Le cose più riuscite, più entusiasmanti nascono sempre da un lampo del cervello, da un pensiero folle che si tramuta in realtà grazie all’apporto positivo degli amici, all’abitudine che oramai abbiamo nel credere fortemente in quello che possiamo fare, all’entusiasmo contagioso del gruppo.
E così e’ successo anche questa volta: un messaggio di saluto a Rino, l’invito a parteciare alla 10 Colli Bolognesi che lui, Piero e Nutella hanno organizzato; perche’ no?! Rino, porto qualche amico? Ovvia la risposta…
Pero’ Bologna non e’ dietro l’angolo, partire da Roma, fare la 10 Colli e rientrare in giornata significherebbe scoraggiare i più a partecipare; allora penso a due giorni fuori e nella mente si scarica improvvisa tutta l’energia del fulmine, un lampo accecante: da Bologna a Roma avendo un giorno a disposizione ci si arriva facendo prima una bella sgroppata sui passi dell’Appennino Tosco Romagnolo… Propongo, proposta accettata!
Dopo giorni di disquisizione sull’orario della partenza arriva lui, il solito Mediano e Pessimo Elemento, Dennykey: ma perchè svegliarci alle quattro per partire alle cinque del mattino? Non dormiamo affatto e partiamo alle due! E come fai a dire di no? Ci vediamo dunque alle due e mezza dar Maritozzaro, a Porta Portese, dove Lanti va a sbattere le ginocchia addosso alla cassa per assolvere all’antico e scarosanto rito che vede l’ultimo pagare la colazione. Ce la prendiamo comoda, il tempo non manca; alle tre e venti siamo sull’autostrada, Andrea ad aprire la fila e tutti gli altri dietro. A proposito, il gruppo era composto da (in rigoroso ordine alfabetico, tanto sono sempre l’ultimo finche’ non si iscrivera’ uno Zozzone!!!):
Dennykey
Freeblue
Lanti
Murdok
Poldo
Ulysse
Sosta all’ autogrill per un caffettino e, per i fumatori, l’immancabile sigaretta a seguire… Si viaggia a 100/120 in tutta sicurezza, rallentando quando incappiamo in qualche banco di nebbia. Arriviamo all’appuntamento di Sasso Marconi in perfetto orario, ci sono già gli organizzatori del giro: accoglienza calorosa, saluti, si conoscono facce nuove e si rivedono con piacere persone già conosciute. Dopo aver fatto il pieno si parte: saremo una trentina di moto e forse piu’; i colli bolognesi sono veramente piacevoli da girare in moto e l’organizzazione e’ perfetta, con tanto di sosta ristoro … Superato il ponte di legno decidiamo di tagliare il percorso ed aspettare il resto della truppa al ristorante, in quanto qualcuno comincia ad avvertire un po’ di sonno e stanchezza; consapevoli che noi dopo avremo un’altra sgroppata saggiamente prendiamo un po’ di fiato.
Al pranzo Lanti si esibisce in tutta la sua potenza, fa sparire i tortelloni come fosse Silvan!!! Salutiamo la compagnia alle tre e mezza, alle quattro siamo nuovamente in moto: intravedo sguardi stanchi da sotto i caschi, ma il gruppo procede compatto; questa volta sono io ad aprire le danze, guidando a non più di 80/90 all’ora e non nascondo di esser un po’ preoccupato: la strada che andremo ad affrontare fra poco non e’ uno scherzo, invita a guidare allegrotti e con la nottata, tutti quei km già sulle spalle e l’inesperienza di Lanti spero nessuno si faccia prendere dalla foga superando la soglia di sicurezza.
Lasciamo alle spalle anche Pianoro Vecchio e cominciamo a salire sulla mitica SP65 della Futa e qui per noi inizia “la madre di tutte le escursioni in moto”: Loiano, Monghidoro, passo della Raticosa, breve sosta e poi ancora passo della Futa.
Siamo rinvigoriti e pieni di energia, come per miracolo tutta la stanchezza è svanita, siamo al settimo cielo e ci godiamo il percorso curva dopo curva; tutti entusiasti, ma soprattutto Poldo! Lo vedo ridere dentro il casco come se gli stessero raccontando le barzellette, è commovente… Non è finita, ci buttiamo in picchiata su Scarperia e poi di nuovo su, su, fino al passo della Colla.
