15 marzo 2009 – Jenne, Sora, Carpineto

Era ora!
Dopo questo lungo periodo in cui tutte le uscite sono state caratterizzate da freddo, pioggia e perfino dalla neve, finalmente una uscita con il sole. E che uscita.
Una bella formazione di babbaluci si presenta alle nove, più o meno, all’appuntamento sull’Anagnina: Freeblue, Ste, Jack, Poldo, Lanti, Dennykey e Ulysse. Solito briefing a base di cazzate e si parte; contrariamente al mio solito ed allo spirito di gruppo sono costretto a fare una cosa che odio: rifornimento subito dopo la partenza! Fatti indipendenti dalla mia volontà, il distributore che non riconosce il bancomat ed altro ancora, mi hanno impedito di rifornire la moto prima della partenza. Meno male che sono in buona compagnia, anche Lanti era nelle stesse condizioni. Quindi, imboccata la Tuscolana, troviamo un distributore poco prima di Frascati e facciamo il pieno.
Freeblue guida il gruppo; passiamo Frascati, Monte Porzio e Monte Compatri fino ad andare ad incrociare la Casilina e quindi deviare per Capranica Prenestina; percorso piacevolissimo, guidiamo in relax godendoci il sole; sosta caffè ed altra dose di cazzate, tanto per non perdere l’abitudine; due simpaticissimi carabinieri ci richiamano all’ordine in quanto abbiamo parcheggiato le moto in piazza e questo non si può fare; salutiamo e ripartiamo, destinazione Gerano e poi Subiaco.
Ma strada facendo mi ricordo che a breve incroceremo il bivio per Rocca Santo Stefano… Un’ottima ragione per un fuori programma; passo in testa e senza indugio prendo quindi la nuova direzione: 8 Km in salita con curve e tornanti mooolto divertenti; arriviamo dentro il paese, vado per prendere una stradina che ci avrebbe ricondotto più in basso ma… finisce ora dentro un cortile di una casa!!! Poco male, prendiamo la parallela, scendiamo comunque e ripercorriamo in senso opposto tornanti e curve, ma solo per due o tre Km, perchè poi mi immetto in una stradina, ma proprio ina ina, che in breve ci porta a Subiaco, facendoci riguadagnare, con gli interessi, la deviazione effettuata.
Attraversiamo Subiaco con i motori al minimo, ed ecco finalmente il bivio per Jenne: ognun per se e Dio per tutti!
Si sale in ordine sparso, ognuno scegliendo l’andatura più consona per se stesso, fino a ritrovarci al belvedere. Foto, scambio di convenevoli con alcuni motociclisti sopraggiunti poco dopo, Lanti ricomincia a lamentare le solite vibrazioni… Basta, si riparte, Andrea nuovamente in testa al drappello.
La discesa da Jenne verso gli Altopiani è meno tortuosa, ma è un susseguirsi ininterotto di curve, mancano solo i tornanti decisi e ripidi della salita appena fatta; sole, curve, i motori che cantano allegri, il piccolo serpentello che scivola sinuoso sull’asfalto, a copiarne curve e dossi… questo è un piacere difficile da descrivere!
Ebbri, in questo stato di grazia, per saliscendi e strade meno impegnative ma pur sempre piacevoli ed immerse nella natura, arriviamo a Sora, precisamente al Grottino; 4 minuti di penalità… avevo prenotato per le 13 e 30 e sono le 13 e 34!
Il pranzo è una storia a parte, il Grottino non smentisce al sua fama e facciamo veramente fatica a mangiare tutto ciò che ci viene proposto. C’è anche un simpatico intermezzo, uno scherzo ai danni del famelico Lanti: io sono seduto a capotavola, incastrato fra l’angolo del muro, Andra ed un altro tavolo; quindi invio un sms a Denny, che è dalla parte opposta. Danilo legge, rapida occhiata di intesa e parte, direzione cucina, per avvertire le oramai nostre amiche di portare a Lanti una minuscola porzione di primo. Finiamo di ingurgitare gli antipasti ed ecco finalmente i tonnarelli allo scoglio; le due ragazze distribuiscono i piatti a destra e a manca, con un Lanti ansioso che si sbraccia per agguantarne uno, ma niente da fare. Se ne vanno e lui rimane senza primo, insieme a Denny che però aveva ordinato un’altra cosa. Ritorna la cameriera, da il piatto a Lanti che subito aggrotta le ciglia vedendo la misera forchettata di tonnarelli… cerca di mollare il piatto a Danilo, che giustamente rifiuta avendo ordinato gli spaghetti alle vongole. Lanti è preso dallo sconforto, è pallido, la faccia preoccupatissima; si rivolge alla cameriera, che era rimasta li da noi, dicendo:
“ma è tutto qui? e il resto?”
“il resto di che? Quella è rimasta!”
e se ne va, nuovamente, ritornando poi con gli spaghetti di Danilo… Mamma mia, Lanti si guarda intorno, incredulo: noi con delle porzioni da paura e lui con quella miseria! Finalmente arriva il piatto vero, e per confortarlo dallo scherzo subito gli hanno preparato una porzione disumana!!!
Usciamo, c’è ancora il sole, a velocità da digestione procediamo verso Isola Liri e Pico, tagliando poi per Pastena.
Ci fermiamo al distributore, punto in cui Jack ci saluta per riprendere al strada di casa. Abbiamo molto apprezzato la sua compagnia in questa uscita, che per lui è stata di 700 Km!!! Ci sdebiteremo senz’altro andando a fare una escursione nelle Marche, a breve. Complimenti anche per la sua nuova, fiammante motocicletta!!! Noi riprendiamo il percorso: saliamo per la Carpinetana, arrivati a Montelanico è oramai buio; proseguiamo ma arrivato a Colleferro Andrea ci saluta e noi prendiamo l’autostrada per smaltire velocemente i pochi Km che ci restano per arrivare a Roma.

