza di lunedi, 24 maggio; incontro alle 6 del mattino davanti lo Stadio Olimpico e gia’ abbiamo la prima sorpresa; siamo ancora in pochi quando vediamo arrivare e fermarsi una moto conosciuta ma che mai ci saremmo aspettati di vedere li: Ste! Va bene, ho pensato, sara’ venuto a salutarci e a fare colazione con noi, siamo abituati a questi fuoriprogramma, ma lui, candido, se ne esce con un: “vi accompagno per un pezzo, dov’e’ che incontrate Jack?”
Increduli, aspettiamo che arrivino tutti e poi partiamo: Ste, Freeblue, Dennykey, Marmar, Murdok, Jestercap ed Ulysse.
L’ appuntamento con Jack e’ dopo Montefiascone, sulla strada per Bolsena; arriviamo puntualissimi e lo troviamo gia’ li, scalpitante. Dopo i rituali saluti ci muoviamo per andare a consumare un altro rito: la colazione; decidiamo per Bolsena, tranquilla ed accogliente e sicuramente in grado di offrirci una colazione piu’ degna di questo nome rispetto a quella che avevamo avuto sulla Cassia, uscendo da Roma. E poi a quella prima colazione mancava Jack ed il rito non poteva essere soddisfatto…
Seduti ai tavoli all’aperto, versiamo le quote per la cassa comune, per le spese della locanda e la quota del Passi Game, il tutto nelle mani di Murdok, il tesoriere. Consumata l’abbondante colazione, alla quale un intraprendente Freeblue aveva aggiunto qualche taglio di pizza presa all’alimentari, ripartiamo alla volta della tappa successiva, l’Amiata. Ste naturalmente non si era accontentato di accompagnarci fino all’incontro con Jack; aveva proseguito per Bolsena -tanto sono pochi chilometri- ed ora decide di arrivare fino all’Amiata… Ovviamente siamo contenti, sta riprendendo alla grande e la voglia di andare in moto ne e’ sicuramente la conferma. Andrea apre dunque la fila, conducendoci a passo deciso e sicuro verso Acquapendente, Piancastagnaio, Abbadia San Savatore ed infine l’Amiata. Foto, solite cazzate sparate a raffica, saluti a Ste che riparte per Roma e controllo orario: siamo piu’ o meno in tabella e possiamo proseguire senza affanni e senza tagli di percorso.
Scendiamo dall’Amiata, percorriamo piacevoli strade fino a Massa Marittima dove facciamo la sostra pranzo, uno spuntino senza pretese in un locale dal doppio volto: ambiente familiare, pergolato da vecchia osteria e prezzi da ristorante di lusso! Forse colpa delle nostre sguaiate ed irriverenti risa all’indirizzo del cameriere, il quale ci aveva consigliato di andare a vedere “la spada confiScata nella roccia”… Si sara’ vendicato salando abbondantemente il conto, unica arma in suo possesso.
Durante lo spuntino inizia il Passi Game, che oltre alle prove di abilita’ ed i quiz prevede anche una sorta di bonus-malus: punti aggiunti o sottratti per battute divertenti o infelici, per comportamenti positivi o negativi ma soprattutto punti di penalizzazione ad ogni lamentela espressa, qualunque sia il motivo della stessa. Danilo si esibisce subito in un doppia performance, guadagnando e perdendo un punto prezioso per la stessa battuta: divertente nonostante fosse una cazzata immane, irripetibile, che se isolata da quel contesto non avrebbe significato alcuno. Marmar invece comincia a collezionare penalizzazioni per le lamentele… Addirittura ferma il gruppo segnalando lo stop ad Andrea per 3 sole gocce d’acqua!!! Che ridere, ovviamente facciamo il possibile per farlo lamentare e le penalizzazioni, inflitte ad insindacabile giudizio del sottoscritto, sono solo un ulteriore motivo di divertimento, un gioco nel gioco.
Ripartiti da Massa Marittima percorriamo la splendida Massetana fino all’Abbazia di San Galgano, dove ci fermiamo a fare qualche foto. Dopo la sosta a San Galgano e soprattutto la sosta pranzo, abbiamo accumulato un po’ di ritardo e dunque decidiamo di proseguire verso Badia per vie veloci, abbandonando il percorso che ci avrebbe portato ad attraversare le terre del Chianti, fra Siena e Montevarchi.
Raccordo Siena – Bettolle, Arezzo e poi la strada diventa di nuovo piacevole, anche se un po’ trafficata: sotto Bibbiena riconosciamo le *nostre* strade; si va verso Poppi, si devia per Soci e poi, finalmente, lo splendido toboga di asfalto ci conduce a Badia Prataglia, dove ci attende la nostra locanda e dove arriviamo nei tempi previsti.
La sera a cena c’e’ una atmosfera particolare, sia per l’attesa del giorno dopo, quando inizieremo a fare sul serio con un giro nel quale potremo inanellare diversi passi, sia comunque per la nostra allegria e cazzeggio. La trovata del Passi Game ha risosso un successo inaspettato e le penalizzazioni per i lamenti, piu’ di ogni altra cosa, sono sicuramente fonte di gran divertimento.
La cena e’ ottima ed abbondante, come sempre alla Foresta, e ci sentiamo veramente soddisfatti della giornata trascorsa in moto ed in compagnia.