Pernottiamo proprio qui, in cima al passo, alla Locanda della Colla; un simpaticissimo e molto disponibile Romano ci accoglie e ci fa sistemare le bestie per la notte.
Breve relax, doccia veloce e poi tutti a cena.
Già… la cena, che cena! Oltre a quello che ci eravamo mangiati a pranzo rusciamo a buttar giù bruschette varie, tagliatelle con porcini, pasta acqua e farina con taaaanto peperoncino, fiorentine, tagliate, filetti… eccheccà, siete senza fondo! Due dita, ma proprio due dita (qua i fiaschi li chiamano dita) di rosso corposo, un sempre loquace e quanto mai filosofo Poldo allietano la serata, fino al momento di andare tutti a nanna.
Gli accoppiamenti nelle stanze sono stati estratti a sorte dopo pranzo e su tutti spicca un improponibile duetto Lanti-Poldo!!! Mammamia!
Al mattino dopo, sette e mezza puntuali, sveglia e colazione; siamo nel pieno di una nuvola, piove! Decidiamo di affrontare il percorso come previsto riservandoci di applicare eventuali varianti (già predisposte) in base alle condizioni meteo, ma non ce ne sarà bisogno in quanto il resto della giornata trascorrerà con un tempo nuvoloso ma “senza che Giove Pluvio ponesse in pratica la sua passeggera minaccia” (cit. audace colpo dei soliti ignoti).
Questi momenti sono indescrivibili: la bellezza “motociclistica” delle strade, l’ambito paesaggistico in cui si snodano, i paesini, la natura incontaminata, km e km senza vedere una casa, l’incontro ravvicinato con un rapace, una poiana di dimensioni notevoli… Sembra di essere a Frittole! Siamo i soli su queste strade, rari incontri, le moto incrociate in tutto il percorso saranno state cinque o sei. La soddisfazione di vedere Lanti progredire metro dopo metro, curva dopo curva… maciniamo avidamente la strada, e senza accorgercene arriviamo alle due di pomeriggio; durante le brevi soste per le foto, o agli incroci per individuare la direzione giusta, mi giungono alle orecchie delle flebili vocine “fame… mangiare…”; non raccolgo, faccio finta di nulla perchè so che fermarci ora ci farebbe perdere tempo e luce preziosissimi, e la rilassatezza indotta anche da un solo panino intaccherebbe la nostra già non eccellente freschezza. Veramente una osteria di campagna era molto invitante, ma fortunatamente era chiusa! Proseguiamo, abbiamo affrontato fino ad ora passo del Muraglione, Valico di Croce ai Mori, passo di Mandrioli, passo dell’Eremo e passo della Peschiera, ci manca solo l’ultimo, il valico dello Spino… Magia, vediamo trasformarsi il quasi viottolo che si stava srotolando dolcemente fra le colline in una specie di Mugello; curve in quarta piena, compressioni, staccate con la ruota dietro che saltella nervosamente… Abbiamo dato fondo a tutto il repertorio di guida! Dopo il valico scendiamo a Pieve Santo Stefano, sono oramai passate anche le tre di pomeriggio; qui è tutto chiuso, lentamente attraversiamo il paese con gli sguardi attenti per scovare almeno una pizzeria ma nulla, così saliamo sulla E45 (Lanti, Lantiiii, da questa parte…) e ci fermiamo al primo autogrill per un paio di straguadagnati panini.
Rifornimento e si riparte, per l’ultima tratta che stancamente e senza nessuna emozione motociclistica ci porterà a casa; pero’ avremo tutto il tempo per assaporare ancora, ognuno nell’intimità del proprio casco, questi due giorni in cui la moto e le strade, pur nella rispettiva magnificenza, sono state solo un catalizzatore che ha permesso a singoli elementi di formare un insieme omogeneo: il gruppo di amici che si muoveva in sintonia, non solo motociclistica, sulle creste dell’Appennino. Cercavamo la soddisfazione di una due giorni tosta, che ti fa sentire motociclista vero, che se ne frega della fatica e della metereologia; abbiamo avuto anche e soprattutto la gioia di ritrovarci ancora una volta in Amicizia!
Grazie a tutti!