Una giornata speciale, sia per la presenza di Jack che per essere stata la prima uscita con temperatura mite e senza acqua da qualche mese che sicuramente ha inaugurato la stagione primavera/estate 2009.
Alla prossima, dunque!

15 febbraio 2009 – Amatrice

Che giornata!
Ad averlo effettuato in primavera/estate questo giro, al di la del piacere di essere ancora insieme, non avrebbe avuto nulla di particolare… poco più di 250 Km, con itinerario che sicuramente, a parte un tratto iniziale, non regalava nulla sul piano della novità; ed invece le condizioni climatiche alla fine lo hanno reso un giro da “pelo sullo stomaco”, per dirla alla Jestercap.
Ci vediamo sulla Salaria, solito posto, alle nove e trenta; un pò più tardi rispetto alle nostre abitudini, per cercare di partire con un minimo di sole e trovare strada asciutta man mano che procediamo. Siamo in otto: Poldo, Freeblue, Ste, Jedan, Lanti, Dennykey, Jestercap ed Ulysse. La piazzola è invasa da Africa Twin, sicuramente un gruppo organizzato.
Partiamo, primo tratto di Salaria a velocità non superiore ai 60/70 all’ora, anche per dar modo a Jestercap di raggiungerci dopo il rifornimento; ed infatti è di nuovo fra noi poco prima del semaforo all’incrocio di Passo Corese. Lasciamo la Salaria e raggiungiamo Poggio Mirteto; la strada è buona, asciutta, ed il ritmo sale: il tratto di Ponte Sfondato è molto piacevole, con le sue curve in sali scendi, e lo facciamo scorrere sotto le ruote rapidamente. A Poggio Mirteto c’è il mercato in piazza, siamo costretti a parcheggiare sul marciapiedi, anche in modo disordimato; fortuna che è largo e non ostruiamo il passaggio; chiediamo anche il permesso (de chè?! ormai avevamo parcheggiato!) a due vigili, che acconsentono. Caffè alla torrefazione, molto buono, ma il bar è praticamente quattro metri quadri e ci entriamo a fatica.
Si riparte, saliamo per Poggio Catino; breve sosta per chiamare un amico, che non c’è, e poi di nuovo in sella, destinazione Monte Tancia ; qualche foto, incontro con tre enduristi che escono dalla macchia… che nostalgia, quel percorso lo avrò effettuato non sò quante volte ed immagino quanto i tre avranno goduto su quelle mulattiere! Vabbè, ripartiamo, senza aver ancora deciso quale sarà la nostra destinazione; intanto arriviamo a Rieti, poi vedremo.
Briefing a Rieti, dunque… Jedan, il sabato, aveva chiamato i Carabinieri di Amatrice per avere informazioni sulla strada per Campotosto e le notizie erano state positive: strada pulita! Quindi si decide per Amatrice e, Jedan in testa, imbocchiamo la Salaria.
Alle gole del Velino qualcuno, allentando i freni inibitori serrati dallo status di neo papà, dà una manata di gas che neanche in agosto con l’asfalto e le gomme bollenti!!! Poi dobbiamo ricomporci in una guida molto accorta e prudente: salendo verso Posta la neve si fa sempre più presente ai bordi della strada e c’è sempre il timore che qualche pozza possa essere gelata, specie in galleria; poco dopo Posta il paesaggio cambia radicalmente, la coltre di neve copre tutto tranne il nastro di asfalto che invece è coperto di sale. Esclusi gli enduristi, non incontriamo altri motociclisti da Poggio Mirteto in poi; come dice Jedan “nella bella stagione è troppo facile, sono buoni tutti…”
Piccola sosta foto , prima di lasciare la Salaria ed entrare ad Amatrice; Jestercap torna anche indietro perchè aveva notato uno scorcio interessante da immortalare. L’ingresso ad Amatrice è spettacolare… il lago di Scandarello è coperto da lastroni di ghiaccio, la strada molto meno pulita e procediamo con cautela. Appena iniziano le prime case la neve ed il ghiaccio occupano anche il manto stradale e ripartire in salita richiede cautela, molta.
Raggiungiamo il ristorante Roma per la solita scorpacciata; Lanti si produce nella sua solita performance, più per sorprendente avidità che per quantità, ma tutti diamo fondo senza fatica alle tre porzioni di amatriciana a testa, due rosse ed una bianca. A corredo affettati vari, insalata ed un pò di rosso.
Solito e divertente teatrino per il conto… stavolta il nostro amico è sobrio ma a conti fatti una porzione di amatriciana ci costa appena tre euro!
Ci sbrighiamo a ripartire, durante il pranzo veniva giù del nevischio; non vorremmo restare bloccati e neanche rischiare di trovare ghiaccio sulla via del rientro. Purtroppo dobbiamo fare uno stop non previsto, causa carnevalata a Posta; vabbè, ce la caviamo con poco e ben preso siamo di nuovo in marcia. Lanti passa sconsideratamente alla testa del gruppo e ci regala un altro dei suoi momenti magici: di punto in bianco esce dalla Salaria e prende la deviazione per Rieti!!!
Ma dove ci porti?
Che ne sò, avevo paura di andare a Terni…
Ma c’era il cartello che indicava Roma!
Ma diceva pure Terni…