25 maggio, martedi.
Colazione alle 8, canonica e rituale alla Nove Passi. Alle 9, tutti puntuali, lasciamo la locanda; qualcuno prende punti di bonus per essere stato il primo pronto alla partenza, qualcun altro prende penalizzazioni per lamenti vari…
Scendiamo verso Poppi, la strada gia’ dalla locanda e’ un susseguirsi di curve e procediamo piano sia perche’ siamo appena partiti, sia perche’ le gomme sono veramente fredde. Iniziano i giochi: Croce ai Mori, Scarperia e autodromo del Mugello, Barberino, Passo della Futa; breve sosta ristoratrice, decidiamo di tagliare il Sasso di San Zenobi, evitando anche la Raticosa, e scendiamo per una strada bellissima su Firenzuola. Qui ripercorriamo il mitico tratto fino a Palazzuolo sul Senio, dove ci fermiamo per il solito pranzetto veloce: olive, formaggi, finocchiona, prosciutto, mortadella, pancetta, pane e rigorosamente acqua o, per qualcuno, bevande analcoliche.
Controlliamo l’orario e la strada ancora da fare, decidiamo una ulteriore modifica al tracciato: niente piu’ Sambuca e Colla, diretti a Rocca San Casciano, strada San Zeno e poi, da Santa Sofia, su per il passo della Calla. Ma fra il dire ed il fare ci sono di mezzo le forature e proprio mentre iniziamo la salita verso la Calla Jestercap fora la ruota anteriore. Monta le camere d’aria quindi dovremmo smontare la gomma e riparare o sostituire il tubolare, ma il buon Joker non ha ne le pezze ne la camera di scorta, quindi i miei cacciagomme rimangono inoperativi sotto la sella. In quattro e quattr’otto io ed Andrea smontiamo la ruota e la posizioniamo sulle spalle di Murdok, assicurata dalle solite fettucce e moschettoni da montagna che mi porto dietro. Partono: Jack alla guida, Murdok con la ruota-zaino sulle spalle e Jestercap, con la moto di Andrea, a scortarli. Noi restiamo ad aspettare… I ragazzi si sono diretti verso un paesino ad una decina di chilometri, ignorando il consiglio di andare direttamente a Santa Sofia. Buco nell’acqua, li vediamo ripassare dopo un po’ diretti proprio a Santa Sofia, dalla quale torneranno con la ruota con una nuova camera d’aria e la vecchia riparata. Rimontiamo il tutto, togliendo la ruota del cinquantino, scovata nei paraggi, che avevamo montato per ingannare l’attesa e divertirci un po’ ed anche, perchè no? da poter utilizzare in emergenza, se non avessero trovato il gommista.
Andrea e’ un buon braccio destro sia nella guida del gruppo sia nelle attivita’ di officina; anche gli altri aiutano chi mettendo a posto gli attrezzi, chi pulendo il sito che ci ha ospitato ed in un attimo siamo in grado di ripartire. La Calla e’ saltata ma le nostre risorse organizzative ci consentono di prendere il percorso alternato: Santa Sofia, di nuovo, poi passo del Carnaio, Passo dei Mandrioli ed infine Badia Prataglia, in perfetto orario.
Doccia, cambio d’abito e l’aperitivo ci trova prontissimi: prosecco per -quasi- tutti. Poi a tavola, all’immancabile appuntamento con i manicaretti preparati da Angela e Andrea, della Foresta. Vino rosso *un po’ peso*, come dice Andrea: 14 gradi! Il giorno siamo diligenti, siamo un po’ pazzi ma non scemi da alterarci con l’alcol mentre siamo in moto, ma la sera qualche bicchierozzo non ce lo leva nessuno.
Altre risa, incontenibili, altri bonus, altre penalita’… Si fa un briefing per la giornata successiva, mentre un compleannoso Murdok porta nel salottino spumante e torta. Il briefing diventa un gioco, nel quale abbiamo modo anche di effettuare i quiz previsti dal Passi Game. Un agguerrito Jestercap balza in testa, grazie anche a qualche punto di bonus guadagnato con le sue battute al peperoncino.
La giornata si conclude cosi’, fra l’ilarita’ generale, come di consueto fra noi ed in special modo in queste occasioni: oltrtutto e’ vietato lamentarsi dunque al minimo accenno si perdono punti preziosi.