Autore: ulysse
17 maggio 2008 – Abruzzo e Ciociaria
Per questa uscita abbiamo fatto un po’ di casino nel forum…
Era prevista per la domenica ma poi, soprattutto per le previsioni meteo non certo invitanti, abbiamo optato per sabato; purtroppo nel caos dei messaggi abbiamo perso quello di Andrea in cui diceva che poteva solo domenica; Alberto invece vedendo il titolo “domenica 18” non ha neanche letto tutti i messaggi perche’ libero solo sabato.
Ci siamo incontrati, Poldo, Dennykey ed Ulysse, all’area di servizio sulla Roma – L’Aquila alle otto ed un quarto, puntuali.
Facciamo il pieno e rinunciamo al bar ed ai bagni, sovraffollati causa gita scolastica; poco male, percorriamo pochi Km di autostrada ed usciamo a Vicovaro; il casellante, interpellato da Poldo, ci indica un bar a 500mt in direzione opposta alla nostra.
Colazione, consultazione mappa, di nuovo niente bagno a causa di una signora che passa e ripassa lo straccio; ci rimettiamo in sella e partiamo. La seconda sosta la facciamo a Pescina, dopo aver attraversato Avezzano e parte della piana del Fucino; soddisfatti, ci rimettiamo in marcia salendo per il Passo del Diavolo.
Prima di arrivare al passo io, Ulysse, ho un piccolo problema al freno posteriore: il materiale frenante di una delle due pasticche si stacca dal supporto e andando a frenare all’ingresso di un tornante mi ritrovo lungo… con quel pessimo elemento di Dennykey che ne approfitta per sorpassarmi all’interno!!! Proseguiro’ il giro senza freno posteriore.
Ci fermiamo per la foto sotto il cartello del passo e dalla casa di fronte veniamo notati da un simpaticissimo personaggio, che ci viene incontro sia per salutarci sia per informarsi se e’ tutto a posto! Scambiamo due chiacchiere e subito diventa nostro amicone… Domenico! Sta tirando su un agriturismo, la promessa e’ di andarlo a trovare al piu’ presto, con un paio di bottiglie.
Arriviamo a Pescasseroli, poi al bivio sotto Opi; dovremmo andare per Alfedena e proseguire per Isernia, ma la strada e’ chiusa per il Giro d’Italia. Senza perderci d’animo prendiamo dalla parte opposta e saliamo per Forca d’Acero; sosta sul valico e discesa verso Sora.
A Sora, che ve lo dico a fa’, pranzo pantagruelico al mitico Grottino, non senza un preliminare aperitivo seduti al bar; il pranzo ci mette in fuorigioco, recuperiamo con un caffe’.
Studiamo il percorso per il rientro: per stradine, ma proprio ine ine, al limite dello sterrato saliamo su per i colli ed arriviamo a Veroli. Percorso millecurve e paesaggio incantevole.
Si prosegue per la 155, passando per Acuto e Fiuggi, e poi ultimo breve tratto di Roma – Napoli fino al raccordo, dove ognuno prende la propria strada di casa.
Giornata piena, il rientro e’ al calar del sole; ci resta la solita, grande soddisfazione di aver passato una bella giornata in compagnia; l’unico dispiacere e’ per gli assenti, per alcuni dei quali abbiamo un po’ di rimorso per aver inquinato il forum facendogli perdere la bussola e l’uscita…
Alla prossima.
21-27 aprile 2008 – Grecia
Iniziò quasi per gioco… Una frase buttata lì.
Ma poi prese corpo; un elenco di probabili partecipanti si trasformò in gruppo concreto, con pochissime defezioni dalla lista iniziale. E’ stato un bel lavoro di organizzazione: Atene era tappa fissa e scontata, dato che andavamo per incontrare in nostri amici Ellenici; più serviva un’altro sito per dare movimento al viaggio, per cercare di vedere più cose possibili, senza doverci trasferire tutti i giorni di albergo in albergo. Da tenere anche in considerazione che parecchi dei partecipanti non erano mai stati in Grecia e quindi era doveroso conciliare percorsi in moto, panorami e visite ai siti classici. Consultando la carta e soprattutto memore dei precedenti viaggi in terra Ellenica puntai il dito sulle Meteore: storia, percorsi montani, ambiente particolarissimo… così mi misi alla ricerca di una base logistica individuata poi, con l’avallo del nostro amico Ktinos di TDM HELLAS, nella splendida locanda Batalojannis , a Kastraki.