Poco male, due risate e si riparte, ma per fortuna che c’era subito la rampa per risalire sulla Salaria altrimenti sarebbe strato molto meno divertente.
Da qui in poi il rientro, almeno per me, ha poca storia: saluto la compagnia e prendo velocemente la strada di casa; gli altri proseguono insieme e dalle foto vedo che hanno trovato anche un altro divertente intermezzo.
Una bella uscita. La presenza della neve, così tanta e così vicina, ci ha regalato un percorso diverso, particolare e spettacolare. L’essere gli unici motociclisti che giravano su quelle strade ci ha dato delle conferme: le rotelle non ci sono tutte e quelle che ci sono non sono neanche tutte al proprio posto; l’amicizia oramai si consolida sempre più ed è sempre un piacere stare insieme.

Dunque aspettiamo frementi la prossima uscita!

9 novembre 2008 – Orvinio e Narni

Anche questa uscita e’ finita nell’album dei ricordi.
Le premesse sul forum, durante la settimana, non lasciavano intravedere una consistente partecipazione… dubbi ed incertezze fino all’ultimo, come e’ naturale possa capitare; ma domenica mattina ci siamo trovati in otto all’appuntamento: Danilo, Ste, Poldo, Murdok, Lanti, Barnaba, Jestercap ed Ulysse.
La riunione del gruppo e’ avvenuta presso l’area di servizio della Roma – L’Aquila, dopo il casello; arriviamo alla spicciolata, saluti, abbracci, pieno e l’immancabile caffe’; questa volta pero’ il caffe’ e’ supportato da una manciata di biscotti provenienti dal vecchio ed inimitabile forno di Trastevere, giusto per un rinforzino calorico.
Partiamo; percorriamo velocemente, ma sempre entro i limiti imposti dal codice, i venti chilometri di autostrada che ci separano da Vicovaro; c’e’ da dire che nessuno di noi ama l’autostrada ma venti chilometri li sopportiamo volentieri perche’ ci evitano il caos della Tiburtina fin dopo Tivoli, facendoci guadagnare tempo prezioso.
All’uscita dal casello Poldo ne approfitta per cambiare i guanti, sente freddo; sembra una stupidaggine, ma un elemento accessorio al quale si da poca importanza puo’ invece condizionare una intera giornata se e’ inadatto e quindi causa di fastidio. Fortunatamente qualcuno, uno a caso, ha un paio di guanti in piu’ stipati fra le pieghe della tuta da pioggia e cosi’ il problema e’ risolto alla svelta.
Ancora una volta e’ il nostro “arancione” ufficiale, il buon Jestercap , ad aprire la processione, con un buon ritmo, frizzante al punto giusto… una effervescenza naturale! Da Vicovaro saliamo verso Licenza, Percile, poi Orvinio ed infine Poggio Moiano; la strada è molto bella, come i paesi che attraversiamo ed i panorami che scorrono ai nostri lati. L’asfalto e’ bagnato ma non scivoloso; guidiamo tranquilli, comunque prudenti e senza strafare, non ci sono le condizioni adatte a lasciarsi andare un po’ di piu’ e sarebbe stupido rischiare. Ci troviamo sulla Salaria, arriviamo a Rieti e Jestercap produce un percorso che ci porta a lambirne i limiti periferici senza costringerci ad attraversare la citta’, una sorta di tiro ad effetto, di esterno sinistro, che ci fa arrivare esattamente dalla parte opposta alla quale siamo arrivati, velocemente.
Ora c’e’ nebbia, un attento Barnaba se ne era già accorto dalle alture di Orvinio, ma fortunatamente non e’ poi cosi’ fitta e dopo pochi chilometri, piu’ o meno all’altezza di Quattro Strade, cede alla prepotenza del sole.
Io e Dennykey ci alterniamo nel ruolo di scopa, in fondo alla colonna; davanti allungano un po’ e si forma un certo gap fra il gruppo di testa e la coda… Accidenti, sono andati in fuga, ci hanno sorpreso e beffato! Le condizioni dell’asfalto ora sono ottimali, qualche rara chiazza di bagnato ai lati e nulla piu’; sono ragazzi, lasciamoli divertire! Io me ne sto buono buono a fare il fanalino di coda, davanti a me, nell’ordine, Dennykey, Lanti e Ste.
Eccoli i due anziani del gruppo: Dennykey ed Ulysse ; facciamo proprio la parte dei vecchietti, buoni buoni in coda, come se fossimo in fila alla posta, per la pensione; quasi quasi mi viene da chinare il capo ed incrociare le mani dietro la schiena. Mentre sono preso da questi pensieri ecco che il piu’ giovane dei due, Denny, approfitta di una curva a sinistra, abbastanza decisa, per superare Lanti. E’ un classico del suo repertorio, oramai lo conosco! Se voleva andare semplicemente avanti avrebbe sorpassato sul dritto, non in staccata per poi far scatenare quel mostro che ha fra le cosce! La moto, che avete capito!!! Lo conosco, mi ha sbattuto il guanto in faccia e debbo reagire… Lui tira, tira ed io tiro, tiro… lui stacca, piega ed io pure, ma porcatrota in uscita di curva e’ impossibile restargli a ruota, penso mi ci vorrebbe un ombrello per agganciarmi al codone e farmi tirare!!!
Qualche chilometro a questa andatura e ci ricongiungiamo con la testa del gruppo; aspettiamo gli altri e dopo qualche fotina si riparte; la strada costeggia il lago di Piediluco, passiamo le Marmore e siamo a Terni; qualche semaforo e di nuovo liberi, la bella Flaminia Ternana ci conduce a Narni, fino al Cavallino, luogo prescelto per consumare il frugale pasto del motociclista. Parcheggiamo, due chiacchiere prima di entrare e Ste ci saluta per fare rientro a casa. Il pranzo e’ condito dalla solita marea di cazzate; a focalizzare l’attenzione e’ soprattutto un loquace Lanti che si lancia in filosofiche ed originali teorie su argomenti mooolto delicati: i modi per lasciare questo triste mondo, fa piu’ male l’alcool del fumo, le gomme, la moto, gestione delle corna e via di questo passo. Quasi tutti scelgono di non consumare un pasto completo, chi prende un primo ed un contorno e chi un secondo con contorno; quasi tutti, meno uno: il solito famelico Lanti che si sbafa primo, secondo, contorno e dolce!!! In piu’ gli ho insegnato come fare una pappetta molto nutriente con il parmigiano ed il sugo della pasta rimasto sul fondo del piatto, un additivo per il colesterolo… e’ sembrato alquanto soddisfatto di questa piccola leccornia!
Arriva il conto, onesto; abbiamo mangiato bene e la cameriera, come giustamente osserva Jestercap, e’ riuscita ad essere simpatica ma non invadente; paghiamo e subito dopo siamo di nuovo in moto; Dennykey ci conduce lungo la Flaminia Romana per fermarsi presso un altro ristorante e prendere un biglietto dello stesso… Da non crederci: abbiamo appena iniziato la digestione che già si pensa alla prossima pappata! Ripartiamo, di nuovo Dennykey in testa, e tranquillamente, via Flaminia, raggiungiamo il Sassacci. Sosta, caffe’, qualche chiacchiera e saluti: io prendo le vie interne, Faleria, Calcata, Mazzano ed Anguillara, per raggiungere velocemente casa.
Gli altri proseguono sulla Flaminia, che li condurrà fino a Roma.
Bella uscita, bel gruppo, inaspettato, e sole; gli ingredienti per essere soddisfatti c’erano tutti e li abbiamo sfruttati al meglio.
Ora non ci resta che aspettare la prossima uscita, godendoci nel frattempo il sapore lasciato da questa splendida giornata passata insieme, in amicizia, ancora una volta.