26 maggio, mercoledi.
Alzataccia, la partenza e’ fissata per le ore 07:00. Ma non sono il solo ad essere pronto prima del tempo: Andrea e Danilo, subito seguiti da Jack, mostrano tutta l’impazienza di andare a raggiungere le Apuane… Piano piano scendono tutti e tutti in perfetto orario. Questa volta il nostro cerimoniere, Dennykey, ha preso una toppa: dovevamo fare colazione alla locanda, facendoci lasciare delle cose sul nostro tavolo, ma non si sono capiti, dunque scediamo da Badia con la solita cautela ed a Soci ci fermiamo a fare colazione al bar; poi diretti alla Consuma, foto di rito sullo scollinamento, e ci dirigiamo su Pontassieve. Qui prendiamo l’autostrada, che fin dopo Firenze e’ nel caos piu’ assoluto, fra auto immobili in tripla fila ed i lavori in corso per lunghi tratti. Questo ci costera’ un bel ritardo all’arrivo a Massa, al quale dobbiamo aggiungere i minuti di una sosta prolungata per riprendere fiato; sono pur sempre quasi 200 chilometri da Badia!
L’arrivo alle porte di Massa ci lascia intravedere lo spettacolo che ci attende sulle Apuane. Iniziamo a salire verso il Passo del Vestito, unico, antico, dove da sempre sono stati prelevati i marmi piu’ pregiati. Storico, perche’ qui passava la Linea Gotica, ed affascinante sia per i panorami che per la salita al valico molto ripida e per stretti tornanti, inframmezzazi da buie gallerie.
Ci fermiamo ad Isola Santa per le foto e ci ritroviamo poi a valle, diretti verso Castelnuovo di Garfagnana. Qui Alberto ci saluta, prende la strada per Aulla, diretto in Liguria. Chiudiamo la gara con un ex aequo clamoroso fra lo stesso Jestercap e Dennykey, che essendo il primo ad essere pronto in moto alla partenza del mattino, ha rimontato e pareggiato la classifica. La vincita del Passi Game consiste nella gratuita’ della quota-locanda e i due, molto cavallerescamente, devolvono la somma quale fondo a favore di un pranzo per i Babbaluci.
Noi proseguiamo per il Passo delle Radici, dove troviamo ristoro in un anacronistico rifugio… il tempo, dentro al locale, sembra essersi fermato ai primi anni ’70! Con tanto di vecchia cabina telefonica ed oggetti molto kitsch in vendita ed esposizione nelle vetrine.
Murdock si produce in un rombo intestinale di rara intensita’ e volume, generando vibrazioni alla panca del rifugio e risa generali. Poi usciamo, Marmar propone una foto tutti insieme sul prato; prima cerca di posizionare la fotocamera sul tetto di un’automobile ingorando che il propietario e’ all’interno, dando vita ad una macchietta comica ma raggiungendo comunque un accordo con l’automobilista: pezzetta sotto la fotocamera per non graffiare il tetto. Poi imposta l’autoscatto e parte a razzo, la distanza fra la fotocamera ed il gruppo non e’ poca… salta il fossato, quale handicapp alla performance, atterra sul prato e nel volteggiare colpisce Murdok con lo stivale, proprio mentre l’autoscatto assolve il compito richiesto. La foto verra’ fuori con tutti noi a ridere ed il povero Jean con la faccia fra le mani, dolorante…
Si riparte; il nostro approccio con percorsi e navigatori e’ molto interattivo, facciamo una deviazione e saliamo su per l’Abetone. Foto, scendiamo verso San Marcello e poi Castiglione dei Pepoli. Una strada con un grip incredibile ci consente di guidare in scioltezza, felici come non mai, forse come Poldo, anni prima, sulla Raticosa…
Ci ricomponiamo, il gruppo si compatta, Andrea riprende la guida… dobbiamo affrettarci; chiede indicazioni ad tizio, che conferma: “da qui al Mugello c’e’ una strada molto breve, con 4 chilometri di sterrato” che pero’ ci faranno risparmiare un lungo giro. Ci guardiamo ed e’ uno sguardo di intesa: non informiamo nessuno e proseguiamo; in effetti arriviamo presto al Mugello, fra qualche protesta -purtroppo il Passi Game e’ oramai concluso e non ci sono piu’ penalizzazioni-; proteste ovviamente bonarie e giocose. Dal Mugello passiamo per Borgo San Lorenzo e poi solo Croce ai Mori ci divide dalla locanda. Affrontiamo la lunga salita con grinta e rispetto, in perfetta solitudine: nessuno tranne noi! Sono le 19 e 30, c’e’ luce ma si percepisce l’arrivo imminente della sera; guidare ora, su questa strada, benche’ stanchi, e’ uno spettacolo. Arriviamo a Badia comunque in orario, siamo in una locanda e non in un grand hotel, dobbiamo rispettare gli orari per ripettare le persone che lavorano e dunque siamo ben contenti di non aver arrecato disturbo a nessuno.
Doccia, ovviamente, e cambio di look… Ci aspettano le *fiorentine*, le superbe bistecche di chianina che Danilo aveva ordinato telefonicamente durante la sosta del mattino a Massa; su queste cose e’ sempre meglio essere previdenti al massimo!!!
Qualcuno, un Marmar a caso, si addormenta dopo la carbonara(!) e prima delle bistecche. Jean e’ completamente cotto, paga la lunga assenza dalla moto ma ha onorato il giro fino all’ultimo chilometro. Noi pure siamo stanchi, ma tutto sommato nella norma.
Il bilancio della giornata ha dell’incredibile: 520 chilometri percorsi che esclusi i quasi 130 di autostrada sono stati tutti di passi e strade impegnative; 11 ore e 10 minuti dalla partenza al rientro, durante le quali abbiamo solo e semplicemente goduto: dei panorami, delle moto e della nostra compagnia di svalvolati.
La serata si conclude come le precedenti, fra scoppi di risa, brindisi e cazzate varie. Siamo proprio maestri in questo!!!