Posto incantevole, economico a livelli imbarazzanti, cortesia, disponibilità… Il mitico Wolf Greco, proprietario della locanda e membro anche lui di TDM HELLAS, e la splendida moglie non ci hanno fatto mancare nulla, ci hanno trattato come se fossimo cugini venuti da lontano: impagabili!
La locanda è proprio sotto le Meteore, in felicissima posizione panoramica; l’incantevole villaggio di Kastraki è anche l’ultimo agglomerato urbano prima della salita che conduce ai monasteri.
21 aprile, lunedi.
Il viaggio di andata è stato abbastanza monotono e privo di emozioni particolari, se escludiamo l’incontro con il Gruppo Trinacria: Cristiana, Maria, Marco e Francesco, che tramite traghetto aveva raggiunto Napoli. Da Roma eravamo partiti io, Ulysse, Roberta, Marco, Danilo, Andrea e Wolf. La riunione è avvenuta sull’autostrada, presso un’area di servizio fra i due caselli di Avellino; piccola sosta, saluti, caffè e si riparte. A Brindisi dovevamo esserci per le 17, orario comunicato dalla compagnia di navigazione; arriviamo anche prima, Andrea effettua il check alla biglietteria, ci resta tempo per andare in centro a procurarci i panini per la sera e qualcosa per la colazione del giorno dopo. Ci imbarchiamo; antipatici e scorbutici gli addetti all’imbarco, che neanche provvedono ad assicurare le moto, così dobbiamo fare da soli; menomale che non ci perdiamo d’animo! A bordo avevamo prenotato le poltrone, dato che l’arrivo era previsto per le tre di notte; chi le ha utilizzate non è riuscito a dormire causa bambini allo stato brado e ambiente impregnato da una gradevolissima puzza di piedi. Dopo aver avidamente trangugiato i panini io, Danilo ed Andrea ci sbrachiamo su delle comodissime poltrone a poppa, all’aperto. Si stava benissimo e, complice birrozze offerte da Danilo, ci facciamo anche una bella dormita.
22 aprile, martedi.
Sbarchiamo ad Igoumenitsa in piena notte; Danilo, il Pessimo Elemento, tira fuori fette di pane ed un barattolo di nutella; come api sui fiori gli ronziamo intorno e prendiamo ciascuno la propria razione di nettare; un buon caffè e lentamente ci mettiamo in marcia, destinazione Kastraki. Autostrada, ma solo una quarantina di Km, perchè è interrotta e più di una volta siamo costretti ad uscire e rientrare dopo un percorso alternativo ; dato che oramai le tenebre si stanno diradando possiamo anche ripiegare sull’itinerario previsto inizialmente, sicuramente più appagante. Detto fatto: Joannina, Metsovo, il passo Ketara, 1690 mt… Qui c’è una gustosa performance di Cristiana, la quale vedendoci tornare indietro per fare le foto sotto al cartello ci dice: ma non le possiamo fare al prossimo 1690? Strada incantevole, panorama ancor di più; finalmente lo scenario si apre sulle Meteore. Primo piacevole rifornimento greco… ci arrabbiamo confrontando il costo del carburante!!!
Arriviamo alla locanda; incontro, presentazioni; subito in camera per una salutare quanto necessaria doccia e ci ritroviamo tutti, o quasi dato che Wolf aveva le paturnie per aver saltato la poppata all’orario previsto, a tavola; mangiata pantagruelica e poi di nuovo in moto per salire ai monasteri, che possiamo vedere solo da fuori in quanto già chiusi. Però il posto è affascinante, suggestivo; facciamo foto a raffica, qualche altro giretto in moto ed arriviamo a sera. Finalmente conosciamo Wolf Greco! Nel frattempo mi telefona Ktinos annunciando il suo arrivo per la sera successiva, in compagnia di Niknik. Intanto la moglie di Wolf greco, appreso che il giorno dopo saremmo stati in giro in moto e non avremmo pranzato alla locanda, si preoccupa di farci avere dei panini. All’anima dei panini!!! In quelle mezze pagnotte c’era un pranzo completo…
23 aprile, mercoledi.