Alla prossima, dunque!

26 ottobre 2008 – Porano

Bel giro e bella gente!
Ottobre ci regala una bella giornata di sole, il che rende la gita fuori porta ancora piu’ piacevole. Alle 8 e 20 sono davanti al garage di Papen ed insieme ci rechiamo all’appuntamento, al solito benzinaio sulla Flaminia. Alla spicciolata arrivano tutti gli altri, oggi siamo in otto, il che non e’ male per una uscita non programmata:
Papen, Dennykey, Ste, Mariopio, Jestercap, Antonio, Luigi, Ulysse.
Si parte, prima sosta inevitabilmente al Sassacci; Papen tira fuori una scatola frutta martorana arrivata direttamente dalla Sicilia, un buon caffettino, l’incontro con il mitico pischello e la sua Yamahina che “de targa e’ cinguanda”, due foto e siamo di nuovo in sella.
Seguiamo la Flaminia, tutti dietro a Jestercap; la giornata e’ primaverile e ci sono parecchie moto in circolazione. Passiamo per Amelia, la strada e’ piacevole quanto i panorami; purtroppo un imbecillotto a bordo di una 125 pensa che si tratti di una gara e si infila in mezzo creando un po’ di panico; dato che persevera nella sua stupidita’, bisogna usare un altro linguaggio per fargli capire che oltre ad essere fastidioso, e parecchio, e’ anche pericoloso…
Poseguiamo ed in tutta tranquillita’ arriviamo sotto Todi; avevo pensato di raggiungere Orvieto passando un po’ piu’ a nord, ma Alberto propone il percorso classico che costeggia il lago di Corbara. Proprio nei pressi del lago ci concediamo un’altra sosta, siamo vicini alla meta ed abbiamo tempo per un aperitivo.
Siamo comodamente stravaccati a parlare quando si ode una vocina dire: “vogliamo andare a mangiare?”; nessuno gli da peso ed allora Ste ripete in maniera piu’ energica: “arzamo le chiappe??”. Agli ordini!
Ripartiamo, quindi, e sempre guidando tranquilli e rilassati in breve arriviamo a Porano. Il borgo e’ piacevole, caratteristico e ben tenuto. Percorriamo a piedi qualche ripida viuzza ed arriviamo finalmente al “Boccone del Prete”.
Sul pranzo sarebbe da stendere un velo pietoso: una serie infinita di antipasti, tanti, ma proprio tanti tanti, che da soli erano gia’ un pranzo piu’ che abbondante; i primi li abbiamo presi per pura gola, mentre l’abbacchio con le patate ha posto il timbro etichettando il gruppo come veri debosciati!!! Qualcuno, del quale non faccio il nome per decenza, ha trovato pure posto per il dolce!!!
Usciti dall’osteria dobbiamo necessariamente riprendere fiato e ci ferminamo sulle panchine ad ammirare il panorama, che include anche una vista del Duomo di Orvieto.
Ste e Dennykey ripartono per un rientro veloce via autostrada; il resto del gruppo invece rientra attraverso un percorso piu’ guidato: Castiglione in Teverina, Bomarzo, Bagnaia… Ulteriore scissione del gruppo: Ulysse prende per vie interne, scendendo verso Vico, Ronciglione e poi via verso la costa; gli altri vanno a prendere la Cassia Bis.
Il giro e’ stato molto divertente, la compagnia ottima; Papen usciva in moto con noi per la prima volta ed anche Mariopio, neo iscritto, ha finalmente potuto fare la sua prima uscita con i Babbaluci. Abbiamo poi avuto la compagnia di Antonio e Luigi, anche se non iscritti al nostro gruppo ma speriamo lo facciano presto.
A tutti un ringraziamento per aver consentito lo svolgimento di una piacevolissima giornata, aiutata anche dal clima veramente primaverile; un rammaico per i nostri amici che non hanno potuto partecipare ed ovviamente l’invito a tutti per la prossima uscita.