27 maggio, giovedi.
Ci alziamo con comodo, per cosi’ dire: la partenza e’ fissata per le 9 e 30. Il solito Marmar protesta perche’ vedendoci pronti almeno 20 minuti prima si sente *condizionato* a fare altrettanto. Lo prendiamo in giro, ridiamo di e con lui, e meno male che e’ finita l’assegnazione dei punti malus!!! Saliamo a Camaldoli e poi al Sacro Eremo; visita, foto e poi l’immancabile discussione: scendere o no per il passo Fangacci? Io ovviamente protendo per il si, spalleggiato da Andrea, Jack e Murdok. Danilo si affida alla fatalita’ del caso e della vita, sposando la causa comune: “se Fangacci deve essere, Fangacci sia!” E’ si uno sterrato, ma di rara bellezza sia nel tracciato, completamente immerso nella rigogliosa vegetazione di faggi, castagni, ippocastani, abeti bianchi ed altro ancora, sia per l’ampio panorama sulla Romagna che si apre poco prima del passo. Marmar si trasforma da indeciso a estasiato, saltando addirittura sulle pedane quando incrociamo l’auto di Google Street View che procede facendo le riprese… Poi ci concediamo tutte le pause del mondo, sia per il panorama visibile dal passo, sia per l’ampio piazzale davanti al Rifugio Fangacci, per foto e riprese video, sia per ammirare e fotografare le bellissime Tre Cascate poco prima di Badia. Tutto questo ha una fine e da Badia saliamo il Mandrioli. Altre foto e riprese. Nei pressi di Bagno di Romagna Danilo e Jean prendono la E45 per un rientro rapido. Io, Jack, Marmar e Free proseguiamo per un tratto ma l’intenso traffico e l’orario convincono anche noi a salire sulla E45. Usciamo a Citta’ di Castello, saliamo rapidamente a Bocca Serriola, dove ci attende Ani con la sua Kappona. Pranziamo al solito, con affettati, formaggi ed acqua minerale, poi ci salutiamo: Ani e Jack proseguono per Fabriano, noi tre scendiamo nuovamente per il Passo di Bocca Serriola e da Citta’ di Castello prendiamo nuovamente la E45, diretti rapidamente a Roma. Saluti con Andrea in un’area di servizio poco prima di Roma; io e Marmar ci dirigiamo a casa mia, l’indomani ci imbarcheremo a Civitavecchia per la Sicilia, insieme ad una altro gruppo di semi infermi di mente… Ma questa e’ un’altra storia!