Al mattino organizziamo la visita ad un monastero, veramente interessante, dove le gentili donzelle debbono indossare una gonna per rispettare la religione Ortodossa; conosciamo anche un simpaticissimo poliziotto motociclista, orgoglioso di parlare l’italiano. Dopo la visita ci avventuriamo in un percorso montano: strada millecurve, saliscendi, alta quota, ruscelli, montagne, villaggi… Veramente non potevamo aspettarci di più. Numerose le soste effettuate per le foto, panorami e gli scorci spettacolari si susseguono senza soluzione di continuità; in una di queste soste, suggerita dalla presenza di una suggestiva chiesa incastonata nella montagna, facciamo fuori i panini. Veramente avevamo passato posti migliori per il picnic, ma quello era l’orario giusto!
Proseguiamo, il giro ci riserva ancora una piacevole sorpresa: un ponte pedonale in pietra, su un grazioso ruscello, alle pendici di una montagna… Altra sosta, aperitivo in un bar proprio accanto al ponte, con servizio all’aperto; un piacevole relax, registriamo anche un video messaggio per la futura primogenita di Daniela e Danilo… Mentre registriamo la mia speranza è che non riprenda dal padre! 🙂
Affrontiamo l’ultimo tratto che, attraversando Trikala e Kalambaka, ci riporta all’ovile.
Sazi? Nooo! Raggiunta la locanda io, Marmar e Jack ripartiamo alla volta dei monasteri, per alcuni scatti al tramonto… Ci imbattiamo in un TDM greco, che scambiamo per Ktinos; Marmar che cerca di fermarlo, quello che scappa impaurito… Io lo raggiungo e dopo un deciso sorpasso, su un tornante, desiste dalla fuga; rallenta e ci manda… Abbbiamo realizzato che non era Ktinos!
Rientriamo. Insieme a noi arriva il vero Ktinos. Ci ritroviamo a tavola, tanto per cambiare, e poco dopo arriva anche Niknik. Serata piacevole, tiriamo veramente fino a notte fonda.
24 aprile, giovedi.
La mattina carichiamo i bagagli, con Andrea paghiamo il conto non senza un reale imbarazzo… Troppo poco! Partiamo alla volta di Atene, guidati e scortati da Ktinos e Niknik; al gruppo si unisce anche Wolf greco, fino a Kalambaka. Dopo Trikala prendiamo l’autostrada! Dù palle, ma tant’è! Sosta alle Termopili, dove oltre al marmoreo pipino della statua di Leonida non c’e’ altro… Piu’ piacevole è la sosta in un paesino in riva al mare, dove ci rifocilliamo a dovere, anche troppo. Dopo il caffè’, in uno strano bar di tendenza, riprendiamo il tragitto: senza spunti degni di nota, altra sosta più o meno inutile a pochi km da Atene. Finalmente arriviamo in albergo: qui alloggiamo al Pireo, il porto di Atene. La zona non è che sia piazza di Spagna ma l’hotel è molto accogliente e sfoggia una struttura degna di un cinque stelle italiano; il rapporto qualità prezzo è notevole!
In un piacevole momento di rilassatezza mi esibisco in una performance teatrale, prendendo le fattezze della maschera della tragedia greca: bastano un lenzuolo, dei rami provenienti da una finta pianta trovata in camera e la mia faccia!!
La sera ricca cena con gli amici di TDM HELLAS: un localino fra la trattoria e l’osteria, dove gustiamo piatti superlativi; in Grecia è la Pasqua Ortodossa e loro non mangiano carne, e nei luoghi pubblici non la servono o se lo fanno lo fanno malvolentieri. Per tutti noi, o quasi e il quasi è sempre Wolf, non e’ un problema, anzi! Pesce, fritti vegetali, feta, formaggi vari, insalata greca… quantità industriali di leccornie passano su quella allegra tavolata. Dopo la cena bel giro in moto, fino ad un belvedere dove possiamo ammirare e fotografare Atene notturna, compresa l’Acropoli. Arriviamo in albergo tardissimo, ma questi sono i ritmi di un viaggio e ne siamo contenti.
25 aprile, venerdi.
A dispetto della nottataccia ci ritroviamo abbastanza presto. In compagnia di Averel raggiungiamo il bar di Kostas, proprio nel quartiere della Plaka, sotto l’Acropoli. Lasciamo le moto in un vicolo di fronte; caschi ed altro invece trovano posto su un tavolo del bar messo a disposizione da Kostas.