12 ottobre 2008 – Tuscia

Giornata da classica ottobrata romana, con sole e temperatura mite.
Nonostante questo abbiamo effettuato un giro ridotto rispetto al nostro chilometraggio standard, per poter rientrare presto a casa causa impegni vari.
Ci incontriamo alle 9 sulla Salaria, ovviamente al piazzale della BMW: Dennykey, Lanti, Jestercap, Barnaba ed io, Ulysse. La giornata e’ stupenda e vedo passare moto in continuazione; il luogo e’ sfruttato come punto di incontro anche da altri gruppi di motociclisti. Tutti puntuali, partiamo alla volta del primo bar, che e’ poi il “BAR FORTUNA” davanti alla traversa del Grillo.
Altre moto ferme, anche da fuoristrada. Dopo la colazione offerta da Dennykey si riparte, imboccando proprio la Traversa del Grillo. Un itinerario di massima lo abbiamo, ma preferiamo effettuare un percorso “interattivo” e decidere ad ogni incrocio quale direzione prendere. Saliamo su per la Tiberina, poi deviazione per Nazzano e di nuovo sulla Tiberina, fino ad incrociare la Flaminia, che percorriamo fino al mitico “BAR SASSACCI”.
Questo tratto di Flaminia, ben conosciuto e molto frequentato dai motociclisti, ci offre l’opportunita’ di collaudare le nuove Diablo Rosso di Denny: le gomme si comportano bene e lui ancor di piu’… Deve aver dimenticato di essere diventato papa’ da due settimane e ruota la manopola del gas senza esitazione, ma sempre usando il cervello come e’ suo e nostro costume.
Al Sassacci assistiamo ad una scenetta dal sapore antico, tenerissima: parcheggiamo le moto (il piazzale era pieno) vicino ad un gruppo di conquantini, non i soliti scooter ma motociclettine Aprilia e Yamaha con tanto di deltabox. Non sfugge allo sguardo attento una nota dissonante: una motina si rivela essere un 125 Yamaha sotto mentite spoglie… Ecco uscire i giovanissimi proprietari dal bar: minuti, graziosi e ruspanti. Quello che doveva essere il capetto del gruppo si avvicina alla Yamahina e noi lo apostrofiamo: ” a regazzi’, quant’e’ de cilindrata?”. E lui, candido: “de targa cinganda”. Beata giovinezza. A me hanno fatto tanta tenerezza, riportandomi parecchio indietro negli anni: i pochi soldi spesi tutti in miscela, i giubbotti rimediati in cui ci stavi dentro tre volte; caschi improponibili, scarti dei piu’ grandi, spesso senza visiera; guanti inesistenti di di tipo assolutamente non adatto. Ma ho visto in quei ragazzini la stessa passione irrefrenabile; speriamo che sappiano coltivarla al meglio e crescere nelmodo giusto, glie lo augurodi cuore.
A questo punto Denny ci abbandona e torna verso casa, mentre noi passiamo il bivio di Civita Castellana e prendiamo per Gallese; la strada poi ci porta a Corchiano, Vignanello e Canepina. Come tante formichine una teoria ininterrotta di persone sta raccogleindo castagne a bordo strada, in modo sconsiderato e pericoloso; ci sono anche auto parcheggiate in malo modo e noi di conseguenza adattiamo il nostro passo alla situazione.
Prima di scendere al lago di Vico (curiosamente chiamato Lago di Vicolo su Google Map) facciamo una breve sosta per fissare i supporti della carena della moto di Barnaba, che si erano molto allentati provocando un fastidioso ciotolamento della carena. Ripartiamo, ancora sole e bella strada; itinerario classico, percorso mille volte, ma sempre piacevole e d’altronde in giri cosi’ brevi non e’ che ci possiamo inventare chissa’ che.
A Manziana ci salutiamo: io, Ulysse, prendo per il bosco di Manziana, Sasso e scendo sull’Aurelia a due passi da casa; Jestercap, Barnaba e Lanti proseguono sulla Braccianese in direzione Roma.
Giro corto, prima della 14 sono a casa, ma soddisfacente; bella compagnia e rammarico per i compagni motociclisti rimasti a casa, chi acciaccato e chi impegnato.
Ci rivedremo tutti insieme, ovviamente…
Alla prossima!