La Nove Passi chiude i battenti anche quest’anno, gia’ da ora pensiamo alla prossima edizione, con la speranza di dividere emozioni, soddisfazioni e divertimenti con tutti i Babbaluci, nessuno escluso.
Grazie a tutti: per l’impegno notevole che questo raid ha richiesto; per la pazienza nel sopportare la mia *pignoleria da endurista incallito* nel cercare di voler rispettare le tabelle di marcia; per essere stati nuovamente insieme ed aver contribuito a rendere questa nuova edizione un successo come e piu’ delle precedenti.
Grazie a Marmar che e’ partito in solitaria da Palermo per unirsi a noi e per aver curato i servizi video/fotografici.
Grazie ad Alberto per essere partito invece da Tirana, dove sta lavorando.
Grazie a Jack che poteva raggiungere comodamente Badia ma ha preferito scendere da Fabriano a Montefiascone per condividere ancora piu’ tempo e percorsi con noi.
Grazie a Jean che ha sopportato una fatica immane in questo evento ma l’ha concluso nel migliore dei modi.
Grazie ad Andrea, aiuto preziosissimo nella guida e nella gestione delle problematiche tecniche, elemento di sicura affidabilita’.
Grazie a Danilo, per la sua proverbiale disponibilita’, assistenza, esperienza e simpatia.
Grazie a Ste e ad Ani, che con la loro pur breve partecipazione hanno allietato ed arrichito la compagnia.
Grazie a Gipx, Babbaluco Partenopeo, che ha accolto Marmar al suo arrivo al porto, da Palermo.

Alla prossima!