A piedi arriviamo all’ Acropoli, sempre in compagnia dell’impagabile Averel. Bel giro, foto a raffica, ci disperdiamo anche, a gruppetti, per poi ritrovarci al cancello principale. Da qui, sempre a piedi, raggiungiamo il mercato di Monastiraki… In se per se non ha nulla di particolare rispetto ai mille alri mercatini di mille altre città, non fosse per la disposizione alle pendici dell’Acropoli; è comunque un quartiere vecchio, variopinto, offre molti spunti per degli scatti validi e tutto sommato la passeggiata è piacevole. L’Acropoli aveva aperto i battenti alle dodici, essendo festivo; la visita, le foto, la passeggiata al mercato e comunque il budello strapieno da giorni non ci hanno fatto sentire i languori della fame; così ci ritroviamo alle sedici, in pieno mercato, in un locale suggerito da Averel; fra l’altro è ancora affollato ed abbiamo difficoltà a trovare posto, segno che non siamo i soli a voler sfruttare ogni secondo di queste bellissime e lunghe giornate. Per tutti, o quasi 🙂 abbondanza di cibo, nuovamente e senza vergogna… Lasciato il locale ritorniamo a gironzolare per la Plaka, fino ad arrivare nuovamente da Kostas e riprenderci moto e caschi. Oramai è sera, rientriamo in albergo che già sarebbe ora di cena, ma saggiamente abbiamo appuntamento con la truppa greca alle ventidue e nessuno, o quasi 🙁 lo trova strano. In fin dei conti abbiamo pranzato alle sedici, loro sono anche impegnati con le famiglie: non dobbiamo dimenticare che gli abbiamo scombinato la Pasqua, considerata la maggior festività religiosa. Alcuni di loro arriveranno addirittura a cena iniziata!
Ritorniamo alla Plaka, nuovamente le moto vengono impastoiate davanti al bar di Kostas; a piedi nuovamente raggiungiamo Monastiraki… Giuro, ho provato vergogna: abbiamo impoverito le riserve alimentari della Grecia! Altra cena a base di innumerevoli piatti diversi, una vera delizia! Questa volta non ci facciamo fregare ed il conto lo paghiamo noi! Ecchecà!!!
Rientriamo alle tre di notte. L’indomani, purtroppo, ci aspetta il ritorno ad Igoumenitsa…
26 aprile, sabato.
Pagato il conto, con vero piacere vista la inusuale sobrietà dello stesso, carichiamo le moto e partiamo… tutti, o quasi … ma arriviamo appena dietro l’angolo, per una colazione! La giornata e’ lunga, dobbiamo percorrere seicento e passa chilometri. Il traghetto parte alle due di notte quindi non ce la sentiamo di effettuare un mero trasferimento senza concederci altre soddisfazioni che solo un viaggio può dare. Quindi appena una sessantina di chilometri di autostrada, giusto per uscire da Atene; che spettacolo: la casellante ci saluta tutti agitando la mano e mandando baci!!! Ci dirigiamo nuovamente verso i monti; la giornata sotto il profilo meteo non è un granchè, ma almeno non piove, così arriviamo a Delphi nel miglior modo possibile, gustandoci il paesaggio e la guida rilassata. Delphi è in montagna, per arrivare attraversiamo un grazioso paesino, meta turistica invernale, sulla sommità di un valico. La visita al sito archeologico è affascinante, dissacrata dalla solita raffica di cazzate.
Riprendiamo le moto, scendiamo verso la costa; al primo paesino sul mare ci concediamo l’ultimo pranzo in terra Ellenica; soddisfatte le necessita’ (!!!) alimentari siamo di nuovo sulle instancabili moto. Seguendo la costa arriviamo fino al ponte che attraversa il golfo che ci separa da Patrasso; non è la nostra direzione, dobbiamo andare esattamente dalla parte opposta, ma chi ci vieta di percorre il ponte andata e ritorno solo per il gusto di farlo? Ovviamente altre foto vengono salvate sulle capaci schede. A malavoglia riprendiamo il percorso verso Igoumenitsa; arriviamo di nuovo sulla costa, c’è da aggirare una baia; abbiamo diverse possibilità, ma c’è ancora tempo e di comune accordo decidiamo di circumnavigare da sud. La strada è bella, sale sulla ripida costa ed anche se sta facendo buio ci godiamo il panorama, compreso un bell’incidente stradale! Quello che pensavamo fosse un ponte sullo stretto è invece un tunnel sottomarino! Chiediamo indicazioni ad un ragazzo che gentilmente ci guida con la sua auto fino all’ultimo incrocio; la strada era comunque giusta e Andrea si rivela un’ottima guida. Oramai sono calate le tenebre, usciti dalla galleria siamo in modalità notturna. Andrea ci guida con maestria fra le montagne, fino a raggiungere Igoumenitsa; sono le ventitre e trenta, il traghetto parte alle due e trenta quindi siamo in perfetto orario; peccato che troviamo tutto chiuso e non possiamo rifocillarci… E’ una settimana che digiuniamo!!! Bivacchiamo al bar, chiuso ma accessibile; Andrea provvede al check; ci imbarchiamo; questa volta un addetto al garage gentilmente provvede ad assicurare le moto. Siamo stanchi morti, appena un dessert al bar della nave e subito in cuccetta, questa volta per un sonno tranquillo, comodo e ristoratore.