4-5 ottobre 2008 – Ciociaria e Maiella

Dovevamo essere di piu’, molti di piu’ per la seconda edizione del famoso “Gay Pride”, come battezzato lo scorso anno da Jestercap.
Era anche la prima uscita importante dopo le ferie, i lieti eventi, gli impegni di lavoro ed altro, che hanno diradato le nostre attivita’ motociclistiche.
Il meteo che ha messo molta ansia, qualcuno zoppo, un altro convalescente, qualcuno con la febbre, qualcun altro con la paura di prenderla, alla fine siamo partiti da Roma in quattro: Poldo, Freeblue, Ste ed Ulysse, con Ste che ha partecipato solo sabato.
Ci vediamo sulla Anagnina; pochi km per arrivare al distributore ed al primo bar per le operazioni di rito e poi, a passo non troppo spedito, ci avviamo verso Colleferro.
Il tempo e’ imbrogliato ma non piove; le prime gocce cominciano a cadere a quattro Km da Carpineto ma arriviamo al solito bar senza inzupparci; dopo il caffe’, proprio mentre stiamo per indossare gli antipioggia, arrivano due simpaticissimi Carabinieri che chiedono i documenti a tutti. La pioggia ora e’ battente, siamo tutti sotto la tettoia del bar e finito il controllo continuiamo a parlottare per un po’ con i due Carabinieri, poi riprendiamo la marcia. La pioggia cessa quasi subito, la Carpinetana e’ bagnata e scivolosa ma noi non abbiamo fretta e ci godiamo una passeggiata in pieno relax; giunti a Maenza, per evitare l’inutile giro per Priverno e la superstrada fino a Fondi, imposto una rotta a “due quarte a sud di est” per tagliare il percorso passando per Castro dei Volsci… ecco, ci siamo, dopo il primo tratto in aperta campagna attraversiamo la superstrada, prendo a destra… cazzarola, il nuovo percorso, dopo un altro tratto campagnolo, ci riporta sulla superstrada ma in direzione opposta! Ho sbagliato, quale disonore, adesso me ne diranno di tutti i colori e chissa’ per quanto dovro’ pagare lo scotto di questo errore gravissimo! Mi preparo psicologicamente a subire la gogna, ma gli amici sono piu’ che buoni, tranne Poldo con una sua malefica frecciatina: “stavorta te sei sbajato, eh?!”. Va bene, poco male, in fin dei conti i simpatici tutori dell’ordine ci hanno fatto perdere molto piu’ tempo e noi con un toboga riusciamo a riprendere la retta via e ad arrivare a Sora in orario per il pranzo. Gia’, Sora, o meglio il Grottino! Non abbiamo preannunciato il nostro arrivo, ma veniamo comunque accolti calorosamente da Melissa & co. Il pranzo non lo descrivo per decenza, e neanche il conto, perche’ a raccontare quanto tanto e bene abbiamo mangiato e quanto pochissimo abbiamo speso, si corre il rischio di essere presi per bugiardi.
Si sono fatte oramai le tre e mezza del pomeriggio; Ste vorrebbe proseguire con noi fino ad Opi e poi salire per il Passo del Diavolo per andare a prendere la A24 a Pescina; ma e’ tardi e decide di tornare indietro. Comprendiamo i suoi impegni ma ci dispiace veramente vederlo andare via…
Noi invece di tempo ne abbiamo e ne approfittiamo per passare a Posta Fibreno; il luogo e’ sempre affascinante, ed il maltempo gli dona un’atmosfera particolare. Dopo la sosta ci inerpichiamo su per una stradina tanto stretta quanto ripida, con tornanti da prima ridotta, ma che in un attimo ci porta ad incrociare la strada per Forca d’Acero; ricomincia a piovere, di nuovo indossiamo gli antipioggia e via. La salita al passo e’ molto bagnata, l’asfalto pero’ consente una buona aderenza; ci fermiamo poco prima della forca per ammirare il panorama, mentre sta venendo giu’ il nevischio, ma una volta svalicato il passo non piove piu’ ed arriviamo ad Opi in perfetto orario e neanche tanto bagnati.
Al campeggio prendiamo possesso della roulotte e dopo esseci sistemati ci facciamo un aperitivo a base di patatine, birra e coca; la sera altra cena da paura, con fettuccine fatte a mano condite con sugo di cinghiale e funghi. A seguire cicoria, broccoletti e patate, vino rosso e via cosi’.
La notte fa molto freddo, ma nella roulotte si sta benissimo; il cielo e’ stellato ed e’ una buona premessa per una domenica senza pioggia. Al mattino ci svegliamo in una atmosfera completamente diversa; le cime delle montagne intorno a noi sono illuminate dal sole nascente ed il cielo e’ limpido; dobbiamo mettere le moto al sole, perche’ durante la notte si e’ formata sulle stesse una coltre di ghiaccio!!!
Andando verso i bagni ci imbattiamo in un cinghiale enorme, che cerca di sfondare la rete di recinzione con il muso… forse incazzato perche’ nel sugo della sera prima c’era un suo parente.
Colazione, conto (una miseria!), ci prepariamo, sistemiamo le borse e ripartiamo; abbiamo improvvisato un itinerario di massima, il tempo e’ a dir poco splendido e ci avviamo baldanzosi.
Alfedena, Castel di Sangro, poi su ad infilarci nel Parco della Majella, con i suoi spettacolari borghi e panorami e con una serie infinita di curve, tornanti, salite e discese; arriviamo fino al laghetto di Sant’Angelo, dove iniziamo il rientro verso casa; tagliamo il parco diagonalmente, l’idea e’ di andare ad intercettare la parte alta della SS5 ad una decina di km da Cheti, percorrerla fino a Tagliacozzo o Mandela e da qui prendere l’ultimo tratto della A24 per Roma. Tutto procede secondo tabella; prima di Popoli, sono le 13 e 30, Poldo avvista la locanda del Postiglione: la fame c’e’, l’ora e’ quella giusta, il punto di ristoro c’e’ quindi in pochi secondi siamo con le gambe sotto al tavolo; che noia, ancora una volta pappardelle ai funghi porcini (e tartufo), scamorze e prosciutto, Poldo decide per un misto salumi/formaggio, niente vino, caffe’ e si riparte.
Sono davanti, procedo a velocita’ ammessa dal codice, la strada e’ bella ed il tempo pure; non e’ neanche tardi… Ad un certo punto vedo un cartello ed il nome del paesino indicato mi riporta indietro nel tempo: li ci sono gia’ passato, ricordo panorami splendidi e strade che un motociclista non potrebbe desiderare di meglio; senza indugi e senza comunicare nulla ai due compagni prendo per il nuovo percorso: due ore abbondanti dove ci si dimentica dell’esistenza dei rettilinei; solo curve, tornanti, saliscendi a ripetizione; il tutto in assoluta assenza di traffico e fra panorami mozzafiato… ci troviamo su un tratto di strada obbligata, non ci sono deviazioni e mi concedo un allungo; poi, giustamente, mi fermo ad aspettare Andrea e Paolo, approfittando di un punto panoramico; arrivano, e Paolo supplica: “basta curve, per favore prendiamo l’autostrada!”.
Bene, in una trentina di Km raggiungiamo il casello piu’ vicino e ci infiliamo sulla A24; in una oretta di marcia siamo al casello di Roma, saluti, baci e abbracci… Siamo soddisfatti, belle giornate nonostante il meteo non favorevole di sabato, percorsi interessanti, panorami bellissimi, compagnia sempre squisita, due giorni in amicizia e divertimento… Cosa possono chiedere di piu’ degli svalvolati in moto? Peccato per chi non c’era, veramente; siamo dispiaciuti per loro.
Forse questa era l’ultima occasione per effettuare uscite di questo tipo, fra non molto dovremo impostarci su “modalita’ inverno” ed accorciare i percorsi, relegandoli a quote piu’ basse.