20 marzo 2010 – Sora

E siamo alla terza uscita ufficiale dell’anno.
Questa volta il gruppo e’ piu’ folto rispetto alle ultime escursioni effettuate, e credo che questo sia frutto anche della stagione che sta virando al bel tempo e di questo giorno che coincide con l’inizio della primavera.
Ho appuntamento con Yamanero alla Garbatella, piu’ o meno alle 8 e 15, per raggiungere poi il grosso del gruppo alla punta principale, sulla Anagnina; alla spicciolata arrivano tutti, e dunque a partire da Roma siamo: Freeblue, Dennykey, Yamanero e Patrizia, Poldo, Murdok e Ulysse.
Come giustamente fa notare lui stesso, Yamanero e’ l’anello di congiunzione e la rappresentazione del gemellaggio fra i due gruppi, in quanto parte con i Babbaluci e rientra con gli Scugnizzi.
Facciamo un po’ di Anagnina e ci fermiamo al bar per il rituale della colazione, dopo di che di nuovo in sella; abbiamo appuntamento con Gipx e Roberto per le 11, 11 e 30 a Fondi. Artena, Colleferro e su per la Carpinetana, praticamente deserta. Non c’e’ il bel sole pieno dell’ultima uscita ma comunque il tempo e’ gradevole e non fa neanche freddo. Nessuna sosta, temo di non arrivare in tempo all’appuntamento quindi salto la fermata al solito bar di Carpineto, nonostante i richiami di Poldo. La Carpinetana e’ stupenda, l’asfalto perfetto e dunque il ritmo si fa un po’ piu’ allegro, ma arrivati alla fine della giostra, sotto Maenza, siamo comunque costretti ad una sosta forzata, causa strada chiusa. Ne approfittiamo quindi per qualche foto e per l’immancabile sigaretta da parte degli ultimi anacronistici *visiosi*.
Perdiamo circa 20 minuti, ma il poco traffico e la scelta di prendere la strada veloce per Fondi ci consentono di arrivere entro l’orario previsto. Gipx e Roberto sono gia’ sul posto, comodamente seduti fuori al bar; ci uniamo a loro, saluti, altro caffe’ e per mezzogiorno siamo di nuovo a cavallo.
Alla svelta arriviamo a Itri, dove imbocchiamo la familiare svolta a destra che ci portera’ ad effettuare il piacevole percorso sugli Aurunci; anche qui asfalto perfetto e ci concediamo un allungo. Nei retrovisori vedo un Roberto alquanto agguerrito, a bordo della sua GS, alternarsi con un arrembante Poldo ed uno spavaldo Gipx. Il ritmo e’ alto, anche se non esasperato, ed i chilometri scorrono veloci sotto le ruote; un passo Garibaldino, lo definirebbe Jestercap.
Da Fondi a Sora nessuna sosta, abbiamo prenotato il tavolo, il nostro tavolo al Grottino, per le 13 e 30 ed fermiamo le moto davanti al ristorante alle 13 e 20.
Parcheggio, qualche foto ancora, svestizione ed entriamo. Fabiola, sempre sorridente, ci accoglie da vecchia amica qual’e’ ed in breve siamo seduti al tavolo pregustando le prelibatezze che arriveranno. Un ricco antipasto di mare, veramente notevole per quantita’ e qualita’; poi tonnarelli allo scoglio per tutti tranne per Yamanero e Patrizia che preferiscono un risotto, sempre con lo stesso condimento. Solo due bottiglie di vino in 9, come nostra abitudine non ci lasciamo andare ad eccessi etilici quando siamo in moto. Qualche dolcetto e si sono fatte le 16. Paghiamo il solito conto molto al di sotto della media, salutiamo sia Fabiola che Melissa ed usciamo dal locale.
Gli Scugnizzi sono alle prese con una combattuta scelta: Yamanero vorrebbe fare strada verso casa velocemente, prendendo l’autostrada ed onestamente viste le sue condizioni di salute non gli si puo’ dare torto; invece Gipx e Roberto sarebbero propensi a fare un giro un po’ piu’ articolato, magari salendo con noi a Trisulti; visto che decidono per l’autostrada, anche noi che a nostra volta abbiamo Paolo e Danilo anche loro intenzionati a rientrare velocemente, decidiamo di restare in gruppo cosi’ arriviamo tutti a Frosinone, dove ci salutiamo: gli Scugnizzi verso Napoli ed i Babbaluci verso Roma.
Giornata, dunque, veramente piacevole, ma con gente cosi’ non e’ difficile. Anche il meteo, ancora una volta, e’ stato dalla nostra parte e possiamo archiviare anche questa uscita in modo piu’ che positivo. Ulteriori motivi di soddisfazione sono stati il rivedere Jean Claude di nuovo in moto dopo tanto tempo e tante vicissitudini; Paolino Poldo di nuovo fra i Babbaluci, con la sua abituale verve, e la compagnia degli Scugnizzi. Con loro speriamo di rivederci presto, durante il pranzo ho abbozzato con Gipx e Roberto la possibilita’ di fare un giro in Irpinia tutti insieme, Scugnizzi e Babbaluci.
Aprile e’ alle porte, presto la prossima gita, sognando Maggio che ci portera’ la Nove Passi e lo Zoccolina tour in Sicilia.

Alla prossima e grazie a tutti noi per le belle cose che stiamo facendo insieme.