27 aprile, domenica.
Scendiamo a prendere le moto nel garage della nave e ci accoglie uno spettacolo imprevisto: i marinai stanno arrostendo abbacchi e souvlaki a tutto spiano, in bracieri di fortuna ma che si rilevano tutt’altro che improvvisati! Oggi è il loro giorno di festa ed ovviamente, come ogni buon marinaio che si rispetti, loro festeggiano a qualunque latitudine-longitudine si trovino, in navigazione o no! Sbarchiamo, ci dirigiamo verso il centro di Brindisi, bella colazione e con un pò di malinconia imbocchiamo l’autostrada. Francesco e Maria partono a razzo, destinazione Costiera per un supplemento di goduria prima di riprendere il traghetto per Palermo. Danilo, Andrea, Marco, Cristiana, Marco Minghiaggecch, Sergio e Roberta mestamente ma con gran soddisfazione guidano rilassati sull’autostrada; Minghiaggecch devia verso la natia terra, noi proseguiamo verso Napoli; ci fermiamo alla stessa aera di servizio dove ci eravamo incontrati all’andata, dalla parte opposta, per dare un senso compiuto e di continuità a questo viaggio; poi, fra le lacrime, Marco e Cristiana si dirigono verso Napoli; il distacco è traumatico, cerco sdrammatizzare regalando a Marco la corona di alloro della maschera greca. Come recita una famosa canzone siamo rimasti in tre; tre moto e quattro persone… Arriviamo insieme alle porte di Roma, ci salutiamo!
E’ finita, ma ci sentiamo veramente appagati…
Viaggio, non vacanza! E quanta differenza ci può essere fra le due cose! Abbiamo visto una Grecia inusuale, l’altra Grecia, fatta di montagne, villaggi, località poco frequentate; abbiamo incontrato gente splendida, molto disponibile.
Gli amici di TDM Hellas sono stati di una cortesia e di una disponibilità unica, speriamo solo di poter avere la possibilità di ricambiare l’ospitalità con la quale ci hanno accolto.
Nuovi amici si sono aggiunti alla lista, come Francesco e Maria; ulteriori conferme sono venute dal gruppo oramai consolidato; il piacere di avere Marco Minghiaggecch con noi per una intera settimana; e gli altri: Danilo, Andrea, Sergio, Roberta, Marco e Cristiana. Un gruppo che ha affrontato un viaggio faticoso nel migliore dei modi, un’intesa umana e motociclistica che si raggiunge solo dopo anni di frequentazione. Le tre donne in moto, che hanno insegnato a tutti come si possa stare ore ed ore su una sella senza fare un fiato, senza un lamento; che non hanno mai ritardato di un solo minuto, che mai hanno concesso tempo ad inutili frivolezze; ma soprattutto niente isterismi, che in viaggi del genere si manifestano nei più deboli e meno preparati.
2.800 i Km percorsi, una media di 400 km al giorno per 7 giorni.
Tutto questo è stato il nostro viaggio in Grecia!
Ktinos ha esternato un pensiero che resterà scolpito nel tempo:
“Il viaggio in Grecia era un viaggio per motociclisti veri ed era molto ben organizzato.
Detto fra di noi tra i migliori possibili.
Perfetto e’ solo Dio …”
Come dice Danilo: “Si poteva fare e l’abbiamo fatto! Hellas 2008, io c’ero!”
Noi c’eravamo!