Alla prossima!

20 luglio 2008 – Marta e Tuscania

Bella domenica!
All’inizio non sembrava potesse accadere, date le mestruazioni di qualche maschietto.
La presenza delle “femmine” ci fa optare per un giro soft, che ci consenta di fare una passeggiata senza esagerare con i Km e con l’impegno nella guida.
Ci vediamo alle 9 e 30, o poco piu’: Ulysse, Lucilla, Lanti, Ste, Murdok, Ilaria, Poldo e Gabriellina. Percorriamo Casal in Selce e poi, passando per Santa Maria in Galeria, arriviamo ad Anguillara. Colazione, pagata da Gabriellina in quanto sembra fosse stata la causa del ritardo… Ci rimettiamo in sella, senza fretta, e dopo aver fatto un mezzo giro del lago arriviamo a Sutri, poi Ronciglione, poi su per la Cimina, ed infine Marta.
Ci rilassiamo in riva al Lago, qualche foto, passeggiatina, poi Ste e Lanti prendono la strada di casa e noi, dopo un aperitivo, inforchiamo di nuovo le moto per raggiungere Tuscania, dove ci aspetta una magnifica osteria per un frugale pranzo.
Consumato il pasto ci andiamo a distendere sulla fresca erbetta della torre, ammirando il paesaggio; Poldo lancia l’iniziativa di andare a visitare la basilica di San Pietro.
Cosa che facciamo non senza aver gustato prima un gran bel gelato…
La basilica ci fa fare un tuffo nel passato, un ambiente molto suggestivo!
Il ritorno e’ una bella passeggiata fino a Cura di Vetralla, dove tentiamo invano di chiamare Fonzie… Ci salutiamo, ognuno prende la strada di casa propria, la giornata e’ stata splendida sotto tutti i punti di vista, nonostante alcuni siano gia’ in ferie ed altri gia’ impegnati, i Babbaluci riescono comunque a formare bei gruppetti.