27 febbraio 2010 – Narni

Uscita in calendario per il mese di febbraio.
Gruppetto ridotto anche questa volta: Dennykey, Freeblue, Papen, Ulysse. Sarebbero dovuti venire anche Jean e Poldo ma non si sono visti all’appuntamento.
Partiamo, piu’ precisi del solito… tutti in anticipo, forse scalpitanti per la bella giornata che si prospetta. E’ sabato, il poco traffico che ci aspettiamo, sia auto che motociclistico, ed il bel sole che si e’ gia’ annunciato ci invitano a mettersi subito in marcia.
La prima sosta per la colazione e’ prevista al solito bar di Monterotondo Scalo. La degustazione e’ accompagnata dalla piacevole vista di un culo magnifico appartenente ad una ragazza al banco… spettacolare!
Riprendiamo la strada e lasciamo la Salaria per salire verso Moricone prima e Scandriglia poi. Nessuna moto e qualche rara auto, come previsto. A questo punto il navigatore ci gioca uno dei suoi brutti scherzi: imbocchiamo una stradella che al primo tornante rivela un pessimo fondo stradale ed alla seconda curva diventa un vero e proprio sterrato… il fatto che fossimo pochi e tutti esperti e che nessuno avesse bloccato per tornare indietro fa si che dopo circa quattro chilometri di sassi, buche ed acqua siamo fuori dal quel fuoriprogramma.
Facciamo ancora un po’ di strada, asfaltata questa volta, ed arriviamo al lago di Posticciola; si apre un panorama incantevole, da cartolina, complice il sole davvero splendente. Qualche foto, due chiacchiere e ripartiamo…
Ci inerpichiamo su per i monti e poi in picchiata verso Rieti; il ritmo e’ buono ma non forsennato e la strada scorre piacevole sotto le ruote. In men che non si dica passiamo Rieti, poi ci avviamo verso Narni, con un itinerario curvoso e piacevole. Da Posticciola a Narni nessuna sosta, le moto hanno una buona autonomia e noi pure e comunque si sta avvicinando l’ora fatidica della sosta pranzo.
Arriviamo quindi a Narni in perfetto orario, come da tabella di marcia; ci approvviggioniamo di cibarie preso una alimentari/pizzeria locale, sulla piazza principale, e sbafiamo il tutto seduti sulle scale della chiesa, con un bel sole a scaldarci. Un bel caffè e siamo pronti per affrontare il ritorno.
Ci avviamo verso Calvi, con Danilo in testa… bella strada, sole, asfalto perfetto ed i motori iniziano a salire di giri, finche’, come al solito, ci troviamo in piena bagarere io, Ulysse, e Denny… Staccate sempre piu’ audaci, frizioni che lavorano alacremente tanto che ad un certo punto Denny segnala uno stop immediato…
Penso, dai gesti che fa, a qualche animale che l’ha punto o colpito sulla mano sinistra e penso che deve essere stato un animale bello grosso se e’ riuscito a fargli male nonostante i guanti invernali. Invece e’ solo un crampo!
Il nostro mediano deve essere a corto di allenamento ed in questo periodo della stagione e’ comprensibile… ma per lui inizia la serie degli sfotto’ ai quali deve sottomettersi senza troppo reagire, pena l’insasprimento delle battute…
Passato l’inconveniente, ma con la mano ancora dolorante, riprendiamo la marcia, a regime ridotto. Al primo casello di accesso all’autostrada Denny ci lascia, e’ solo stanco e non vuole che lo accompagnamo; proseguiamo dunque per la Flaminia ed in breve siamo alle porte di Roma. Ci salutiamo, contenti. Nonostante l’inconveniente alla mano di Denny la giornata e’ stata ricca, entusiasmante e con un sole che oramai ci eravamo dimenticati come era fatto.

Alla prossima, marzo ci vedra’ scarrozzare sui Lepini e sugli Aurunci… a presto!

7 febbraio 2010 – Pisoniano

Report by Dennykey

Cronaca di una 1/2 giornata.
Appuntamento come da programma alla SHELL sulla Tiburtina.
Jester ci preannuncia un leggero ritardo che passiamo, Ste, Papen ed io, con le consuete chiacchere in amicizia.
Siamo pronti per andare. La giornata e’ bella, il sole splende e timidamente tenta di riscaldare un’aria che e’ stata troppo al nord. Invano. Ma non importa.
Prima sosta per una colazione ipercalorica e poi via. Imbocchiamo la Empolitana e giriamo prima di Gerano, direzione Subiaco.
Jester ci porta al cimitero per una cosa personale e ne approfittiamo per dare un’occhiata alle montagne.
Il colore bianco degli alberi in quota, non promette nulla di buono. Comunque ci incamminiamo.
La salita prosegue tranquilla all’andatura di chi sa che potrebbe trovare la strada ghiacciata o quantomeno bagnata.
Facciamo diverse curve prima di notare sull’asfalto i primi, inequivocabili segni di neve: SALE!!! Oddio le moto!!!
Neanche il tempo di pensare ad altro che ci ritroviamo i bordi della strada imbiancati. Quasi per nulla intimoriti proseguiamo ma, dopo una curva in ombra la strada e’ BIANCA!!! Ghiaccio e neve.
Mi fermano da dietro in tempo. Chissa dove cz volevo andare!!! Fine della giostra!!!
Foto ricordo e con grande cautela, grazie a Papen che sfodera maggior esperienza in queste circostanze, ci giriamo e torniamo lentissimamente indietro. Il peggio e’ passato. Non ci sarebbe piaciuto per niente fare un volo in quelle condizioni, percio’ decidiamo per un defaticante caffe’ a Subiaco. Ci salutiamo con Ste e Jester che tornano a casa e io e Papen ci dirigiamo verso Pisoniano dove abbiamo appuntamento con Greta, Daniela e Carla per un pranzetto al ristoranete Bacco. Ma questa e’ un’altra storia!!!!
Grazie a tutti per la bellisssima giornata, strappata al grigiore di questo inverno che sembra non voler finire mai!!!!
Ma FINIRA’ ECCOME SE FINIRA’!!!

24 gennaio 2010 – Argentario

Questa uscita, come da calendario, e’ stata l’inaugurazione dell’anno motociclistico 2010.
Seppur in numero ridotto, causa alcune defezioni per impegni vari, il gruppetto ha saputo far onore al buon nome dei Babbaluci; in rappresentanza dunque c’erano: Freeblue, Papen, Fonzie e Ulysse.
Il primo appuntamento e’ per le 9 sulla Flaminia, solito posticino; Andrea arriva in largo anticipo, poi Ulysse ed infine Papen; talmente puntuali che pur essendoci dilungati in chiacchiere e “preparativi termici” partiamo con 10 minuti di anticipo… L’appuntamento con Fonzie e’ alle 10; Andrea, con passo tranquillo, guida il ridotto drappello fra le colline che dividono la Flaminia dalla Cassia ed arriviamo a Vetralla con 10 minuti di anticipo. Ecco dunque Mario! Solito bar, rimodernato; un te’ caldo per tutti, qualche chiacchiera e la sosta oltrepassa la mezz’ora; siamo tranquilli, ci siamo tutti e non abbiamo altri appuntamenti da rispettare; a dire il vero avevamo previsto di essere a Posto Santo Stefano fra le 13 e le 14, orario comunicato a Piero nel caso ci avesse raggiunto, ma anche questa possibilita’ e’ sfumata.
Riprendiamo la marcia, Andrea ancora a fare da apripista; con passo tranquillo ma deciso, senza tentennamenti, arriviamo al Lago di Bolsena, a Marta, proseguendo senza soste fino a Manciano, dove facciamo una rapida sosta caffe’ e rifornimento. Di nuovo in sella: un bel percorso nel bosco, fra saliscendi e curve, ci porta a Scansano ed infine all’Argentario e a Porto Santo Stefano: ore 13 e 20!!!
Due chiacchiere, considerazioni sul freddo, due foto e parcheggiamo le moto; entriamo in un accogliente ristorantino proprio di fronte al porto. Fonzie ci fa sganasciare dalle risa esibendosi in uno show narrativo in Vetrallese; Papen che commenta in Siciliano ed in breve sorge una incomprensione linguistica, risolta da Mario con un secco: “aho’, e bisogna che parli come noi, eh!”
Il pranzo prosegue tranquillo, rilassato, senza fretta. Alla fine risaliamo in moto poco dopo le 16 e nuovamente Andrea ha l’onere di guidare il manipolo sulla via del ritorno; riprendiamo verso l’interno, raggiungendo nuovamente Manciano per strada differente da quella dell’andata. Poi puntiamo decisi su Canino e quindi Tuscania; Fonzie, man mano che ci avviciniamo a casa sua, scalpita come uno scecco in prossimita’ della stalla! Tutta una tirata fino a Vetralla, quindi, dove dopo un altro te’ salutiamo Mario.
Abbiamo deciso di evitare la Cassia, molto trafficata, e quindi mi metto alla testa del triumvirato: Vejano, Oriolo, Manziana, Sasso e Aurelia. Arriviamo alle porte di Ladispoli poco prima delle 19; saluti, abbracci ed una bella constatazione: abbiamo percorso quasi 500 km in questo giro! Clima decisamente invernale; non ha piovuto ma un freddo secco e pungente, con temperatura che alle 10, a Vetralla, era di 5 gradi per poi scendere quando abbiamo attraversato le colline ed i boschi, ci ha accompagnato per tutto l’itinerario. Cinquecento chilometri sono dunque non poca cosa; il fine non era certo veder crescere il nostro quantitativo chilometrico, ma averli fatti, in scioltezza, senza affanni, godendoci un giro veramente bello, con strade molto scivolose in certi punti, ha determinato che la tempra motociclistica non si e’ arrugginita dopo il periodo di stop dovuto a festivita’ ed altro, e fa ben sperare per il nuovo anno motociclistico che ci aspetta. Altra considerazione positiva e’ la definitiva consacrazione di Andrea come guida: attento, regolare, guida senza strappi e senza rallentamenti; sara’ un valido supporto ed una guida importante anche nelle maratone tipo nove passi. Io avevo calcolato tempi ed orari, rispettarli e’ stato merito della puntualita’ di tutti, cosa veramente piacevole; della guida di Andrea e della tempra motociclistica di tutti.
Se le premesse sono queste, il 2010 sara’, motociclisticamente parlando, strepitoso! Alla prossima.