Alla prossima!

6 luglio 2008 – Ciociaria

Ma che bella giornata!
Oramai e’ consuetudine iniziare cosi’ i resoconti delle nostre uscite, tanto che potremmo adottare come sigla la celeberrima ed omonima canzone di Ugolino…
Ci vediamo alle otto, quasi tutti puntuali, all’Osteria del Curato: DennyKey, Lanti, Massimiliamo e Tonino, amici di Denny; Ste, Poldo, Freeblue, Ducatina, Murdok, Ulysse e Lucilla.
Azz! 10 moto, 11 persone, un record anche quando eravamo nel vecchio gruppo, assai piu’ numeroso. Partiamo, percorrendo prima la Anagnina, quindi la via Latina, fino a Colleferro e poi, ovviamente, su per la Carpinetana. Proprio a Carpineto diamo modo ad Andrea di pagare la colazione, ci teneva cosi’ tanto… Di nuovo in sella, per il tratto piu’ spettacolare della SP 609; piccola sosta fotografica al bivio di Maenza e si prosegue per Fondi; qui abbiamo appuntamento con un gruppo di Scugnizzi: Gipx, Emiliano, Ivan, Husul e Syaia.
Naturalmente l’incontro avviene davanti alla tabaccheria di Giggio-Logan! E’ sempre un gran piacere rivedere gli amici, specie quelli piu’ lontani; l’unico rammarico e’ che Giggio, data la sua attivita’, e’ costretto a passare piu’ tempo fra pipe e bocchini che sulla moto! Ma verra’ anche il suo turno.
Dopo le operazioni di baratto fra giacche, cupolini, qualcuno che chiede magliette etc, ci rimettiamo in sella; ora siamo ben 14 moto e 16 persone, davvero un bel gruppo!
Direzione Itri, strada piacevole, abbastanza veloce e poco trafficata. Saliamo di quota, per una bella passeggiata sull’Appennino; Dopo 40 Km ci fermiamo ad aspettare la coda del gruppo e per un ristoro, dato il gran caldo; Syaia non ce la fa, soffre troppo il caldo e Husul decide di riprendere la strada di casa; peccato, ma la sicurezza viene prima di tutto!
Ripartiamo, 13 moto; guidando ho l’abitudine di controllare costantemente i retrovisori per avere cognizione di cosa succede dietro, alla colonna di moto che seguono e questa volta lo faccio con maggiore frequenza perche’ mi ritrovo ad ammirare la postura e la pulizia di guida di Emilio: pennella le curve senza esitazione, senza mai sbagliare; si vede che e’ un motociclista esperto, niente fronzoli e molta sostanza, tanto che mi viene da pensare: forse e’ anche lui un endurista!!!
Arriviamo senza indugi, ed in perfetto orario, alla trattoria dove avevamo prenotato il pranzo.
E’ la prima volta che veniamo qui, su consiglio della nostra amica Melissa: lei ha partorito da qualche giorno ed il Grottino e’ chiuso. Siamo ovviamente strafelici per lei ma per noi e’ stata una tragedia!!! Fortunatamente la bravissima ed altruista Melissa ci ha consigliato per il meglio: abbiamo mangiato bene, un buon servizio ed un prezzo piu’ che onesto, solo 15 euros a casco!
Ma il verdetto e’ stato unanime: IL GROTTINO PER TUTTA LA VITA!
Lanti ci abbandona a meta’ pranzo, non senza aver fatto sparire ricottine, mozzarelline, fritti, cannelloni e fettuccine con la voracita’ di un caimano!
Basta; si riparte, direzione Veroli; prendo la solita scorciatoia che a me piace tanto ma a Poldo un po’ meno; Ivan si diverte sul fondo sconnesso, forse anche Emilio; il percorso e’ a traffico zero, immerso nel verde e mentre si guida si puo’ ammirare la pianura e sentire il profuno della ricca vegetazione; ad un tratto si sbuca, letteralmente, sotto Veroli, dove arriviamo con una serie di tornanti da prima ridotta. Il prossimo way point e’ Guarcino, per poi proseguire con un lungo tratto, veramente divertente, fino agli Altipiani di Arcinazzo.
Sosta ristoro (bar pessimo, non aveva neanche le granite) e commiato degli Scugnizzi, che riprendono la via di casa. Anche noi prendiamo per Subiaco e poi dopo un breve passaggio sulla Tiburtina, gia’ trafficata, entriamo sulla A24. Al casello c’e’ la solita fila, peraltro disordinata ed e’ difficile anche raggiungere il varco telepass; che imbecilli questi automobilisti della domenica! Sul GRA il solito delirio di auto, con altri imbecilli (ma forse sono gli stessi) che fanno slalom fra le corsie come se fossero impegnati in una serie di chicane…
Si rientra a casa, ci siamo salutati al casello di ingresso in A24 ed abbiamo aspettato per un po’ Denny, Free e Ducatina; probabilmente hanno tirato dritto sulla Tiburtina.
Bella giornata, compagnia giusta alla quale ormai non si puo’ rinunciare, bella passeggiata in Ciociaria, anche se su percorsi gia’ battuti, ma l’importante e’ vivere tutto questo insieme, in armonia e magari con la possibilita’ di fare nuove, interessanti conoscenze, proprio come oggi.

Alla prossima!